si chiamava michele e veniva da sant’angelo dei lombardi.
aveva i ricci e lo sguardo sornione. aveva poco più di vent’anni e aveva rubato parecchi cuori tra le bambine di quella scuola elementare, dove di solito i bidelli non avevano ricci neri e occhi blu, come lui, ma una scopa in mano e la faccia scura.
michele rideva, raccontava storie e giocava a pallone all’intervallo.
amava il suo lavoro e lo faceva con passione e allegria.
aveva vinto un concorso pubblico, aveva lasciato la sua mamma, il suo papà e i suoi fratelli ed era venuto a milano a lavorare.
era felice, diceva facendo le smorfie per farci ridere.
michele era il fratello maggiore che tutti noi avremmo voluto avere.
un giorno non si presentò a scuola. e nemmeno il giorno dopo, né il giorno dopo ancora.
"che gli è successo?", chiedevano tutti.
i bidelli scappavano via, le maestre abbassavano lo sguardo.
nessuno aveva il coraggio di spiegare.
era la fine di novembre del 1980 e michele era tornato a casa, in irpinia.
il terremoto aveva devastato sant’angelo dei lombardi e si era portato via tutta la sua famiglia.
dopo qualche settimana tornò a scuola.
ma non era più michele.
il terremoto gli aveva svuotato lo sguardo, strappato il sorriso, rubato la passione e l’allegria, gli aveva spezzato qualcosa dentro. michele si era spento, lasciandoci increduli e smarriti.
visto da qui, dalla lontana città di A, nel mezzo del nulla, il terremoto in abruzzo ha gli occhi vuoti di michele.
vista da qui elasti è anche peggio… un abbraccio
era il 23 novembre del 1980 ,io avevo 6 anni , io abitavo ad avellino e me lo ricordo eccome quel terremoto, mi ricordo Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni e gli altri paesi dell’avellinese…é tutto impresso nella mia memoria.incancellabile.
mandando un semplice sms al 48580 doniamo 1 euro ai terremotati. è valido per Tim, Wind e Vodafone.
aiutiamo chi resta, chi non ha più nulla.
grazie
Life
😦
Cara Elasti, il terremoto è una tragedia di per sé, ma la mancanza totale di serietà dei nostri governanti che hanno costruito negli anni una tragedia ancor più grave di quella che la natura ha provocato, con la loro totale mancanza di serietà, senso dello stato, senso del loro compito e della loro missione. Dovremmo vergognarci, perché non siamo mai riusciti ad costruirci un governo, una classe politica e dirigente migliore di questa massa di delinquenti senza vergogna che ora piangono lacrime di coccodrillo.
Lucia
nel 1980 io avevo due anni ma mia madre mi racconta sempre di mio zio, Volontario della Protezione Civile che andò a dare una mano,delle scosse, della paura, della notte nelle tende.
lo faceva perchè e bello aiutare gli altri perchè un domani l’altro potresti essere tu.
Karima
Avevi detto che non avresti scritto, che non avevi parole.
Invece ce le hai avute. Belle, come sempre.
Anche io ieri non sapevo cosa dire, scrivere, pensare.
Poi una diarrea e Dino Risi mi son venuti in aiuto.
Avevi detto che non avresti scritto, che non avevi parole.
Invece ce le hai avute. Belle, come sempre.
Anche io ieri non sapevo cosa dire, scrivere, pensare.
Poi una diarrea e Dino Risi mi son venuti in aiuto.
Paura e impotenza, questo è il terremoto per chi nata nel Belice dopo il 68 ricorda che veniva strappata dal lettino dalle braccia paterne per uscire fuori di casa nel cuore della notte a ogni minima scossa.
L.
A volte ci si dimentica del reale significato di parole come disperazione, dolore, fame, paura per il futuro.
Poi vedi quegli occhi alla tv e tutto diventa chiaro, almeno per un po’…
Se i nostri guai dipendessero solo dal terremoto, sarebbero poco.
Invece il più lo fecero e lo fanno l’insipienza, l’ottusità, la disonestà di una classe politica e dirigente da brividi.
vista da qui è la solita italia.
quella di un ospedale costruito nel 2000 chiuso per inagibilità, delle case per studenti che si sbriciolano, del cemento “dis”armato e, ovviamente, dei politici che berciano.
sono giorni più tristi del solito
che tristezza elasti…
come ti capisco!
senza parole.
anche vista da qui. che casino!
cara elasti….questo terremoto ci ha scosso nel vero senso della parola , da dentro!
l’altra notte avevo il mio cucciolo di 6 mesi attaccato al seno e quello più grande da solo nella sua cameretta e per 50 lunghi secondi tutto è tremato e ogni pensiero si è ghiacciato fino ad asciugare la bocca e i pensieri!
a roma lo abbiamo sentito forte, ma la paura che abbiamo provato è stata nulla in confronto a chi l’ha vissuta lì.
il solo pensiero dei bambini mi distrugge….
ciao elasti! a presto…..
ecco…adesso sono visibile! sono quella qui sopra!
ciao elasti di nuovo…..
Avrei voluto scrivere tante cose,ma purtroppo nn ho parole..ho una tabula rasa al posto della testa!L’unica cosa che mi sento di dire è questa:sono orgogliosa di essere Abruzzese!!
Tatamichy
Purtroppo è vero. Dopo la conta dei morti, dei danni, dopo la ricostruzione (se averrà) e un fiume di polemiche e dietrologie, dopo ci sono altre ferite, spesso indelebili: quelle dell’anima.
Cassandra
Orribile.
Ma e’ ancora piu’ orribile che dicano che dato che il terremoto e’ avvenuto di notte, i morti siano inevitabili. In Giappone i terremoti hanno sempre magnitudo 7-8 richter, ma i palazzi non crollano piu’ come fanno i nostri cui basta “solo” una magnitudo 5-6. Non e’ da paese civile avere palazzi che ti crollano in testa, SAPENDO DI ESSERE UN PAESE A RISCHIO SISMICO ELEVATO.
Un abrracio all’Abruzzo…
Elena
Cara Elasti… stavo raccontando ai miei hobbit (oramai uomini) delle persone che ho conosciuto facendo un po’ di volontariato nelle tendopoli dei paesi maggiormente colpiti qui, in Friuli, nel 1976.
Il tuo post mi ha fatto ricordare tante lacrime condivise.
Il terremoto è davvero una cosa terribile. Davanti a lui siamo piccoli, indifesi e inermi…
Un saluto da Kaishe
elasti, ogni parola è superflua…
grazie per esprimere quello che io non sono in grado di fare
Michela
è devastante. .(
vista da qui, da vicino posso dirti che è molto più vuota dello sguardo di Michele…
mi hai commosso
Io sono napoletana e nell’80 avevo 8 anni.
Certe cose non potrò mai dimenticarle
La napoletana che nell’80 avev a 8 anni si è dimenticata di firmarsi.
Baci
Lydia
condivido la sensazione di stupida e vuota ineluttabilità che si prova in queste situazioni. Insegno in una Università abruzzese, anche se vivo lontano da lì, ma il pensiero va ai miei studenti orgogliosi, fieri, curiosi a volte ingenui rispetto ai loro coetanei delle grandi città. La loro grande forza di volontà di superare asperità climatiche e geografiche per andare a studiare e a sperare in un futuro migliore per la loro terra. Molti vengono da quei paesi colpiti, forse dal resto d’Italia poco noti, ma di una bellezza a volte soverchiante, profonda, densa di storia e di capolavori artistici. Il loro più banale diritto era quello di avere un alloggio sicuro, banalmente antisismico.
sono senza altre parole
I.
Sì occhi vuoti.
Si accompagnasse col silenzio questa solitudine, invece che con dei crani vuoti in prima serata, ce la potremmo anche fare.
anch’io ho vissuto il terremoto del friuli, nel 76
prima la scossa fortissima di maggio, 56 secondi di terrore
poi le due scosse altrettanto -se non più, viste le condizioni dei paesi, che a fatica avevavno cominciato a cucire le ferite- del settembre successivo.
ricordo le parole di una poesia , che dicono, più o meno:
LA TERRAFERMA TREMA ED E’ ABISSO
E’ COME SE NOSTRA MADRE CI MENTISSE
SE DUE PIU’ DUE FACESSERO CENTO
SE LA NOSTRA MANO SI ALZASSE CONTRO DI NOI
Ecco, il terremoto è questo
La polemica sull’anti-sismico è veramente stucchevole nonché indotta dalla spinta polemica di un giornalismo marcio e sciacallo e di una politica paranoica che cerca sistematicante, senza pudore e senza fermarsi davanti a nulla, l’attacco frontale al “nemico”.
Che si fa ? Abbattiamo tutti i centri storici italiani e li rifacciamo anti-sismici ?
E tutte le case private costruite da bisnonni, nonni, padri, ecc. ?
Ma per piacere….
Basta polemiche inutili e un po’ di rispetto per morti e sfollati e di chi sta lavorando da giorni per aiutarli !
la polemica è lì che ti tenta.
e se stai zitto e non infierisci sulle carfagne e le balle del “tutto sotto controllo, ce la facciamo da soli”
(basta spostare le manopoline della radio dalle frequenze istituzionali per raccogliere sprazzi di verità diversi e multipli) e’ solo perchè il pudore ed il dispiacere per quelli che hanno perso vita, casa, affetti è più grande.
ma un modo per fare valere il buon senso, primo o poi, cavolo, deve esserci!
potrò o no andare dal mio sindaco e chiedere cosa è previsto DAVVERO per la mia città ( e per i miei figli che costì crescono), che è ad altissimo rischio sismico, senza essere accusata di essere faziosa?
Il 26 settembre 1997 è venuto qui in Umbria e le scosse sono state dal 7° al 10° grado di intensità della scala Mercalli e di 5,8 gradi sulla scala Richter. Ha distrutto tutto e ci sono state 11 vittime.
IL 6 aprile viene a l’Aquila ed è di 7/8 gradi sulla scalla Mercalli e 5,8 su quella Richter.
Perchè nel secondo caso, assieme alle case vecchie e a quelle costruite dopo il 1980, è crollato pure l’ospedale, inaugurato nel 2000 in una zona ad altissimo rischio sismico (dove ci dovrebbero essere certe regole per tirar su costruzioni)?
Ma è possibile che nessuno vada in galera?
Scusa lo sfogo, ma rivivere certe cose e certi momenti è drammatico!
PS: tra l’umbria e le marche ancora ci sono le baracche. Anche sulla ricostruzione sono scettica
Ciao Elasti, vivo in un paese sulla costa abruzzese, il terremoto qui si è sentito e si sente ancora, nel nostro picolo stiamo facendo il possibile per aiutare chi ha perso tutto. Ma l’ Aquila oltre a essere il capuologo è anche il centro universitario maggiore della regione, e tanti studenti abruzzesi che sono andati a studiare li, hanno perso la vita sotto le macerie. Quindi il dolore è in ogni paese e quartiere d’abruzzo. E’ un dolore atroce. Tutto sembra impossibile e irreale. Tutti sono sconvolti e senza parole. Cara Elasti ti mando un bacio.
Sharon&G
Io un abruzzese l’ho sposato e i miei suoceri e i suoi parenti, oltre a decine di amici, vivono tra Pescara e L’Aquila. Una amica è salva perchè era a Torino per un impegno, la sua coinquilina ha fatto appena in tempo ad uscire di casa prima che la casa crollasse. Il mio piccolo hobbit, che tra l’altro ha perso un nonno 15 giorni fa, è troppo piccolo per capire ma io sto facendo una scatola dei suoi abiti ormai troppo piccoli da mandare a chi ne ha più bisogno. Quando sarà grande gli spiegherò perchè in questi giorni, più che in altri, quando lo abbraccio lo faccio molto forte, forse troppo.
Eliseth
Cara Elasti, nel tuo post rivedo gli sguardi dei Friulani, che per quanto avessero case nuove e non murette medioevali, si son visto crollare un’immensità di case addosso e piangono ancora un migliaio di morti.
queste esperienze ti segnano per la vita e ti fanno sentire talmente fragile da perdere ogni sicurezza.
anch’io ho vissuto il terremoto dell’80..avevo 10 anni….e domenica scorsa, qui a napoli, di nuovo la stessa paura…io e le piccole….una zattera nella paura….
claudia
Ho letto tante testimonianze, il nostro si sa è un paese sismico ma ho notato che al solito ci sono terremoti e terremoti, nel 1990 in Sicilia la terra ha tremato ci sono stati morti, paura, notti passate in auto, anche da chi come me ha una casa che ha resistito.
Ricordo il pericolo che proveniva anche dall’Etna che il terremoto aveva risvegliato, ricordo la paura che come a Messina tanti anni prima si verificasse un maremoto(l’epicentro era in mare).
Ma un ricordo mi è rimasto sopra tutti mentre con il mio fratellino di 6 anni ascoltavamo la radio in macchina ricordo un messaggio inviato da qualche ****** FORZA ETNA SOTTERRALI TUTTI! che la radio riportava con tristezza.
io spero che nessuno di quelli che sta soffrendo adesso abbia un ricordo simile.
Karima
veramente una tragedia, non ci sono parole solo tanti pensieri di solidarietà per le vittime e chi è rimasto in vita, pur con l’estrema difficoltà di dover ricominciare.
c’è un post nel mio blog che esprime il mio stato d’animo devastato. sono molisana e sette anni fa ho vissuto sulla mia pelle quelle scosse terrificanti che fecero crollare la scuola a san giuliano… quello stato di paura e di terrore, come una spina al petto che ti toglie l’aria, sono riemerse da quattro giorni ormai, e non m’abbandonano.
Vivo vicino l’Aquila e anche da me il terremoto ha seminato danni e paure che è difficile combattere, ma per fortuna non la morte.
Da abruzzese ti ringrazio per le belle parole e la sensibilità con cui ne hai parlato.
Grazie elasti, il tuo è stato senza dubbio il pensiero più emozionante che ho letto fino ad ora.
Grazie davvero…
Gabriella, Abruzzese.