Nonsolomamma

e questo basta

a volte è un gioco bellissimo: chiudi gli occhi e pensi a tutto quello che faresti se vincessi, per esempio, cinque miliardi di euro al superenalotto.
vale anche se non giochi mai al superenalotto, al gratta&vinci, al totocalcio. vale anche se non hai mai comprato un biglietto della lotteria, come elastigirl. anzi, vale di più perché è richiesta ancora maggior fantasia. e maggior follia.
e non è un gioco così tanto per ridere. è una cosa seria, in cui valuti se smettere o no di lavorare, quanti soldi regalare alla mamma, al papà, ai fratelli, ai parenti e agli amici, quanti darne in benificienza (e qui è il momento del gioco più delicato perché mister incredible darebbe quattro miliardi al manifesto ed elastigirl si innervosisce), quale casa comprare per viverci e quale opzione, tra affitto e acquisto scegliere per le vacanze,  e per quale viaggio partire subito, per festeggiare. e poi devi pensare alle scarpe, ai vestiti, ai massaggi che mai ti sei concessa, al parrucchiere, alla ceretta, al tempo. già, al tempo che ti concederesti per leggere e per dormire, per camminare con il naso all’insù, per stare bene con chi vuoi bene.
e non ha nessuna importanza che tutto questo, compresi i controversi quattro miliardi al manifesto, non ci sarà mai. perché nel momento in cui lo immagini, quel tutto, sei un po’ più contento. e questo basta. a volte.
elastigirl non crede nella lotteria. e nemmeno nei miracoli.
però oggi, quando era seduta accanto a nonno A che dormiva, per il quinto giorno consecutivo, in quella stanza di ospedale, impregnata di quell’odore vischioso che ti si appiccica addosso, come quello del fritto e del fumo e anche peggio, elastigirl ci ha pensato. al gioco della lotteria.
e si è immaginata che nonno A, che poi è il suo papà, ad un tratto aprisse gli occhi e dicesse: “ho dormito abbastanza, grazie. ora possiamo andarcene da qui, ciccetti”, perché è così che la chiama, quando non dorme. si è immaginata che questo sonno di catrame che ha inghiottito nonno A e contro cui i medici continuano a sbattere la testa, si dissolvesse improvvisamente, proprio lì, di fronte di fronte alla signora bresciana, che ha occhi di civetta e dice cujà per dire cucchiaio, e a suo marito malato che piange quando lei se ne va ma poi si consola mangiando come un lupo.
e quando elastigirl si è immaginata nonno A, con il suo pigiama a righe e la sua vestaglia, di nuovo in piedi, pronto per ricominciare a vivere, il pozzo nero dentro di lei si è richiuso per un attimo. e questo basta. adesso.

112 pensieri riguardo “e questo basta

  1. Siamo in tante ad augurarci che questo succeda. Magari i pensieri positivi hanno un effetto positivo reale, chi può dirlo?
    Noi non crediamo in queste cose… ok… ma in certi momenti perché non farlo?

  2. Ciao, leggo sempre sempre, ma non commento mai. Questa volta però vorrei mandarti un abbraccio, conosco fin troppo bene quel pozzo nero e tu e i tuoi libri mi avete aiutato a non affogarci.

  3. La sera dedico sempre qualche minuto alla lettura del tuo blog. Ti ho scoperto per caso quando ero incinta, mi hai dato supporto con i tuoi libri e da qualche mese ti seguo ogni giorno sul web. Ho avuto anch’io i miei buchi neri e tu mi hai aiutato a riderci un po’ sopra! Ora tocca a noi darti supporto: ti siamo vicini e facciamo il tifo!

  4. Io invece qualche volta faccio il gioco contrario, immagino che il mio papà non ci sia più, penso al mondo senza di lui, al giorno del suo funerale, alla mia vita senza le sue continue telefonate, le sue battute, le sue furenti sfuriate, penso a come lo direi ai miei bambini, alla casa dei miei senza di lui, a mia mamma senza di lui, a me senza di lui… e lo faccio finchè non mi fa troppo male, lo faccio così… per esorcizzare, per avere la parvenza di essermi preparata, per provare a vedere cosa si prova.

    1. Senza offesa, ma pensavo di essere l’unica con la mente perversa di questo mondo!!! Facevo questo gioco masochistico quasi ogni giorno da bambina e ragazza. Per fortuna ora ho smesso. Mi laceravo…

      1. Non è sintomo di mente perversa: anche io lo facevo, provavo ad immaginare…poi ho provato come si sta ed è molto peggio di quel che si pensa…per fortuna che è vero il detto “il tempo lenisce ogni dolore” e la mente aiuta in questo resettando i momenti più brutti e preservando quelli più belli.

    2. Anch’io lo faccio sia con mio padre a anche con mia mamma….e penso che comunque andra’ ho avuto la fortuna di aver avuto i miei che mi hanno accompagnato e mi accompagnano ancora in eta’ adulta…certo sono sposata e ho figli, ma quando ho un problema loro corrono sempre.mi sostengono in tutto. i figli sono pezzi di cuore, ma lo sono anche i genitori.

    3. Ma perché “farsi del male” con i pensieri, invece di godersi fino all’ultimo respiro la vita dei nostri cari, finchè ci viene fatto il dono di averli accanto (anche in cattive condizioni…)???
      Se la vita ce li toglierà, ci sarà il tempo per piangere… e magari si avrà il rimpianto di aver “anticipato le cose”, quando si poteva meglio utilizzare il tempo, che so, per concedere abbracci che non si potranno più dare, o dire parole che non si potranno più dire…

      1. si chiamano tecniche di visualizzazione, tu visualizzi ciò che ti terrorizza e in questo modo impari a gestira la paura della perdita, non la perdita in se.

      2. mah… io immagino come sarebbe poter vedere mio padre, morto 16 anni fa, che gioca con le bimbe, che non potranno mai sapere che persona incredibile avevano per nonno.
        e niente ti può preparare al dolore che provoca questa perdita, per questo spero tanto che per Elasti e nonno A sia davvero il momento di vincere al superenalotto! un abbraccio grande, ad Elasti e a tutti quelli che si trovano a guardare in pozzo nero…

  5. Elasti, lascia che la mente vaghi, che cerchi gli sprazzi di luce che trova. Oggi la lotteria, domani un articolo di giornale che ti fa pensare o sorridere, o qualche momento bello passato. Magari anche solo la purea buonissima o una mela cotta che così profumata non te le ricordavi. Tutto può servire a prendere una boccata d’aria dal pozzo nero. L’ironia e la leggerezza sono grandi alleate. Per le boccate d’aria che servono. Ti abbraccio.

  6. Posso solo immaginare la tristezza e la preoccupazione di questi giorni…davvero un caro abbraccio. Stasera mi sono collegata proprio per sapere se c’erano novità…Spero di leggerne presto! Forza!!

  7. @JJ
    Come ti capisco!! A volte capita anche a me di pensare quello che pensi tu esattamente per gli stessi motivi…poi mi obbligo a smettere, perchè solitamente le lacrime sopraggiungono repentine…

  8. dopo giorni di sonno ininterrotto e inspiegabile mia nonna riaprì gli occhi e compreso che erano le 15 si adirò alquanto per non essere stata svegliata in tempo per il pranzo.
    Abbiamo riso con lei per anni ricordando il cipiglio con cui rientrò dal quel “stand by”.
    ti sono vicina, ti comprendo, ti abbraccio

  9. elasti la prossima volta che apre gli occhi per salutarti, anche se sarà difficilissimo, raccontagli di quanto bene gli vuoi. vedrai che il pozzo nero dentro di te si chiuderà e ti farà sentire leggerissima.

    ti sono vicina
    marina

  10. Coraggio Elasti, ho letto i tuoi libri e il tuo blog in periodi difficili e mi hanno aiutato, ora spero che la solidarietà di noi lettrici, in un periodo durissimo, ti possa aiutare a sentirti meno sola. Ho seguito tanti mesi mia mamma in ospedale e so cosa si prova, ricordo anche io questi momenti di strane fughe mentali,ma servono per respirare un pò.Ti sono vicina e forza nonno A siamo tutti/e con te!

  11. Forza Claudia! Fatti forza e continua a parlare al tuo papà, di quel che accade, che la lega ha perso, che Grillo sta al tot prcento, che i vostri hobbit studiano, che l’hobbit piccolo gioca col mocio…..e raccontagli cosa faresti se vincessi alla lotteria….
    Ti abbraccio stretta stretta
    Cristina

  12. Ciao Elasti, anch’io come altre lettrici, sono passata attraverso un’esperienza simile, ma non potevo essere fisicamente sempre in ospedale perchè nel frattempo dovevo anche seguire le terapie e le cure per la mia fanciulla… Ogni tanto, assurdamente, mi ritrovavo a pensare, anche se imbambolata dalla stanchezza e dal senso di irrealtà, ad un golfino visto in una vetrina, oppure ad una passeggiata di tutta la famiglia sul lungopo con gelato finale, o a mille altre banalità… e a volte mi sentivo in colpa per questi “voli pindarici”, ma col senno di poi mi sono resa conto che probabilmente quando il peso diventa troppo “pesante” qualcosa dentro di noi per aiutarci a sopravvivere aziona una specie di momentaneo “universo parallelo”.
    Tutto questo per dirti che capisco molto bene la situazione, e ti mando un altro abbraccio, di cuore, e tanti pensieri positivi, e preghiere.

    Floralye

  13. Forza ” ciccietti” è un periodo difficile, lo sapevi già, oltre a sognare cose incredibili e mirabili, continua a scriverne, ti farà sentire meno peggio, lo sai che tanti tuoi lettori/trici ti sono vicino, quel poco è importante per non vivere da sola le tue paure.

  14. Forza ” ciccietti ” è un periodo difficile, lo sapevi già, oltre a sognare cose incredibili e mirabili, continua a scriverne, ti farà sentire meno peggio, lo sai che tanti tuoi lettori/trici ti sono vicino, quel poco è importante per non vivere da sola le tue paure.

  15. quando è così, il tempo si attacca come una colla tra un minuto e l’altro, e sembra non passare mai. forza, e non guardare troppo lontano, che fa più paura.
    ti abbraccio

  16. Sono brutti gli ospedali. Raccontano sempre la stessa storia, hanno sempre le stesse facce, le stesse luci, le stesse voci.
    Nonno A. lo sa che sei stanca di stare lì. Dorme perché si sta resettando, ma si sveglierà e chiederà a ciccetti di portarlo a casa, non temere.
    Andrà bene.
    Andrà tutto bene.
    M.

  17. Fatico molto ad entrare in ospedale, per me, per visitare gli altri. Ne ho passati troppi, di giorni, accanto a mio padre. E quell’odore penetrante che non se ne va dalle narici, peggio di fumo e fritto. L’irreale silenzio, i pochi rumori ovattati, qualche sporadico trambusto.
    Credo che io darei quei cinque miliardi a chiuque mi tirasse fuori la persona cara da lì dentro.
    Roberta

  18. Io ogni tanto gioco… ma adesso spero che vinciate voi.
    Licia

    P.S.: “Ciccetti” è come “Kaishe”… e mi fa una tenerezza infinita perchè noi saremo sempre le loro “bambine” e loro sono i nostri “eroi” e ogni tanto ne vediamo le fragilità ma questo non li indebolisce. Anzi. Forse così diventano un “modello” ancora migliore.

  19. Se potessimo avere 1,2,3…miliardi per fare quello che ci piace fare nella vita così dal nulla non godremmo di nessuna delle cose tante agognate. I desideri e la loro realizzazione sono così importanti perchè richiedono tanto impegno e se solo otteniamo una piccola percentuale dopo tanta fatica ci sentiamo più forti. Mr I ha trovato la soluzione giusta, regalare la cassa del tesoro ad un sogno.
    Sono daccordo con Floralye (@ 21) i sogni piccoli sono necessari per rimanere ancorate a questa nostra vita che pur bellissima di spigoli e baratri ne ha fin troppi.
    Ti auguro di camminare di nuovo a fianco del tuo papà con e senza vestaglia.

  20. sognare a volte aiuta… e chissà che nn ti metta in contatto col “sonno incatramato” di nonno A…
    Un abbraccio è l’unica cosa che riesco a dire!

  21. Forza Elasti. Da quando abbiamo saputo che tuo papà sta male, mio piccolo ed io vi inviamo tutte le notti un pensiero bello prima di dormire. E sono sicura che come noi, tante tante altre persone lo fanno.

  22. Claudia, ti siamo vicine in tante. L’attesa è sempre lacerante, fuggire nei sogni la alleggerisce. Io ho perso papo 17 anni fa, oggi c’è ancora e parla anche a sproposito a volte nella mia testa facendomi ridere da sola. Mio marito pensa che io sia un pò toccarella ma ride con me, perchè il mio papo era il sarcasmo fatta persona. Fantasma o fantasia? Sempre materia da sogno è… E sento che sta con me e con noi, sempre. Nonno A si sveglierà spero davvero 🙂 credo ci sarà sempre.

  23. ti sono vicina.
    Ho appena attatversato un momento così e so cosa stai vivendo. Ci vuole tanta forza ad accettare la malattia, i problemi, a trovarteli davanti ogni giorno irrisolti voler guardare guardare da un’altra parte, immaginare una realtà migliore e invece c’è una realtà che è per te come una ferita aperta che fa tanto male.e bisogn accettare che quello oggi è il tuo posto,
    Un abbraccio
    Manu

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