Nonsolomamma

i cugini

“c’era una volta una casa in campagna che ricevette una lettera da suo cugino, un grattacielo di città. la lettera diceva: ‘cara cugina, sono malandato e gli uomini mi vogliono abbattere’. ‘caro cugino grattacielo – rispose la casa di campagna – vieni da me. in campagna c’è la libertà. io ti stimo’”.
“stimo rovazzi. libertà è casa”.
“io a scuola mi sento libero. stimo chi ha inventato la playstation. non stimo chi ha inventato i compiti”.
“a casa con i miei genitori non riuscivo a dire quello che pensavo. allora un giorno ho parlato con loro e ho spiegato il mio punto di vista. da allora mi sento più libera e mi stimo di più”.

oggi pomeriggio elastigirl è andata in visita dai ragazzini di prima media di una scuola non lontano da casa sua per raccontare come funzionano i libri visti da un autore.
nell’ultima parte dell’incontro ha proposto un laboratorio di scrittura selvaggia, una pratica anarchica e liberatoria in cui ognuno aveva 15 minuti di tempo per scrivere quello che gli pareva, nella forma e nel modo che preferiva.
per evitare smarrimenti e blocchi dello scrittore, l’insegnante aveva posto come condizione che, nel testo, ci fossero le parole ‘casa, stima e libertà’.
poi ha dato il via. e loro, gli alunni – una cinquantina – seduti in un’aula che si chiama palestrina ma che palestra non è – tutti un po’ storti e curvi sulle loro sedie, hanno scritto il loro testo selvaggio.
“è un po’ fantasy. va bene lo stesso?” ha domandato emozionata una ragazzina con una coda di cavallo e gli occhi che ridevano prima di leggere la storia dei due cugini ad alta voce.
“va bene tutto”, ha risposto elastigirl.
ed era vero. andava bene tutto. e lei mica se lo aspettava di raccogliere tante perle.

10 pensieri riguardo “i cugini

  1. ho deciso di provare anch’io a fare questo esperimento un giorno…bellissimo! e come sempre i ragazzi sanno stupirci in positivo…meno male!! 🙂

  2. Una volta, seguendo l’esempio di un libretto per bambini in cui la protagonista elencava una particolarità per ognuno dei suoi amici, ho proposto a mia figlia di dirmi una cosa speciale, un dettaglio che le piaceva o che li caratterizzava, per ognuno dei suoi (sorprendentemente stupendi) compagni di classe. Ne ha fatto una sfida. I suoi amici più cari li conosceva bene, e’ stato facile. Per gli altri ci sono voluti dei giorni di osservazione. Per osservarli meglio si è sforzata di conoscerli meglio. Creando legami nuovi. Un esperimento che ha dato più frutti di quello che si proponeva di fare in partenza e che secondo me l’ha fatta crescere un pochino.

    1. Una delle cose più belle che hanno fatto fare in classe a mio figlio è stata la giornata dei talenti (non so se la chiamassero così, ma rende l’idea).
      A turno un bambino veniva scelto. Tutti i compagni dovevano trovare una cosa positiva da comunicare al protagonista del giorno e scriverla in forma anonima su un biglietto. Tutti i biglietti venivano poi letti dalla maestra (solo chi voleva si rivelava) ed incollati sul quaderno del protagonista.
      Siamo andati avanti settimane ad aspettare con trepidazione il giorno in cui sarebbe toccato a lui essere il protagonista e mesi a rileggere tutti i bigliettini e a cercare di capire chi li aveva scritti. I messaggi parlavano delle sue caratteristiche belle o di quanto i compagni avrebbero voluto fare con lui (giocare, più tempo insieme, una vacanza) a dichiarazioni di sempiterna amicizia.
      L’autostima è volata in alto che piùin alto non si può e andare a scuola per parecchio è stata una cosa bellissima!

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