Nonsolomamma

l’antivigilia

Mi sono tagliata i capelli. Parecchio. Mi sono messa un rossetto rosso fuoco. Ho indossato la tuta del Grinch. Sono uscita di casa in pantofole. Mi sono stesa per terra in salotto, a stella marina. Ho saltato la cena. Sono rimasta dieci minuti a testa in giù. Ho debellato definitivamente i peli dal mio corpo. Ho passato un pomeriggio a fare pacchetti di Natale. Sto vendendo metà del mio armadio su Vinted.
E nessuno di accorge di niente. Mai.
Si sono accorti soltanto quando ho mangiato sei pallozze di cioccolato ripiene di crema gianduia. In quel caso mi hanno beccata all’istante. E mi hanno redarguita severamente.
Vivere con i maschi è questa cosa primitiva qui, senza orpelli né dettagli. Questa cosa che va al sodo e ignora il superfluo, trascura la forma e non vede la sfumatura. Vivere con i maschi è un distillato di sostanza, un bagno continuo di realtà, un abbraccio estemporaneo e immotivato, l’affetto spiccio e solerte dei fatti, la trasparenza del contorno, i «se non me lo dici come faccio a saperlo?».
Io a questa cosa mi sono talmente abituata che quasi mi piace. Mi ci sono talmente abituata che mi sembra l’unica modalità possibile di stare al mondo. E se ho una mattinata libera, busso alla porta di un altro bambino, sempre maschio, per tornare lì, dove tutto comincia.
Il bambino M ha 4 anni e il grande è il suo baby sitter da quasi prima che nascesse. Oggi M è venuto a stare a casa nostra e io gli ho proposto un’avventura al museo.
Abbiamo saltato pozzanghere e rincorso autobus, siamo scampati alla voracità di piante carnivore, abbiamo contato macchine rosse e accettato caramelle da una sconosciuta. Avevo dimenticato l’effetto della presenza di un bambino sugli altri esseri umani: muratori nerboruti che fanno ciao con la mano, anziane signore che pongono domande intrusive e inopportune, camionisti che offrono passaggi sul rimorchio. Avevo dimenticato l’incanto e il privilegio di assistere alle prime volte, benché sempre maschie.
Domani è quasi Natale. La felicità è un rossetto rosso fuoco di cui nessuno si accorge, un distillato di sostanza, un abbraccio immotivato, il bambino M che ride.

4 pensieri riguardo “l’antivigilia

  1. Meravigliosa ElastiClaudia nostra, riesci sempre ad esprimere in modo intimo e inclusivo al tempo stesso le emozioni che ti abitano che riguardano anche noi…sono anche nostre…. Ma come hai fatto a sapere che avevo proprio bisogno di condividere le delusioni conosciute dai miei maschi e che si possono accettare ..digerire..quasi amare… E la meraviglia …l incanto.. delle prime volte delle mie nipotine..sono la cura..la medicina..la gioia vera che spero potrai trovare anche tu diventando nonna…nell attesa ecco benefiche quelle del bimbo M Grazie di esistere..di scrivere..di coinvolgerci come sai fare solo tu col sorriso con sapienza e fantastica ironia Un abbraccio pieno di affetto e di auguri belli Ti sj ama proprio tanto si e’ capito? Tua per sempre Cesarina da Bologna (Ci siamo gia conosciute e scritte quando mi hai mandato con generosita un vocale su richiesta dei miei figli per i miei 70 anni ..tre anni fa…)

  2. Adorabile. Sai descrivere cose che solo chi vive conosce. Hai un talento pazzesco nell’uso delle parole che poni una accanto all’altra come fossero note musicali di una melodia. Non smetterei mai di leggerti. I tuoi scritti rapiscono letteralmente gli occhi e il cuore di chi legge. Grazie Claudia.

Scrivi una risposta a maliva Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.