“ciao hobbit piccolo detto sneddu! come è andata a scuola?”
“benissimo! abbiamo festeggiato la giornata dei bulli”
“non sapevo che oggi fosse la giornata dei bulli”
“sì, oggi è la festa dei bulli, dei prepotenti… dei mafiosi insomma!”
“ah! è la giornata della memoria per ricordare le vittime della mafia. non è la festa dei mafiosi. è il contrario! è il giorno in cui tutti quanti stanno insieme contro la mafia”
“sì. quello che ho detto io. ce lo ha spiegato la maestra di matematica”
“brava la maestra di matematica! ha fatto bene a parlarvene. e che cosa vi ha raccontato?”
“ci ha fatto un esempio. di un bambino che ha il papà con un’edicola che vende i giornali. un giorno arrivano i bulli… e il papà chiede: ‘quale giornale vi do?’ e loro però non vogliono nessun giornale”
“e cosa vogliono invece?”
“i bulli vogliono 2000 euro al mese da quel papà”
“e perché?”
“perché sono bulli. sono proprio cattivi dentro. e poi dicono a quel papà: ‘se non ci dai i soldi ogni mese noi facciamo saltare in aria la tua bella edicola’. capito quanto sono cattivi?”
“già. tremendi”
“allora la maestra ci ha chiesto che cosa faremmo noi al posto di quel papà”
“e voi cosa avete risposto?”
“qualcuno ha detto ‘cambierei lavoro’, qualcuno ‘cambierei casa e famiglia’, qualcuno ‘scapperei’, qualcuno invece ha detto: ‘vado dalla polizia e denuncio tutto’ che poi è la risposta esatta”
“già. quando c’è un’ingiustizia bisogna denunciarla subito, alla polizia, ai carabinieri o anche alla maestra se è una ingiustizia che succede a scuola. e non bisogna aspettare nemmeno un secondo”
“anche io penso così. e anche la maestra di matematica, anche se poi ieri ci aveva sgridato in cortile e non avevamo fatto niente”
“che non aveste fatto niente è tutto da dimostrare. ma cosa c’entra questo con la mafia?”
“niente niente, mi è venuto in mente così…”.
stamattina alla radio ha chiamato un papà da corigliano calabro. era molto presto. aveva appena accompagnato suo figlio al pullman perché sarebbe andato con la scuola a locri, alla marcia di libera contro le mafie. e per qualche motivo elastigirl si era commossa ad ascoltare questo signore che parlava del suo bambino e della maggiore consapevolezza delle nuove generazioni.
sapere che anche sneddu, con i suoi pensieri sghembi, aveva discusso in classe di mafia l’ha rassicurata e le ha fatto piacere.
perché, come ha detto don ciotti stamane, è importante crescere, pensarci, sognarci e difendere i nostri diritti insieme, sentendoci parte di un ‘noi’. e perché da soli non si va da nessuna parte.
É vero da soli non si va da nessuna parte… però spesso, dopo aver fatto le cose che andavano fatte, ci si ritrova soli lo stesso.
Oggi (21 marzo) era anche la giornata delle calze sparate, nata per sensibilizzare sulla sindrome di down, e in seguito anche sulla diversità in generale.
In America si chiama “Lots of socks”. In Svezia “Rocka sockorna”.
Ieri ho dovuto obbligare la mia primogenita di 11 anni a portare a merenda una banana….un genitore della sua classe ha proposto un bananaday come gesto simbolico di solidarietà nei confronti di un compagno che viene preso in giro e chiamato gay perché porta la banana a merenda e fa danza. Dopo anni di prese in giro si è confidato con la madre che ha sollevato il problema all’attenzione degli altri genitori e degli insegnanti. Alcuni genitori come me si sono attivati subito x sensibilizzare i propri figli, altri si sono messi sulla difensiva dicendo che sono solo ragazzate nelle quali gli adulti non si devono intromettere. Purtroppo ho scoperto che mia figlia pur non essendo una di quelle che prende in giro è omertosa e si considera sfigata. Perciò non voleva portare la banana perché ha detto:”Se fosse furbo farebbe come me e la mangerebbe a casa così non lo prendono in giro!” Io e suo padre ci siamo infuriati e l’abbiamo obbligata. Risultato? Erano in 5 o 6 con la banana e sono stati presi in giro tutti e 5 dai soliti bulletti. Spero che mia figlia capisca o arrivi a capire che è stato un bel gesto.
peccato che gli altri genitori non abbiano voluto o saputo sfruttare questa occasione per educare e far crescere i loro figli.
Tua figlia poi apprezzerà.
Mamma mia … dove siamo arrivati, se dei bambini delle elementari considerano una banana un elemento discriminante! alla loro età, dovrebbero semplicemente vederci un frutto, e pure buono, non un doppio senso. Ma sono esposti a qualsiasi cosa, di questi tempi, e il più delle volte lo sono nella solitudine: le nostre vite di adulti, purtroppo, li lasciano spesso in compagnia soltanto di se stessi.
Mentre leggevo questo commento, il primo pensiero è stato “Però non si può forzare una bambina a schierarsi…”, e invece si può e si deve, avete fatto bene. Lei non capirà, ora, ma più avanti riconoscerà l’importanza di non tacere. Speriamo che lo facciano anche gli altri genitori, per il bene dei loro stessi figli.
[per tua figlia e per te: 5-6 bambini che reagiscono possono sembrare pochi rispetto ad una classe intera, ma funzionano come il lievito – una bustina da 16 grammi fa lievitare 500 grammi di farina … coraggio!]
🙂
Grazie per avere condiviso questa storia, mi ha commossa. Spero che tua figlia possa ricordare questo episodio come una grande lezione di solidarietà che le avete impartito. Non ho parole per quei genitori che si sfilano da queste sistuazioni.
sì. è stato un gesto bellissimo. e secondo me quel ragazzino a cui è arrivata la vostra solidarietà si è sentito molto meno solo anche se i solidali erano solo 5 o 6. grazie per averlo raccontato
Ora é troppo piccola, vuole solo uniformarsi al gruppo, un giorno apprezzera’.
E falle vedere Billy Elliot…le si aprira’ un mondo sui ragazzini che amano la danza!