“mamma, ma tu non eri capace di fare il fàrciun tellah?”
“sono capace di fare cosa, sneddu?”
“il fàrciun tellah. ce l’ha fatto vedere oggi sierra, la maestra del campo estivo”
“no, non credo di saperlo fare. non so nemmeno cosa sia. devi chiedere a sierra”
“eddài! sì che lo sai fare. è quella cosa che si fa con la carta… con quattro lati… e tu dici un numero… e poi scegli un lato e poi lo alzi e c’è scritto qualcosa su di te!”
“ah, sì! ho capito. mi sa che in italia lo chiamano origami indovino. invece come si chiama qui nella città di A?”
“fòrciun tellah”
“fortune teller?”
“no, come lo dico io: fòrciun…”
“sì, ho capito. lui. se mi dai un foglio di carta te lo faccio”
“noooo! sul serio???”
“sì. posso anche insegnartelo. così puoi stupire sierra con effetti speciali”
“no, va be’. imparare a farlo è trooooppo sbatti”
“sneddu, non parlare come lo hobbit grande, per piacere. già faccio la guerra con lui. tu hai ancora sei anni”
“e mezzo”
…
“ficoooooo! grazie mamma!”
“prego. cosa vuoi scriverci dentro adesso?”
“non posso mica dirtelo. altrimenti non ci divertiamo. adesso tu non guardi, io scrivo e poi ti chiedo che numero scegli da uno a dieci. girati e lasciami lavorare”
“ok. vado di là e mi chiami quando sei pronto”
…
“dimmi un numero”
“quattro”
“uno, due, tre, quattro! che colore scegli?”
“giallo”
“vediamo un po’ cosa dice il giallo… ‘sei il più sfigato dell’universo’. uahhhhhh! uahhhhhh!”
“bello. fammene provare un altro. dico cinque”
“uno, due, tre, quattro, cinque. colore?”
“blu”
“brava! questa volta è andata meglio: ‘sei il più figo di fighi'”
“bene”
“un altro numero”
“due”
“uno, due. che colore scegli?”
“arancione”
“sei medio”
“è una cosa brutta o bella?”
“media. numero?”
“uno”
“uno! colore?”
“verde”
“niente”
“come niente?”
“mi sono dimenticato di scrivere. va be’. ricominciamo. che numero vuoi?”
“sneddu, ormai ho detto tutti i colori. non ci sono più cose nuove”
“ma non hai detto tutti i numeri”
“ma gli altri numeri portano agli stessi colori”
“e quindi? potresti essere più fortunata adesso. non avere paura del fòrciun tellah, mamma”
“non ho paura è che alla lunga…”
“dai dai dai, è adesso che il gioco diventa bello! presto, dimmi un numero!”
“sette…”
“uno, due, tre… sette! blu o verde? pensaci bene, mamma. non essere frettolosa. questo è un gioco pazzesco. che non perdona”.
Capisco perche’ hai fatto fatica a sentirti in vacanza…….
Lo hobbit medio come sta?
Ultimamente racconti poco di lui,e’ cosi’ tranquillo?
In effetti non perdona…
anche mia figlia parla così (figo, sfigata etc…). ma la cosa drammatica che non è un linguaggio appreso dal fratello…
Ahahahahah!!!!!!
Beata scemitudine! 😉
Baci
Rita
Noi lo chiamavamo “Inferno e paradiso” e lo coloravamo solo di rosso e azzurro, sotto i triangoli rossi gli aggettivi erano negativi e sotto a quelli azzurri positivi.
In svedese si chiama “loppan” (la pulce). Le mie ne producono in quantità industriali…
Santa Pazienza….
Ma non c’è un corso di insanity anche per quasi settenni???
“Che non perdona” mi ha fatto venire le lacrime!!!