In questo strano periodo narcolettico, i momenti di veglia sono particolarmente preziosi, seppur non soddisfacenti come quelli di sonno. In effetti dormire è un’attività sottovalutata. Tra un pisolino e l’altro tuttavia ho incontrato e imparato alcune cose curiose.
Sophie Scott è una accademica neuroscienziata ma è anche una stand up comedian e la compatibilità tra i due lavori non mi era ovvia. Devo parlarne con Mister I che potrebbe esplorare nuove, più remunerative, frontiere professionali. Lei mi ha insegnato che il cervello usa il 25% di tutto l’ossigeno che respiriamo. Perché il cervello, anche nell’apparente inattività, sta lì, all’erta. E star sempre pronti consuma. Grazie a Sophie ho anche scoperto che i topi ridono, come noi, e che si ride molto di più in compagnia che da soli. Ma per quest’ultima informazione forse non serviva una cattedra in neuroscienze.
Ho letto un racconto su una madre che impazzisce dentro un supermercato con il carrello pieno di spesa e due bambini attaccati alla gonna. Ho iniziato un audiolibro noioso, domandandomi se fossi legittimata ad abbandonarlo, e ho sfogliato un libro di ricette mediorientali che non proverò perché non so giocare con le spezie.
Ho cercato come una stalker informazioni sulla famiglia di H., un tredicenne francese che presto starà da noi per uno scambio interculturale organizzato dalla scuola di Sneddu. Quando ho scovato la madre su Facebook mi sono sentita Mata Hari. Non sembra una serial killer ed è una buona notizia visto che a maggio Sneddu abiterà a casa di H. per una settimana.
Ho deciso che farò volontariato, ma prima devo smettere di dormire così tanto.
Nei prossimi giorni Mister I partirà per New York, il medio andrà a Napoli, il grande a Torino. Sneddu resterà qui così potremo drogarci di Mare Fuori anche se alla lunga gli effetti collaterali di una serie tv ambientata in un carcere minorile potrebbero essere devastanti per entrambi.
Quando lavoro, perché ogni tanto mi tocca anche lavorare, faccio finta di essere sana.
Ciao cara Elasti, dove hai letto delle ricerche alle quali fai riferimento? Sono interessata🙂🥰
ho ascoltato un podcast che si chiama snowcast in cui veniva intervistata sophie scott e poi mi sono ascoltata il suo ted sul ridere
Oltre a Mare fuori, vi consiglio caldamente la serie Lidia Pöet, per curiosità dei tempi e caparbietà dell’avvocatessa che ha gli occhioni di Matilda De Angelis.
Ma poi non perdete ,Sneddu ormai è grande, il magnifico durissimo Luce…incuriositevi e cercatelo su Netflix .
Famiglia americana aperta e dialogante , Naomi Watts e Tim Roth, figlio adottato perfetto,bello bravo buono ,insegnanti accoglienti. E poi…
Datemi fiducia!
lidia poet mi ha deluso tantissimo, mollato alla terza puntata perchè sembra di vedere enola holmes in salsa torinese. mi aspettavo un’accurata ricostruzione storica e approfondimenti sulla condizione della donna e sulla figura di questa donna, invece mi sono trovata una seriolina polpettonesca storicamente inaccurata e molto superficiale, incentrata sulla protagonista che gioca a fare la detective al posto del fratello non proprio sveglio.
peccato, un’occasione persa secondo me
grazie. in verità di lidia poët sto leggendo critiche piuttosto feroci
Anche io e figlia grande ci stiamo drogando di “mare fuori “.
Per ora l’unico effetto collaterale evidente è il passaggio da “bro” a “frate”….vedremo più avanti se ne avremo altri più preoccupanti 😉
Vi consiglio la serie BOEZ su Raiplay. A volte commovente.
Monitora il problema tiroide
. Altroché. È una ghiandola che ti può far stare terribilmente male.
mi sto curando ormai da oltre due mesi infatti. l’endocrinologo dice che poteva andarmi molto peggio
Cara Elasti, come va? Sentivo la tua mancanza dalla pagina di Donna…poi stamani un flesh…la.cerco sul web! Eccoti qua. Grazie per tenere vivo il tuo contatto con le tue lettrici (e spero anche lettori!). Buona giornata!
Ok.croce su Lidia Pöet segnalata solo come leggera distrazione. Sorry. Ma Luce no! È potentissimo, e credo che possa interessare molto a un figlio adolescente.
messo in lista, grazie! consiglio anche la miniserie netflix “when they see us”, è durissima ma da guardare con figli adolescenti
se le cose “scritte” bene ( e mi riferisco alle serie, televisivamente parlando, cioè) sono quelle che ti tornano in mente a distanza di tempo – posto che un buon settantaxcento potrei rivederlo poco dopo come nuovo – direi che vale la pena anche “la vita bugiarda degli adulti” ( detto da una che ferrante in volume non è riuscita/riesce a masticarla neanche un po’ nonostante ancora ci provi)
io amo elena ferrante. molto. ma il libro da cui la serie è tratta non l’ho molto amato e quindi resisto.
È da qualche mese che mi alzo presto per portare mio figlio in stazione così ho conosciuto la trasmissione radio e di conseguenza il tuo blog che mi piace tantissimo sia per i racconti che per come scrivi per riuscire a conoscere meglio la tua storia ho deciso di iniziare a leggere dal primo giorno. Sono arrivata al 2009. Buona giornata