gli hobbit sono creature frugali che non indulgono al materialismo. alla domanda: “cosa vuoi in regalo per natale/compleanno/ricorrenza casuale ma significativa?”, loro solitamente rispondono “niente. sono a posto così”, forse perché in effetti non hanno bisogno di alcunché o forse perché non hanno fantasia. in entrambi i casi, elasti non si capacita. perché, se una domanda del genere venisse fatta a lei, avrebbe una lista lunghissima di desideri materiali e immateriali (“un cappotto bordeaux, una paletta per dolci, il libro di ricette della pasticcera compulsiva allo sbaraglio, un romanzo bellissimo, un viaggio a napoli o a torino o a genova o in giappone, una pianta resistentissima ma verde e amabile”).
il lavoro di immaginazione che richiedono i regali hobbit è pertanto immane. quest’anno tuttavia, poco prima di natale, elasti ha scoperto per caso che esistono delle esperienze di realtà virtuale in cui si va in un grande spazio vuoto, detto arena, e, con cuffia, visore e un arma di distruzione di massa (ma finta), ci si cala in mondi paralleli pieni di astronavi, passaggi segreti e impervi, città abbandonate, elicotteri, zombi.
così, con mister i, ha deciso che quello sarebbe stato il regalo per gli hobbit. e per loro due.
sabato hanno attraversato la città, chi in auto chi in metro, e loro cinque più la compagna M si sono presentati, ognuno abbigliato secondo la propria personale accezione di “esperienza estrema in cui dar prova di sangue freddo e destrezza”, a una signora scattante, accompagnata da due scherani muti, che ha spiegato loro le regole del gioco e, dopo averli armati di tutto punto, li ha scaraventati nell’arena.
sono stati teletrasportati in una stazione spaziale, sono stati attaccati da robot orrendi e droni assassini, hanno attraversato ponti sull’infinito. i maschi hanno fatto mansplaining, mister i è caduto per terra appoggiandosi a una consolle che sembrava vera invece era virtuale, la compagna M si è data il nome di battaglia “spaccatutto” perché bisogna crederci sempre. dopo hanno affrontato gli zombi, sono saliti su un elicottero e hanno sorvolato una città fantasma alla ricerca della cura contro lo zombismo.
quando la loro ora è scaduta, erano sudati e stravolti. elasti e mister i avevano raggiunto uno stato di sovreccitazione molesta, sneddu ripeteva “fichissimo”, il medio taceva, spaccatutto rideva e lo hobbit grande, che è vecchio dentro, ha detto “bello ma preferisco le escape room tradizionali”.
Ciao, mi puoi dire come si chiama e dove si trova questa cosa che hai descritto che la vorrei regalare a mio figlio ? Grazie Sonia
ti scrivo in privato!
scrivi anche a me? Grazie!
“Non lo preferisco” (Cit. da uno dei libri più belli dell’ultimo periodo..)
Bartleby lo scrivano? o Mio Fratello di Pennac?
Oliva Denaro di Viola Ardone
Oddio che figata PAZZESCA!!
Ho regalato il visore al marito per Natale 2020. È una figata pazzesca, da usare con una consapevolezza non indifferente perché è talmente immersivo che il rischio di perdere il contatto con la realtà è diventare dissociato è dietro l’angolo.
Non lo farei usare se non una tantum a dei ragazzi per dire.
Tutto ciò premesso: una delle cose inutili più fighe esistenti 😄😻😻😻😻
Mi incuriosisce molto ….
Mandi anche a me per favore l’indirizzo ? Vorrei portarci i miei nipoti ( 18 , 15 , 12 anni )
Grazie mille 🥰
Puoi indicare il nome anche a me, per favore? Sembra il regalo perfetto per il mio bimbo do 10 anni al quale non so mai cosa regalare!!
Grazie per il tuo racconto, mi hai incuriosito tantissimo! Potresti condividere il nome della struttura dove sei andata? (A Milano ce ne sono diverse)
Grazie mille!
Per favore potrei avere anche io il nome della struttura? Grazie!
Che meraviglia! Posso chiederti anch’io come si chiama questo posto? Mi sa che mi hai suggerito il regalo di compleanno per un prossimo quattordicenne che farà di noi i genitori più fighi del mondo! Grazie!!!