da qualche settimana lo hobbit grande ha una sua stanza dopo oltre un decennio di convivenza con i fratelli. è la camera dei ragazzi alla pari di cui da quest’anno l’elastifamiglia ha deciso di fare a meno. l’hanno svuotata delle tracce dei numerosi abitanti precedenti, hanno ridipinto le pareti, hanno cambiato il letto e si sono ritrovati con una dozzina di metri quadrati in più. inizialmente elastigirl aveva fantasticato di mandarci mister i per trascorrere il suo anno sabbatico milanese. sarebbe stata in effetti una soluzione ottimale: lui non avrebbe creato scompiglio o disordine e gli equilibri familiari sarebbero rimaasti intatti. ma non sempre le soluzioni migliori sono quelle praticabili.
la stanza affaccia su un balconcino che, a sua volta comunica con la cucina.
lo hobbit grande si gode moltissimo la sua nuova autonomia e sta ore chiuso in quello che si sta piano piano trasformando in antro.
ieri sera a tavola lo hobbit grande ha cominciato a raccontare.
“questa notte, verso l’una e mezza o le due, ho sentito armeggiare alla porta finestra della cucina. mi sono preso un colpo: pensavo che fosse entrato un ladro”
“e poi?” .
“mi sono seduto sul letto e ho cercato un oggetto contundente per affrontarlo. ho trovato una tazza della colazione e l’ho brandita contro il nemico”
“non esattamente un’arma di distruzione di massa”
“era quello che avevo. mi sono avvicinato alla finestra. e l’ho visto”
“chi hai visto?”
“lo hobbit di mezzo. sul balcone. si sporgeva dal davanzale. guardava a destra e a sinistra”
“il medio???”
“sì. a quel punto mi sono tranquillizzato. ho posato la tazza e sono tornato a dormire”
“ma non gli hai chiesto cosa stesse facendo sul balcone a quell’ora?”
“no”
“medio? sei con noi?”
“eh?”
“hai sentito cosa ha raccontato tuo fratello?”
“cosa? no, ero distratto”
“hobbit grande! lo sai che il medio è sonnambulo!”
“ma no. non era sonnambulo. stava solo controllando la situazione in cortile”
“medio. ti ricordi cosa è successo stanotte?”
“no. perché?”
“non va bene che ti alzi e ti sporgi dal balcone della cucina!”
“sta facendo finta. in realtà era sveglio. è uscito a controllare la situazione!”
“eh?”
“facciamo che se qualcuno vede il medio in giro per casa di notte, lo riporta nel suo letto? facciamo che questa è una regola di questa casa?”
“scialla”.
Io sarei andata nel panico! E Mr.I non ha detto nulla? o era distratto anche lui?
scialla… e la tua reazione a questa risposta? da questa parte dello schermo mi ha fatto ridere!!!
sono andata nel panico e nemmeno conosco i tuoi figli!!!
Non mi sembra che la presenza paterna lo tranquillizzi
Scialla???? Io in compenso ho l’hobbit grande che chiama l’hobbit di mezzo “busta” e alla domanda “come va?” risponde “tutto Gucci!”…..
Immagino la tua reazione. Altroché scialla!
Lo dice anche il Papa che i giovani non devono stare alla finestra…
😀 😀 😀
Non è la prima volta che il medio si aggira per casa di notte. Avete sentito qualche parere in merito? fatto qualche visita? o riuscite a sopportare la cosa? e questo suo essere un po’ nel suo mondo non ha ripercussioni a scuola? i prof non si sono mai lamentati della sua distrazione o poca attenzione?
chiedo perché se riuscite a lasciare correre io mi devo proprio ridimensionare nelle mie ansie
Si sa che il grande è un attore. Siamo sicuri che sia vero?
Non c’entra nulla con il post, ma questo “scialla” e Davide che chiama Nina “madre” te lo sento dire da qualche giorno dal vivo, sul mio Audible… Hai una R troppo bella e sto facendo le prove per imitarti, mi ricorda una rana, certe volte, e mi mette proprio di buon umore.
Ci vedo tante cose di casa tua, nel libro, quelle che leggo qui sul blog raccontate da te.
Per ora sono ancora all’inizio, alla lezione di yoga che finisce con la riunione contro i compratori cinesi, e se devo dire la verità, c’è un po’ troppo linguaggio bancario per i miei gusti… ma sono sicurissima che migliorerà.
Ma i rapporti umani tra Nina e la sua famiglia li amo già, così descritti come sai fare tu.
Vado avanti e ti imito in auto mentre ti ascolto.
Grazie
io cercavo le parti in cui comunicava con il padre e le parti in cui parlava del figlio.
Anche io come molte delle commentatrici avrei avuto un attacco di ansia a palla!