Nonsolomamma

september song

scuole elementare, media e liceo. libri di greco, latino, filosofia, storia, inglese, francese. “potete controllare se manca qualcosa?” toc! è il suono sordo delle domande cadute nel vuoto. quaderni, astuccio, diari, colla stick, compasso, goniometro. “serve qualcos’altro, io sto andando in cartoleria?” toc! la scuola di musica per sneddu. il pianoforte che bisogna affittare. “dove lo mettiamo? quanto spazio c’è in camera vostra? quanto è lungo un pianoforte? potete controllare?” toc! il corso di boxe per il medio. “ti sei informato? in quale giorno vorresti andare?” toc! “ok. ci penso io ma poi non lamentarti”. il corso di pallanuoto per sneddu. “sei sicuro?” toc! dove siete tutti? toc! ops, davanti a un videogioco, preferibilmente violentissimo. tutti sordi. e il certificato medico? qualcuno ci ha pensato? toc!
e poi le scadenze, la sveglia prima dell’alba, il libro da finire, i libri da leggere, le richieste, le presentazioni, le trasferte, le telefonate, le mail, la spesa, le cose nuove da imparare. cosa manca? toc! il tempo. quello manca sempre.
mister i in sabbatico a cui bisogna abituarsi. “posso buttare questi giornali, elasti?” “no!” “e queste riviste?” “nemmeno! perché vuoi buttare tutto?” “perché fanno disordine. chi ha fatto la lavastoviglie? non ha lavato niente. in questa casa solo io so mettere le cose nella lavastoviglie”. “dov’è papà?” “di là. in camera. sta facendo le flessioni”.
il barbiere ché mica si può andare in giro come cani pechinesi anche se siete maschi e adolescenti.
e l’angoscia che monta. e di notte sogni di versioni di greco, di compiti non fatti, di vocabolari dimenticati, di un labirinto di strade che cambiano direzione come in un disegno di escher.
inspira, espira. fai yoga, mettiti nella posizione del cadavere e fingiti morta. ché ottobre è dietro l’angolo.

19 pensieri riguardo “september song

  1. E a tutto ciò si aggiunge che CHIUNQUE ti dice: ma lascia che si arrangino, non devi fare tutto tu, lascia che capiscano da soli…
    che rabbia!

      1. Il tema è molto più complesso, ci sono figli (il mio, 13 anni) che se “lasci che si arrangino” non fanno assolutamente niente, perché per loro niente è importante, le sue risposte tipiche:
        -perché rifare il letto se tanto la sera lo devo disfare di nuovo
        -perché lavare i piatti, quando tutti saranno sporchi laverò con lo scottex quello che mi serve in quel momento
        -perché lavarsi le ascelle, basta darci sopra il deodorante
        -vabbè rileggo le pagine così se non prendo 4 almeno te sei contenta e non urli
        … come fai a lasciarlo arrangiare??
        Cambierà? Glielo auguro.

      2. Mio fratello era così anche lui: “Tanto cosa lo faccio a fare?”
        Prima mia madre e poi mia zia gli sono corse dietro per tutta l’adolescenza perché facesse i compiti, consegnasse gli avvisi, arrivasse in orario ecc.
        A 19 anni dopo la maturità ha trovato subito lavoro e mio padre tutte le mattine alle 6 chiamava (già dal lavoro) e svegliava me e mia sorella perché noi svegliassimo lui, e poi richiamava per controllare che fosse andato davvero al lavoro.
        Così per anni.
        Ora, che ognuno faccia come crede, però se mio fratello l’avessero lasciato bocciare una volta, se gli avessero lasciato prendere una volta un richiamo sul lavoro, magari si sarebbe dato una svegliata prima dei 25.
        Mi sono girate le balle per anni a sentirmi dire “Eh, ma è un maschio, è diverso.”
        Ora ho tre figli maschi, spero di poter dimostrare che avevano torto.

  2. Già, dite a tutti che sono morta, almeno per un pò. Ma come si riesce a rispettare tutto? Infatti non ci riesce nessuno, viviamo in stato di inettitudine e ci riesce bene. Un bacio

  3. Respira, respira. Qualcosa si perde per strada, non possiamo farci niente. Va bene lo stesso Elasti, alla fine tutto andrà al posto!

  4. Ho provato a fingermi morta ma molto probabilmente i ragazzuoli hanno studiato medicina nel frattempo che nemmeno george clooney all’epoca rianimava così bene.
    Ho incastrato la settimana che non hanno nemmeno piu’ uno spazio per permettersi un raffreddore. Ho fatto revisione alla macchina che serve piu’ lei che la nuova borsa che ho visto in vetrina domenica. Ho imparato a memoria l’orario provvisorio di entrambi sperando che non cambi troppo. Ho capito che il martedì esco di casa con due figli, due zaini, una pianola, una cartellina di disegno, la borsa del nuoto, la seconda borsa del nuotoe la borsa del tennis. Arriva ottobre, arriva

  5. L’inizio della scuola è stato un trauma. Normalmente io sono felicissima: tutti fora di ball’ per tutta la mattina, quest’anno perfino il piccolo ha iniziato l’asilo e io per la prima volta da 9 (NOVE) anni sono sola in casa per più di mezz’ora. Avevo un sacco di progetti: scrivere un libro di italiano, farmi dei biglietti da visita, ribaltare e lucidare tutta casa…
    Ma niente, con tutte quelle commissioni che descrivi tu, per ora l’inizio della scuola e dell’asilo è stato solo il quintuplo del lavoro solito.
    E così niente, ho cominciato a fare yoga pure io, e quelle 3 ore che sto da sola sudo, faccio la doccia E POI faccio il resto: compro materiale, o segno appuntamenti, o lavoro, o stendo, o riordino. Tanto non riuscirei mai a fare tutto, tanto vale che mi prenda del tempo per me.
    Continuerò così finché non mi sarò ripresa da questi 9 anni di maternità ininterrotta e non avrò un po’ raddrizzato la schiena, e poi si vedrà.

  6. Come vi capisco, oggi io stress a palla perchè quando li svegli non sono mai pronti per alzarsi. OK, chi lo è?! però così tanta lagna, no, dai!!!
    4° giorno di scuola e tra prima media e prima elementare, oggi il grande sarà senza merenda a scuola, lui che ci tiene tanto al suo panino delle 10… mi sento così in colpa… Gliel’ho pure preparato, ma per mettere in cartella l’acqua, ho dimenticato sul tavolo il cartoccio di stagnola…
    Non ho manco controllato se si sia lavato la faccia o sia salito sullo scuolabus con le caccole agli occhi…. Che devo fare, una lista?!
    1- alzarsi da letto senza lagne
    2- lavarsi la faccia con due mani
    3- prendere la merenda e l’acqua
    4- vestirsi controllando che la tshirt non somigli ad uno straccino tutto stropicciato (lo sarà se la si è appallottolata sulla scrivania l’ultima volta…)
    5- non salutare la mamma col broncio, che dopo tutto quel che fa per voi, ci rimane pure male!

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