“sei in piedi! guarda un po’ come cammini. bravo papà”
“hai visto? ormai faccio le passeggiate e giovedì mi fanno uscire”
“fantastico. hai voglia di andare a casa?”
“certo. io ho sempre voglia di andare a casa mia. qui puzzo di ospedale anche io. però il mio compagno di stanza è un signore simpatico. mi piace molto. e stasera mi vedo due film”
“fammi un po’ vedere quanti fili hai ancora attaccati?”
“ho questo al collo che mi dà parecchio fastidio, poi questo e quest’altro. ah! guarda un po’ questa cosa blu che penzola. quando vado in giro posso lasciarla così ma quando sono a letto devo attaccarla al monitor così medici e infermieri in quella sala controllano il mio cuore”
“fichissimo”
“già. la caposala mi ha detto: ‘mi raccomando, quando è a letto attacchi questo filo alla presa. sa com’è, noi infermiere di là siamo delle guardone’. e io obbedisco”
“bravo papà, fai contente le guardone”
“che si dice là fuori?”
“nevica e fra un freddo cane. però tutti sono amici di tutti perché il gelo unisce i cuori e si chiacchiera del tempo come tra cordiali colleghi meteorologi”
…
“ora vado, papà. altrimenti arrivo a casa troppo tardi e gli hobbit protestano. ci vediamo domani”
“ma senti, visto che giovedì torno a casa è inutile che tu venga domani…”
“come vuoi. io mi sono già organizzata per venire ma se non…”
“no, va be’, se ci tieni a venire vieni”
“se a te fa…”
“insomma, basta stare qui a perdere tempo in discussioni inutili. ci vediamo domani e non se ne parli più”.
uscita dall’ospedale della profonda periferia est, elastigirl ha perso l’autobus e ha aspettato il successivo. la neve scendeva da destra, da sinistra, da sopra e, a guardare bene, anche un po’ da sotto. se il freddo non le fosse entrato dentro i pantaloni, nelle maniche, dentro il naso e le orecchie, nella sciarpa, tra i capelli e i denti, quel paesaggio lunare alla fermata, in mezzo a tante signore con la borsetta, i guanti e le guance rosse, incantate a guardare in su, sarebbe stato bellissimo.
poi l’autobus è arrivato, aveva anche il riscaldamento e una signora ha detto: “domani ci sarà un picio pacio…”. elastigirl allora ha pensato che esistono parole capaci di riconciliarti con la tua città e con il mondo e “picio pacio” è una di quelle.
Chissà perché la mia P è diventata uno smile …in effetti quando passo di qui un sorriso ci scappa sempre ! PUCIACCA comunque!