Nonsolomamma

un italiano, uno spagnolo e un tedesco

gli hobbit stanno finendo la loro quarta settimana di scuola di francese. dopo avere incontrato, per dieci estati consecutive, variegati esemplari di coetanei americani – alternativi, allergici, suprematisti, problematici, risolti, soli, fluidi, integralisti, curiosi, superficiali, fanatici, repubblicani e democratici – in questa città di A nel sud della francia, in questo strano luglio di mascherine e disinfettanti e sollievo e paura, hanno sperimentato l’europa e la prossimità, per la prima volta in vita loro.
hanno conosciuto inglesi che dicono di essere imparentati con la famiglia reale , austriaci vestiti come damerini, spagnoli con cui disquisiscono di indipendentismo, serbi, tedeschi, tanti (“come va il tuo francese, hobbit grande?” “sempre uguale. in compenso sono migliorato molto in tedesco” “ma tu non hai mai saputo il tedesco” “appunto”), russi (“hanno uno strano senso dell’umorismo”), olandesi (“non sono così terribili”).
stanno sperimentando un’interazione più fantasiosa e anarchica, un’autonomia nuova, impensabile negli stati uniti dove la paura permea ogni relazione, un territorio nuovo e familiare.
lo hobbit grande organizza feste clandestine in spiaggia, il medio, sempre più lungo e dinoccolato, esercita la sua socialità sfrenata e sfoga la sua curiosità pazza, sneddu, a quanto dicono i fratelli, è diventato, per motivi oscuri e potenzialmente inquietanti, “l’idolo delle animatrici che quando lo vedono fanno la ola e gridano ‘sneddù sneddù'”.

6 pensieri riguardo “un italiano, uno spagnolo e un tedesco

    1. dalla mia esperienza è una società che si alimenta con l’idea di libertà individuale e di paura. hanno paura di varcare i limiti, sempre, di offendere, di non includere, di non rispettare abbastanza, di non essere abbastanza politically correct. pensa che a scuola dove andavamo noi i ragazzini a scuola in qualsiasi momento possono dire “i don’t feel safe” e l’insegnante deve allontanarsi. anche in durante un interrogazione, anche durante fase della vita scolastica imprescindibili. ovviamente i ragazzini se ne approfittano e crescono con questa idea del safe space che limita ogni relazione. poi per carità, il rispetto è doveroso, però loro spesso cascano nell’estremo opposto per cui si paralizzano.

  1. Dillo che l’Europa è meglio, diamine! Siamo litigiosi ma simili. Io amo l’Europa. Pur con tutti i nostri innegabili difetti io mi sento profondamente italiana ed europea. E non da adesso. Alla maturità, ere geologiche fa, ho fatto il tema sull’Europa Unita che allora non c’era e già allora io ero favorevole

  2. Io mi sento prima europea e poi italiana. Quando incrocio un europeo di prima generazione come me sento subito un feeling! Ma ci sono anche quelli negazionisti eh… Sono diventata amica di un tedesco, dovevamo fare un’uscita a 4 (con sua moglie tedesca e mio marito argentino) ma poi la pandemia… Ero imbronciata come un bambino a cui vietano di andare a casa dell’amichetto a giocare! Aspettavo questo evento da anni, ancor prima di conoscere J. il crucco!

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