da parecchio tempo sneddu dichiara che da grande vorrà essere un ingegnere informatico che costruisce robot e inventa videogiochi.
in effetti è dotato di pensiero lineare e schematico e quando spiega le cose lui le capiscono tutti perché nella testa non ha i grovigli pazzi dello hobbit di mezzo e nemmeno l’empatia istrionica del grande. lui nella testa ha autostrade dritte e fili lunghi e ordinati che sanno esattamente dove vogliono andare. in effetti ha bisogno di controllare ogni passaggio e di sapere tutto in anticipo e di riempire ogni casella con il colore giusto. ma tutto questo non basta a fare un ingegnere e nemmeno a sapere cosa ci sia dietro un robot o dentro un videogioco.
così quest’anno, nella città di A, frequenta un campo tecnologico, dove, la prima settimana, si impara a disegnare e costruire il mondo di minecraft che è un videogame che somiglia un po’ al lego anche se dirlo è vietato.
ecco i fatti salienti dei primi tre giorni di tech-camp:
– gli insegnanti, che si chiamano counselor e sono giovanissimi, non hanno nomi veri. si chiamano: noodles (tagliatelle), egg (uovo), beatbox, bacon (pancetta), keys (tasti, il preferito di sneddu perché suona il pianoforte e gli ha insegnato per elisa), goldfish (pesce rosso)
– si mangia molto bene (“cosa hai mangiato oggi?” “pizza, pasta, patate e coca cola. c’era anche una bibita blu ma ho resistito”)
– gli allievi devono accumulare ticket, che non sono biglietti e nemmeno multe, ma punti. per, come dice sneddu che ha già perso il controllo sulla lingua, “ernare tickets” (guadagnare punti), sostanzialmente bisogna essere gentili
– nel suo gruppo ci sono: “uno con gli occhiali che vuol far ridere e non ci riesce, uno che mangia molto, un cinese primo della classe, un cinese che non sa giocare, uno simpatico e uno abbastanza simpatico”
– per poter prendere sneddu nel pomeriggio, alla fine del campo, non basta dire “buongiorno, sono la mamma di sneddu”. c’è bisogno di una password. “non te la dirò mai”, ha detto mister i a elastigirl.
Maddai! Bello. Così quest’anno niente campo quello della natura un po’ strambo
ci andrà ma tra un paio di settimane
Fantastico! Giusto assecondare passioni e inclinazioni!
Mi fa morire Mr. I! Si tiene stretti i suoi privilegi!! Speriamo che in caso di necessità Eggs, Bacon e compagni sappiano trovare un po’ di elasticità, però… 🙂
che figata, anche mio figlio adorerebbe un campo del genere. Peccato che non sappia l’inglese e non ne vuole sapere di impararlo… prevedo tragedie alle medie. Lui va fiero del suo 8 della quinta elementare, ma non sa che quello non conta niente! Abbiamo pure la english teacher a casa come aupair e a lui non gliene frega un cavolo di lei.
quando si accorgerà che l’inglese è utile per fare cose divertenti, avrà il giusto incentivo e lo imparerà!
Ma allora e’ una cosa diffusa, quella degli animatori che usano nomi a caso! Noi viviamo a Montreal e mio figlio e’ tornato dal primo giorno di summer camp e alla domanda su come si chiamassero i suoi educatori ha risposto: “Una taco e l’altro chickpea!”. Io ho pensato seriamente che fossero i loro nomi veri, visto che qui non e’ impossibile trovare dei River, dei Crayon, …
sneddu mi ha detto che il loro veri nomi glieli riveleranno l’ultimo giorno 🙄
Ecco, la bibita blu potrebbe essere un po’ preoccupante…non è ch ha qualche effetto stile tana del bianconiglio? 😀
Ma che bello questo campus! Ma come mai gli insegnanti hanno nomi strani?
Beh ma minecraft è simil-lego: come mai non lo vogliono ammettere?
non voglio sapere niente della bibita blu. e gli ho anche vietato di bere bevande gassate fino all’ultimo giorno… il cibo americano mi fa veramente paura. per quanto riguarda il lego e minecraft non saprei, mi attengo alle regole
Bellissimo questo campus, fighissimo, anche il mio lo amerebbe pazzamente, peccato che in Italia non ci sia, ma magari in città come Milano c’è anche …
mio figlio è già ingegnere, nella sua immaginazione 😉
E la principessa del Tennessee sparita!!