ce ne sono state tante. diligenti, sciatte, sorprendenti, scapestrate, severe, disastrose.
qualcuna è stata anni, come valentina diolabenedica o annalisa portapazienza. qualcuna veniva da lontano come eliza, l’entomologa, hannah banana, kat, kate, nina.
qualcuna ha fatto imprudenze, qualcuna è stata sciagurata, altre ci hanno messo l’anima, altre ancora proprio niente.
oggi sono insegnanti, politiche, scultrici, mamme, chitarriste punk, architette, impiegate. qualcuna ha fatto perdere le sue tracce e forse è giusto così, qualcuna è rimasta nel cuore e lo resterà sempre.
ognuna ha lasciato un pezzo di sé qui, ognuna le ha salvato la vita, almeno una volta.
perché quando elastigirl lavorava a tempo pieno, mister i era a londra e gli hobbit erano piccoli, le baby sitter erano una necessità, la chiave di volta intorno alla quale l’elasti-famiglia si reggeva ogni pomeriggio dopo la scuola o l’asilo, a volte anche la mattina, all’alba, quando elastigirl usciva in bicicletta per il primo turno in redazione.
abitavano un groviglio immondo e ne riemergevano ogni sera grazie a delle ragazzine.
perché questo erano quelle colonne portanti: magnifiche e sbrindellate ragazzine.
“cosa si fa con un bambino di cinque mesi?”
lo hobbit grande ha accettato una piccola offerta di lavoro: da ieri è ufficialmente, anche lui, a sua volta, un baby sitter. di un bambino che si chiama quasi come la compagna M ma con la O alla fine.
starà con lui due ore, ogni giovedì.
nel loro primo giorno insieme il piccolo M ha dormito quasi sempre, rendendo la vita molto semplice allo hobbit che lo ha portato a spasso dentro un marsupio, incontrando chi gli chiedeva se fosse figlio suo.
“mi facevano i complimenti”
“per cosa?”
“per l’avvenenza di entrambi”
alterna tenerezza (“è super carino!”), superomismo (“sarò una splendida figura di riferimento per lui”), megalomania (“lo accompagnerò nella crescita”) e insicurezza (“e se piange? se ha fame? se fa la cacca? se non mi vuole?”).
giovedì prossimo è un altro giorno per quei due ragazzini.
Passaggi di “testimone”…
Ciao!
Io a quel lavoretto devo molto (non ultima una quasi autonomia finanziaria durante l’università). Vent’anni dopo, ormai madre due volte e insegnante, mi dico che ero una ragazzina fiduciosa, che regalava serenità a una mamma single che spesso mi paragonava a Mary Poppins… Chissà quante idiozie ho detto e fatto, sempre in buona fede.
Ringrazio gli angeli custodi che ci hanno protetto per 5 anni, soprattutto durante le gite in bicicletta sul fiume.
Io ricordo ancora quando il primogenito chiamò “pomodorina” la babysitter, facendo il provolone!
Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla🥰