Nonsolomamma

bienvenue dans le dehors

Sneddu e io siamo a Parigi e “tutto per ora sta andando perfettamente”, dice lui che preferisce i fatti alle iperboli. “Parigi è una Londra riuscita meglio” ha commentato dopo qualche ora sul suolo francese.
La prima sera abbiamo cenato con bao taiwanesi, polpette e patate dolci dei rifugiati sudanesi in un posto molto fricchettone e militante che si chiama Ground control. Mentre giravamo con il nostro vassoio pieno di cibo tra i lunghi tavolacci gremiti di centinaia di giovani gaudenti, senza riuscire a trovare posto perché nessuno ci faceva spazio, “Cla, stiamo perdendo punti aura” ha avvertito Sneddu che abita un mondo regolato da un contatore di carisma individuale. Ho perso aura anche quando, in un negozio giapponese che vendeva ipnotiche creature fosforescenti, ho incontrato redivivi scimmiotti della mia infanzia, e ho cantato il jingle della pubblicità dell’epoca (“Moncicci che fortuna averti qui”) e Sneddu voleva uscire.
Notre Dame restaurata è così pulita e bianca da sembrare finta.
“Questo è notevole” ha detto Sneddu, che parla a metà tra un trapper di Cinisello e un lord inglese di Belgravia, al cospetto delle 15 vetrate che raccontano la storia dell’umanità nella Sainte-Chapelle.
Pioveva e siamo andati al Louvre. Sneddu ha molto apprezzato la Nike di Samotracia mentre gli appartamenti di Napoleone cozzano con l’understatement che lo contraddistingue.
Alla biblioteca nazionale ci si è aperto il cuore, probabilmente per motivi diversi. Lui è entrato nel chill della realtà virtuale bibliotecaria e, con il visore in faccia, mi ha detto “vai pure a fare le tue cose”.
Da questa Londra-riuscita-meglio è tutto per ora.

5 pensieri riguardo “bienvenue dans le dehors

  1. per sneddu: ho letto che hai ammirato la Nike di Samotracia, sai che mi è capitato di contribuire,per quanto con un contributo modesto, al suo restauro? Quando lessi per caso che il Louvre aveva aperto una sottoscrizione ,ho subito mandato con orgoglio il mio contributo, perché questa magnifica statua era stata,ai tempi del liceo, l’argomento di una mia tesi in storia dell’arte.l’amavo molto. Il bello è venuto dopo: mi fu detto dal museo che il mio nome sarebbe apparso in lunghi striscioni nella sala assieme a quello di tutti gli altri donatori ,e mi inviarono un invito per due per una visita privata! Visita che effettuammo, trattati come principi, con enorme emozione! Indimenticabile.

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