nella città di A c’è un grande prato, proprio di fronte al municipio. ogni tanto, su questo grande prato, succedono delle cose belle: musica, farmers market (che poi sono tipo mercati rionali dove i produttori locali fricchettoni e iperbiologici vendono una zucchina a sette dollari e una testa d’aglio a dieci ma comunque, soprattutto se non si compra nulla, sono divertenti), giochi per i bambini.
l’altro giorno elastigirl, tornando a casa dalla lezione di hot yoga, ha visto che avevano montato un palco su cui avevano appoggiato una batteria e altri strumenti musicali. ha pertanto arguito che quella sera ci sarebbe stato un concerto, proprio lì, a cinque minuti da casa loro.
“ehi, mister i, sneddu! andiamo a vedere che succede sul pratone?” ha domandato agli unici due maschi presenti della famiglia (il medio e il grande sono ancora al campo estivo). loro, senza eccessivo entusiasmo, hanno accettato.
in effetti, sul palco, sapientemente montato nell’unico angolo in cui batteva un torrido sole in una verde distesa ombreggiata, c’erano tre tizi che suonavano batteria e bassi.
“dove sono tutti?” ha chiesto sneddu guardando la distesa desolata di fronte al palco.
“non saprei, in effetti qui ci sarà a dir tanto una ventina di persone. magari hanno appena cominciato e la gente deve ancora arrivare” ha azzardato elastigirl che ha il disturbo dell’ottimismo compulsivo.
“che cacata” ha osservato mister i.
“lo sapevo che non dovevo venire”, ha detto sneddu un secondo prima di visualizzare due dei suoi istruttori nerd del campo tecnologico (keys e goldfish per la precisione) e fiondarsi a socializzare.
nel silenzio imbarazzato intorno ai musicisti, i tre hanno comunicato che avevano suonato per le precedenti due ore senza un’anima di fronte.
“sciamaninn’ a cas'” ha esclamato mister i che mal tollera la malinconia da desolazione.
“aspetta! sneddu sta chiacchierando felice. godiamoci la musica”
“dicono che c’è il middle eastern vibe. tu lo senti? io no”
“guarda, mister i! sono saliti dei bambini sul palco… in efetti persino loro fanno tristezza. di solito i bambini mettono allegria…”
“il mercato ha tanti difetti. ma se qualcuno non compra o non va, un motivo c’è sempre”, ha sentenziato l’economista marxista che alberga in mister i.
“andiamocene se no mi suicido” ha proseguito.
“aspetta, magari migliorano”
siccome tutte le cose belle finiscono, i musicisti, due minuti dopo hanno smesso di suonare e hanno augurato buona estate a tutti.
“è stata l’esperienza più triste della mia vita”, ha borbottato mister i, distrutto dalla malinconia, lungo la strada di casa.
…magari anche la più triste della vita dei musicisti….😢
Ma insomma, come suonavano? (Elasti, perché ti astieni dalle informazioni chiave?)
da schifo
Io ad esempio ho sempre avuto la fobia delle feste a cui non si presentano gli invitati.
anche mister i. terrore proprio
Ma tu sei proprio convinta di voler vivere i prossimi due anni a stretto contatto con tale soggetto ? 🙂
non ho molta scelta…
Ma il problema poi quale era? Pubblicità pessima, questioni politiche o cantavano da schifo?
direi la prima e l’ultima
Un ottimo inizio per un racconto giallo. ..nella calura estiva un musicista viene ammazzato a chitarrate in testa…a
bell’idea!
‘sta volta sono dalla parte di mister i !!!