Nonsolomamma

amarcord

quando era malata, da piccola, elastigirl si trasferiva al quinto piano, a casa della nonna sara. si installava sul letto che un tempo era stato della sua mamma, con il copriletto di cotone verde ricamato. per l'occasione veniva tirato fuori da un armadio un tavolino-per-malati, pieghevole, di legno, dotato di ogni comfort, tra cui un leggìo incorporato. elastigirl aveva, oltre al tavolino delle meraviglie, libri, fumetti, due cuscini dietro la schiena, il gioco della dama e un mazzo di carte per i tornei di rubamazzetto con la nonna.
quando era malata, da piccola, elastigirl era in paradiso.
in quella stanza, quella del letto con il copriletto verde ricamato, c'era un parquet scuro, scricchiolante su cui era vietato camminare scalzi perché, narrava la leggenda, era pieno di temibili spine di legno pronte a infilarsi nelle piante dei piedi. c'era anche un armadio con un grande specchio che aveva il potere di farti sembrare bellissima, anche se avevi la febbre e il mal di gola ed eri pallida come un cencio. c'era un tavolo con la macchina da scrivere della nonna e un cassetto che conteneva carta carbone, carta assorbente, graffette, puntine e varia cancelleria tutta dotata di un ipnotico profumo.
a casa della nonna, quelle mattine senza scuola, la vita aveva ritmi, sapori e odori diversi e preziosi che sono rimasti impressi, nascosti da qualche parte, nell'elasti-coscienza.
grazie al part time verticale, ieri e oggi elastigirl è stata a casa insieme allo hobbit piccolo, per smaltire gli effetti di un fulmineo virus intestinale.
hanno fatto mille partite di rubamazzetto, hanno letto un libro che parlava di un fantasma pittore dentro un castello, hanno mangiato petti di pollo dietetici, hanno ascoltato qualche marcia scozzese (poche però) e due fiabe sonore. sono stati bene.
per un attimo i ritmi, i sapori e gli odori di quelle mattine, sono affiorati oggi tra un asso di cuori e un re di picche, nello sguardo beato di uno hobbit inconsapevole.

66 pensieri riguardo “amarcord

  1. che tenerezza…
    io quando ero malato da piccolo aspettavo con ansia mio padre, che mi comprava ben tre pacchetti di figurine!
    oggi che sono padre, quando i miei figli sono malati (come in questi giorni) mi piace coccolarli più del solito e, anche se la mamma è sempre la mamma, è bello tenerli in braccio e accarezzare loro i capelli, o leggere un libro insieme, o sapere che aspettano che torni da loro portando il giornalino della pimpa o il cornetto appena sfornato.
    quasi quasi mi commuovo… (e comunque speriamo che l'estate arrivi in fretta!!!)
    I.

  2. Che belle cose… viene quasi voglia di ammalarsi!
    E a ben vedere… queste malattie lievi, servono proprio a dare queste pause  ai ritmi frenetici della vita, e potersi godere in tete à tete lo hobbit piccolo più medio di tutti.

  3. Mi hai fatto ricordare la mia nonnina, che se n'è andata 1 anno, 4 mesi e 5 giorni fa. La nonna è sempre la nonna, a qualsiasi età.
    Mi chiamava la sua STELLA.
    Adesso lei è la mia.

  4. Passato il delirio da primina, trovo che ci sia qualcosa di teneramente affascinante nello scrivere a quest'ora, quando la famiglia dorme e noi donne ci ritroviamo con un'insolita quiete e qualche minuto di respiro a disposizione, e ci ritroviamo qui, nel salotto di Elasti che lascia la porta  aperta e ci accoglie con il suo sorrsio. Bello, bello, bello.
    Chicca

  5. Mi sono commossa. Io rimanevo nella mia stanza, quella che ho diviso con mio fratello (più piccolo) finché siamo giunti alla soglia dei trent'anni… ricordo le matite colorate, i fogli, la luce tiepida e poi calda penetrare dalle tende bianche ricamate. Mi vien da piangere al pensiero di quando accadrà di coccolare l'Alieno malato che ha saltato la scuola. Per ora ha solo 15 mesi, e quando sta male vado ancora ai pazzi! ;-)) ;-P

  6. undecima!
    Che onta:)

    Elasti molto bello davvero – e solo sotto il profilo narrativo chiaramente sono molto contenta di questo fantasma del virus intestinale che contiene l'altrimenti rischio di pollyannità di ritorno.

  7. Quando ero piccola e ammalata potevo stare nel lettone (la mattina) e veniva il mio nonnino a prendersi cura di me… mi portava delle liquirizie lunghe e buonissime che oggi non si trovano più e qualche giochino… e mi raccontava con la sua voce dolcissima un sacco di storie… si chiamava Fiore ed è stato un nonno meraviglioso…

    Un bacino a te e allo hobbit piccolo

  8. Ciao Elsti, ti conosco da poco ma mi sembra che tu scriva di me ogni volta che leggo il tuo blog! tu però sai esprimere la dolcezza della mamma in tutta la sua interezza e così non passa sera che prima di spegnere il Mac di mio marito non dia una sbirciatina dietro la tua finestra, con la speranza di trovare qualcosa di nuovo che mi faccia sorridere o commuovere prima di andare a dare l'ultimo bacio della buona notte ai miei topini e poi addormentarmi, consapevole che altre mamme stanno vivendo, come me, questa meravigliosa avventura che è essere genitore.

    Grazie

  9. A me ha colpito soprattutto il cassetto con la carta carbone, la carta assorbente, le graffette e le puntine tutte dotate di un ipnotico profumo… Anche la mia nonnina aveva dei cassetti, di legno scuro, tutti dotati di un ipnotico profumo… con dentro nastri colorati di tutte le fogge e tutte le misure, che teneva da tutti i pacchetti e anche altro (alcuni erano di stoffa). Io aprivo il cassetto, li tiravo fuori dal sacchetto e mi divertivo a guardarli, con tutti quei colori e spessori e materiali. Questo è solo un piccolo ma grande dettaglio della mia amata nonnina che si chiamava Evelina.

    P.S. Elasti, lo sai vero che la nonna Sara… si tramanda da parte di madre, vero?

    Baci baci,
    P.

  10. Senti come lo spiego che è solo un caso che anche a me è uscito post su nonna, anche se di altro stampo. Il post intendo, sugli stampi delle nonne si sa che sono pezzi unici come le persone, ma le nonne di più.
    Poi mi dicono che ti copio? Di nuovo!
    Va be' tanto lo sai te che non è vero che ti copio. Mi basta.

  11. E’ l’amore il sesto senso che può contenere tutti gli altri, far riaffiorarare i ricordi dalla memoria di tutte noi? A me è capitato nelle vacanze di Natale, vedendo l’espressione di celestiale beatitudine con cui mia figlia si è accoccolata sotto la copertina sul divano della nonna con i suoi 39 gradi, al terzo giorno di vacanza, come se la febbre fosse un regalo anziché una scocciatura. È una magia, e l’ho riconosciuta.

  12. Delicato questo post … Anche io avevo una nonna Milena che mi coccolava quando avvo la febbre…
    Quoto la 10: grazie ad elasti che ci fa radunare di sera tardi quando le belve dormono ( si spera) , intorno al suo falò virtuAle . Barbaa

  13. Quanti ricordi…è bellissimo quando riesci a descrivere così bene le piccole grandi meraviglie della nostra vita. E' proprio vero, i giorni a casa da scuola avevano questo sapore di strano, di magico…così come le case dei nonni, piene di oggetti che sembravano prendere vita solo in quel momento, tra le nostrre mani.
    E tu sei riuscita a raccontarcelo meravigliosamente!
    Buona guarigione e divertitevi!
    Isa (giasel)

  14. Quando ero malata da piccola, la mia mamma mi faceva la spremuta di arance o mandarini, poi mi comprava Topolino e altri giornalini e me li leggeva se il mal di testa era troppo forte. Poi la sera mio padre tornava dall'ospedale e, non potendone più di malati, mi diceva "Su, su che non è niente". Poi mi provava la febbre ma senza termometro, solo mettendomi la mano sulla fronte. Adesso fa lo stesso gesto con mia figlia, e, mentre mia mamma fa nuove spremute di arancia, io leggo a mia figlia i suoi libretti preferiti. Commovente…sì adesso però basta, che arrivi l'estate presto, eh!

  15. quando trenta e passa anni fa stavo male io, mia nonna diceva sempre che non poteva venire, ma non lavorava, e non aveva altri da accudire. le poche volte che sono stata a casa sua non si poteva fare niente, si poteva giocare solo con le quattro cose da bambini che erano gia'  tramandate da chissachi, e guai ad aprire un cassetto , prendere un foglio o una matita che non era tua….guai.
    debs
     

  16. A ripensarci quel quinto piano era davvero magico, era il piano delle nonne. La casa della nonna sara la ricordo e mi piaceva un sacco, era grande, c'erano anche degli scalini (o forse ricordo male?) e poi c'era la libreria all'ingresso dall'altra parte nel corridoio buio, era affascinante. Il parquet era lo stesso della nonna anna ed era tremendo… Ogni volta che mi finiva una scheggia nel piede la nonna anna chiamava tua nonna che arrivava munita di spillo per levarmela… che incubo! 🙂

    baci.

    il cugino s.

  17. Mia nonna non mi ha mai assistita quando ero malata, perché abitava in un paese lontano. Ma ricordo che, quando andavamo là per le vacanze, mia sorella e io ci aggiravamo per la sua casa come se fosse un castello fatato, perché era piena di angolini misteriosi e in penombra, lunghi tendaggi,  cassettini, bambole sul letto, carillon, il cestino dei gomitoli, le tazzine di porcellana che avevano una dama sul fondo, un gatto scontroso…
    Era mio nonno che ci ha insegnato a giocare a carte. Giocavamo uno (lui) contro due (noi) perché diceva che non eravamo abbastanza esperte per giocare uno contro uno: lui era un campione! A volte mia sorella e io lo vincevamo a briscola e lui si arrabbiava, che buffo!
    I miei nonni erano magici tutti e due…
    Antonella

  18. Mi sono commossa… sarà perchè anche io avevo una nonna con un letto con un copriletto particolare (giallo ocra, però), il parquet scricchiolante, una nonna con un carattere severo ma affettuosissimo con me, delle stanze daglimodori strani e buonissimi… da piccola stavo molto spesso con lei perchè mia mamma ha sempre lavorato tanto… ed ora vivo nella casa della mia nonna, le sue stanze sono diventate le mie e lei è sempre con me…

  19. oddio che magone! cioè: io non ho mai avuto una situazione simile, ma mi ricordo el infinite coccole che ricevevo quando ero malata, poi sarà anche che oggi inizio l'inserimento al nido che c'ho la lacrimuccia facile….

  20. quando ero malata, la mia nonna mi preparava i capelli d’angelo con l’olio e tanto, tanto parmigiano e mi portava le figurine… ed io non dovevo fare assolutamente nulla, se non godermi il letto…
    che bello!!!

  21. Ciao. Anche io sono a casa, malata con pupa malata (nel nostro caso tosse direi asinina. Al posto di rubamazzetto si fanno gare di raglio libero).
    Leggendo il tuo post non ho potuto fare a meno di chiedermi, con grande nostalgia, due cose:
    – dove saranno mai finiti quei bellissimi tavolini da letto con la ribaltina? Anche io me lo ricordo, da malata, coperto di giornalini (Candy che bacia Terence ha nobilitato una varicella), giochi, piatti di patate lesse e semolino. Li faranno ancora?
    – ma soprattutto: come diavolo facevano i nostri genitori/nonni a tenerci a letto quando eravamo malati? Mia figlia ha sette anni e mezzo e io ricordo forse una volta in cui la febbre ha raggiunto i 39° di averla vista barcollare. Altrimenti, inarrestabile e inallettabile!
    Chiara

  22. mia nonna che, a detta di mia madre, è stata una pessima madre è stata invece, a detta mia (in realtà anche sua però!), un'ottima nonna quando io e mio fratello eravamo malati arivava a casa nostra per le 8 e se ne andava alla 3 quando tornava mia mamma.
    le lente giornate di convalescenza prevedevano: toeletta completa a tutto il parcobambole che comprendeva bagnetto con shampoo, piega e asciugatura a phon.
    per mio fratello invece c'erano costruzioni di lego degne del genio civile!

    e poi letture fino a farsi seccare la gola.
    mia nonna aveva il barattolo delle meraviglie con elastci, bottoni, graffette, figurine, gomme da cancellare indurite dal tempo e tante altre piccole sorprese.

    ora la mia nonna è al ricovero con l'alzheimer, spesso non riconosce quegli ingrati dei suoi figli ma dei suoi nipoti e dei suoi bis nipoti ricorda vita, morte e miracoli…io l'ascolto e mi commuovo quando la imbocco pensando a quante volte l'ha fatto lei con me!

    Jo

  23. Sssìììììììììììììììì è veroooooooooooooo …..
    Che belle le mattinate con l'odore di naftalina che usciva dall'armadio di legno di pino con la chiave in ferro battuto e con l'odore di guance di nonna alla crema Venus ! !

    Mimì-e-che-bello-lo-sguardo-beato-di-uno-hobbit-inconsapevole 😉

  24. Spesso penso che sia fantastico come i figli risveglino in noi la parte assopita, dei ricordi, dei profumi e delle situazioni cui non pensavamo più.

    Con loro ritroviamo in noi stessi il lavoro delle mamme, dei parenti, delle nonne che in loro assenza non sarebbe mai emersa e che inconsciamente ci ha formate e ci guida nell'essere mamme.

    La nonna elena mi faceva ballare mettendo i miei piedini sopra ai suoi…io lo faccio con giulietto…tutto torna (nel bene e nel male!).

    Buona guarigione!
    alessandra (e giulietto)

  25. Mamma mia cosa mi hai ricordato ! Il tavolinetto ! Ce l'aveva (e credo abbia tuttora) anche mia nonna ! Anch'io lo adoravo letteralmente. Ma perchè???? Che magia può avere un tavolinetto da letto??

  26. Io non traslocavo, avendo la mamma casalinga, né mi ricordo di come trascorrevo i giorni di malattia.
    Ma quando uno dei miei due nani si ammala, io mi piglio i permessi non retribuiti finchè ne ho e passiamo ore a giocare a carte, da rubamazzetto a briscola, da stracciacamicia a scopa, oppure a monopoli, partite che durano anche due giorni.
    Poi mi auguro che guariscano presto perché io sclero nella reclusione domestica dopo 48 ore.
    Roberta

  27. davvero un bellissimo post Elasti!
    credo tu abbia risvegliato in molti lettori/lettrici un sacco di ricordi più o meno schiacciati dai ritmi quotidiani. A me hai fatto tornare in mente la stanza con soppalco e letto in ferro battuto in casa di mia nonna, anche lì il parquet scuro scricchiolava e c'era un meraviglioso cassettone con cassetti enormi e durissimi da aprire (ma dentro c'erano delle meravigliose marionette antiche) e poi la finestra "magica"… va beh non tedio oltre…
    grazie
    un abbraccio
    Elisa B.

  28. ROBERTA67 che emozione, pensavo che stracciaincamicia (in casa mia altrimenti detto strass' in camisa) se lo fosse inventato mio padre per far giocare anche me a carte pur non sapendo fare le addizioni quindi impossibilitata a giocare a scopa!

    Giorgia

  29. Un grazie al part-time che permetterà all'hobbit di avere, da adulto, dei ricordi dolcissimi di quando era malato da piccolo ;)! Preziosissimi ricordi che fanno stringere il cuore… quando per qualche giorno di influenza si diventava i re della casa, serviti e riveriti come alla corte di versailles…

    silvia83p

  30. La mia nonna c'è ancora, ha 90 anni passati e si chiede, un po' intristita, perchè io non le lasci mio figlio da accudire…
    ho passato quasi tutta l'infanzia con lei, vacanze comprese, ed anche io, come voi, ricordo mobili strani come il letto dove dormivo che era chiuso in un armadio o l'odore del vics con cui mia nonna mi cospargeva appena iniziava la tosse… il nodo in gola mi sta per esplodere e siccome sono al lavoro magari la smetto…
    giofaccione

  31. io il filo del discorso penso di averlo capito benissimo.ho perso mia nonna che aveva 99 anni ancora lucida come un diamante. altri tempi, altre caratteri, altre tempre. di lei ho persino il nome, oltre che il caratteraccio…anch'io ricordo con una nostalgia incredibile le estati in campagna e quei ritmi sempre uguali e rassicuranti che sono stati un punto di riferimento incrollabile nel mezzo della confusione…anch'io parquet scricchiolante. scatola dei bottoni. profumi. meglio che vada, aiuto. sei sempre due spanne sopra,  comunque,
    sempre la n. 83

  32. Che bei ricordi, io passavo le mattinate nel lettone della mamma, leggendo in continuazione e nascondendo il libro, perchè leggere peggiora il mal di testa.  A volte mi chiedo se sono mai stata malata davvero o se fingevo solo per godermi il lettone. 
    Sigh. Voglio riuscire a fare il part-time anche io. 

  33. gli avvenimenti magici si chiamano tali perchè capitano raramente. però te li ricordi per sempre.
    io quando ero malata mi ricordo che potevo seguire una trasmissione alla radio della rai "salviamo la faccia" con Simona Marchini. Mi piaceva da morire.

  34. Un po' OT rispetto al post ma per dirti che:
    – ho finito ieri di leggere il tuo libro numero 2
    – sono a letto con il virus gastrointestinale
    – ho appena chiesto il part time (ma ancora nessuna risposta)
    Così… mi sentivo molto affine…

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