la vita di mister i è un viaggio tra un’ossessione e un’altra. alcune sono più persistenti, come clash of clans, altre durano lo spazio di qualche settimane, come i pretzel comprati alla coop di londra, altre ancora diventano strutturali, come il nuoto e il tè verde.
lui, diversamente dagli altri esseri umani, non concepisce le zone grigie, non nutre lievi simpatie, tiepidi interessi, vaghe curiosità, fredda indifferenza. lui abita un mondo binario e iperbolico popolato da bellissimi e bruttissimi, giustissimi e sbagliatissimi, buonissimi e cattivissimi, sì e no, passioni assolute e smodate e sprezzo totale e sordo.
in questo momento, nella città di A, ha deciso che la cucina, oltre allo studio della formula matematica per la rivoluzione proletaria, è l’unica attività che meriti di essere praticata e coltivata. si sveglia all’alba e, mentre tutti dormono, prepara crostate, focacce, crumble di frutta e ragù, a ciclo continuo, senza tregua. quattro piatti e nient’altro, perché il suo profilo ossessivo non concede spazio alla varietà. se elastigirl azzarda un’idea, una proposta, un cambio, lui risponde: “non ce n’è bisogno. ci ho già pensato io. c’è il ragù pronto i freezer/la focaccia a lievitare/il crumble nel forno/la crostata già a spicchi negli appositi contenitori ermetici”.
elastigirl, come magda, la moglie di furio, sospira e non risponde tanto non serve e poi sa che, prima o poi, passerà.
ieri sera l’elasti-famiglia è andata a cena da amici che, come molti americani, sono convinti che la cucina sia un bell’esperimento in cui sapori molteplici e diversi, tradizioni etno-gastromiche varie ed estro individuali si incontrano e combinano producendo risultati alterni ma sempre comunque interessanti.
“la mia nuova passione è la pasta all’uovo” ha annunciato la padrona di casa, estraendo l’apposita macchinetta di fattura italiana, detta nonna papera, e un sacchetto di plastica richiudibile con dentro un blocco di pasta pronta per essere lavorata.
“che meraviglia! fai le tagliatelle?” ha domandato elastigirl.
“no, pensavo di fare le trofie ma sono troppo complicate. allora facciamo le orecchiette che sono facili”, ha risposto.
mister i, che è un purista ossessivo compulsivo e per anni ha tentato invano di imparare a fare le orecchiette dalla nonna memé, unico e assoluto canone, maestra sublime e indiscussa, centenaria vestale della nobile arte della pasta pugliese, ha deglutito.
elastigirl ha temuto il peggio.
tuttavia lui non ha detto nulla. non ha insultato la sua ospite dicendo che stava peccando di hubris e che gli dei della cucina l’avrebbero punita per questo. non le ha nemmeno fatto notare che la pasta delle orecchiette non contiene uovo ma solo semola rimacinata di grano duro, acqua e sale.
ha inspirato, espirato e, alla fine, ha mangiato il suo piatto di una pasta all’uovo che non somigliava affatto alle orecchiette ma era squisita e poi ha chiesto una seconda porzione e ha persino detto “these are delicious”.
forse sta diventando grande. o sta invecchiando.
Naaa… imparare a essere diplomatici mica è invecchiare.
D.A.d.C.
Difesa Automatica dei Coscritti
^_^
Trenta secoli di storia,un DNA sofisticatissimo con imprevedibili combinazioni genetiche che nella Bari ‘felix’ può prevedere l’apporto ‘levantino’ ,il calcolo delle probabilità’ che le sue papille gustative abbiano ripescato nelle storie delle orecchiette un ‘attimo’ -non lo sapremo mai- in cui si usavano le uova , nella farina qualche ceppo anatolico di grano arrivato a Bari essere seminato nel rigoglioso tavoliere,diventa attraente.
grandiosa spiegazione. sono certa che lui apprezzi moltissimo!
Elasti! Sei una donna fortunata!!
Quando racconti delle ossessioni di mr.i,soprattutto la divisione delle cose del mondo,in giustissime e sbagliatissime, senza zone grifos, mi fai pensare che io e lui siamo dello stesso segno zodiacale.
Racconto ben reso! Io non sono di Bari ma mi sarei stracciata la vesti comunque
A me, il fatto della cucina compulsiva, garba parecchio.
Poco importa se sono solo quattro cose…
Baci, M.
Quest’anno compio 40 anni (quindi dovrei essere saggia???almeno un pò + di vent’anni fà quando non mi tenevo proprio nulla), anche per me tutto è bianco e nero e la diplomazia la tollero solo sul lavoro…io non ce l’avrei fatta!!!le avrei detto che le uova non sono previste nella ricetta storica e gliele avrei fatte io le orecchiette!!!!ed ormai sono passati anni da quando la mia povera nonna che ora non c’è + me le faceva fare davanti l’asse di legno della pasta.
anche mio marito, chef mancato, a cena da altri diventa diplomatico, ma poi quando si inizia a parlare di cucina non si trattiene…
OK….. ma poi???? in privato??? commenti????? niente???
dov’è la coop a londra?
lui abita nell’east end e va lì. si chiama the cooperative. non è ovviamente la nostra coop, ma la loro
ah, capito.
per un momento mi si era acceso un barlume di speranza.. sarà che c’ho il background emiliano
sicuro che la sua mente non fosse distratta dal pensiero di dover comprare assolutamente la macchinetta”Nonna papera”?
quella ce l’abbiamo, cara…
A parte il bellissimo ed esilarante racconto, di cui come sempre ti ringrazio, ti dico che anche noi pensiamo che le orecchiette siamo senza uovo. Ma qui a Vieste ieri sera ci hanno detto che mettono anche l’uovo. Peccato che una delle mie bimbe sia allergica all’uovo. Quindi non tutti sono dei veri puristi…a Otranto invece solo semola acqua e sale. Per fortuna.
Un abbraccio. Eli
Gli hai già regalato qualche libro di Allan Bay?
ma certo che sì! ma lui si fida solo del ricettario di sua nonna…
io avrei detto sprezzante quel che vado ripetendo ogni giorno:
-per cucinare la pasta ci dovrebbe volere una autorizzazione speciale
-il nome “caffe'” andrebbe brevettato, mica tutti i popoli hanno il diritto di chiamare cosi’ la propria pozzanghera
-bisognerebbe mettere in carcere chi cucina la pizza e non e’ italiano
dopodiche’ il crucco riesce a mescolare la passione per la cucina di mister I con l’eclettismo gustativo americano, mentre a me il mondo binario e iperbolico sembra l’unico possibile, quindi…