Nonsolomamma

colpe e maturità

“hobbit grande, hobbit medio, venite un po’ qui da me”
“sta bene la tuta da ginnastica con la camicia a righe che mi ha regalato la nonna? e queste calze gialle? stanno bene?”
“mamma, mi chiedi i verbi?”
“aspettate un attimo”
“…”
“il nonno A non c’è più. lui è… è…”
“morto?”
“sì”
“…”
“…”
“però non ha sofferto. non ha avuto male da nessuna parte. dormiva. è successo mentre dormiva. e…”
“ma come è possibile? perché è successo?”
“è successo perché aveva una malattia molto grave”
“e perché i medici non hanno saputo curarlo?”
“perché quella malattia era troppo grave, anche per medici bravissimi”
“la verità è che è tutta colpa sua”
“sua di chi?”
“del nonno!”
“e perché è tutta colpa del nonno, hobbit di mezzo?”
“perché fumava! lui fumava e se l’è cercata questa malattia! se l’è proprio cercata!”
“ecco no! nessuno cerca le malattie, amore…”
“be’. se non fumava mica moriva… vero? vero che è tutta colpa delle sigarette? io tanto lo so”
“è un po’ colpa delle sigarette, è vero. però nonno A voleva vivere, mica morire”
“io odio le sigarette”.
e mentre lo hobbit di mezzo, passionale, manicheo e colpevolista, placava la sua ira sorda maledicendo il nemico, perché quelli come lui, passionali, manichei e colpevolisti, hanno spesso bisogno di un nemico da odiare, lo hobbit grande sprofondava in una maliconia incredula.
“mamma, io non voglio”
“nemmeno io. ma non possiamo farci niente. piano piano la tristezza si rimpicciolirà e resteranno solo i ricordi belli del nonno, le storie che ti raccontava, le cose che avete fatto insieme… il nonno vivrà dentro di noi”
“sono ancora triste”
“devi aspettare un po’. è normale. mi ricordo che anche mattia di recente ha perso un nonno o una nonna. magari puoi chiamarlo. a volte gli amici sanno dirti le parole giuste. lui ha già vissuto quello che tu stai vivendo ora. forse sentirlo ti fa bene”
“sì, voglio chiamare mattia”.
lo hobbit grande si è chiuso in cucina, a parlare con il suo amico.
quando è uscito ha sorriso e ha detto che mattia “è molto, molto maturo”.

ps grazie. grazie a tutti coloro che sono passati di qui e si sono fermati per un abbraccio, una carezza, una parola, una condivisione, un conforto. in questa bolla di tristezza, incredulità, disperazione, commozione, paura, smarrimento, ricordi e cocci, cocci rotti dappertutto da rimettere insieme, piano piano, la vostra presenza silenziosa e avvolgente mi ha fatto un gran bene.

171 pensieri riguardo “colpe e maturità

  1. Ti leggo da tanto ma non ho mai commentato…oggi voglio lasciarti un fortissimo abbraccio. Coraggio, spero tu senta tutto l’affetto dei tuoi lettori..Ilaria, trimamma come te

  2. E’ vero poi passa, si impara a camminare in mezzo ai cocci senza farsi troppo
    male e poi …. Poi restano tanti, tanti ricordi belli a farti compagnia. Un abbraccio di cuore

  3. Cara, cara Elasti e’ cosi la tristezza si rimpicciolisce col tempo e noi invece diventiamo un po’ più grandi. Un abbraccio o quello che vuoi, Lokki

  4. Cara, grazie. Grazie di essere tornata.

    (Io ho passato tutto sabato a pensare alla mia nonna che non c’è più da molti molti anni – mi hai contagiata. Ho pianto e ho sentito tutto il dolore della sua mancanza, perché i nonni amano come nessun altro. Poi sono approdata a un senso di grande compassione e amore per me stessa. Proprio come quello che aveva lei).

  5. tu sei proprio una donna speciale… un abbraccio grande e spero che questo ti possa essere d’aiuto almeno per raccogliere anche solo uno dei cocci…

  6. L’intima coerenza della loro reazione è la certezza che si va avanti, e che le basi sono solide. Forse anche grazie al nonno.

  7. già, credo che la parte dfficile sia dirlo a loro. quando penso a mia mamma che ha dovuto dirmi che papà non c’era più…e avevo 8 anni.

    elasti, claudia: bentornate.
    sssmack!

  8. Brava ! hai fatto bene a consigliare a tuo figlio di parlare con l’amico Mattia, i dolori condivisi ci sollevano dal dolore e ci rassicurano. Chi ne soffrirà di più sarà senz’altro il maggiore, che ha più ricordi.
    Ma con la vostra dolcezza saprete sopire e consolare.
    Quando vuoi parlaci ancora del tuo papà, lo farai rivivere anche per noi. Con affetto.

  9. Bentornta un forte abbraccio…. Io ho perso la mia mamma sette anni fa, il mio piu grande rammarico e che non abbia conosciuto i miei figli e loro lei. Ma la sento sempre viva e vicina. Ciao forza Claudia.

  10. Preparati a parlarne e riparlarne… Mio figlio seienne chiede ancora ora a quasi un anno di distanza il perché e il percome la bisnonna é morta…era una figura energica e presente nell’entourage familiare, la Colonna. E la sua mancanza si sente anche tra i più piccoli! Ma parlarne é un bene e so che fa bene ai miei figli!

  11. Non lo so, non sono brava in questi frangenti ma… vi abbraccio tutti stretti stretti. Coraggio, siete una famiglia meravigliosa. Spero di portare un po’ di conforto, che alla fine è quello che conta.

  12. Presenza silenziosa e partecipe, perché a volte questi luoghi virtuali sono un po’ come una stanza della propria casa in cui si condivide qualche pezzetto della propria vita e ci si sente uniti.
    Un abbraccio che continua a stringervi

  13. claudia…
    intanto bentornata. mi rifaccio al tuo “ps”, in cui ci ringrazi della nostra presenza “silenziosa e avvolgente”. credo che questa presenza non ti mancherà mai; sai, ho letto tutti i commenti al tuo “ciao papà”, e mi sono reso conto di quanti morti ci siano nella vita d’una persona. è vero, la morte è presente in noi fin dalla nascita, e quando perdiamo una persona amata è come se morisse una parte di noi. che poi si riesca a elaborare il lutto in senso positivo, che avvenga la catarsi che ci faccia vivere la vita “lieta no, ma sicura” – non sono parole mie – non è semplice, lo so per esperienza, che è quella di tanti. curare un dolore fisico può essere più o meno semplice, ma la cura di un’anima è ben altra cosa, perché dobbiamo fare i conti con i ricordi, le parole tenere, gli sguardi e le risate e le lacrime. la tua anima forse ha bisogno di dolcezza, di riposo, di consolazione. a tuo favore hai la tua famiglia, hai tre splendidi figli la cui presenza continuerà a sorprenderti, a farti ridere e arrabbiare, ma ti faranno sentire viva. e poi hai noi che ti leggiamo: non saremo al primo posto, ma non ti lasceremo sola, puoi contarci. leggendo i commenti ho avuto l’impressione che facessimo come un girotondo intorno a te: invece di canzoni ti abbiamo regalato calore e affetto; sono contento che tu ne abbia tratto almeno un po’ di sollievo. nessuno potrà sostituire tuo padre, ma prova, e fallo anche per noi ti prego, a mandargli un sorriso, niente di più per ora.
    con tanto affetto, un abbraccio.
    amerigo

    ps – scusa se mi sono dilungato, non lo faccio più…

  14. i miei nonni adorati…vengono a trovarmi di tanto in tanto in sogno durante la notte…mi parlano…mi danno consigli…e so che sono ancora li’, vicini…solo che vivono in un’altra dimensione, un po’ parallela, ma sono ancora qua…

  15. “…E andando nel sole che abbaglia
    sentire con triste meraviglia
    com’è tutta la vita e il suo travaglio
    in questo seguitare una muraglia
    che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.”
    (Eugenio Montale)

    Cocci, ancora cocci. E’ la nostra vita, l’importante e’ viverla e mantenere la meraviglia, quando e’ gioiosa e anche quando non lo e’. Ti abbraccio.

  16. Ancora un abbraccio Elasti cara.
    Dirlo ai nostri gnomi è una delle cose più difficli e dilanianti, che vorresti proprio non affrontare.
    Io l’ho dovuto fare quando ho perso mio padre (“sono venuti gli angioletti a prenderlo, con la scala, gli hanno chiesto se voleva andare ad aiutarli, perchè gli serviva un nonno bravo col trattore su nel cielo”), poi per la sorellina nella pancia da 4 mesi, e anche per la maestra preferita dell’asilo (” serviva una brava maestra su nel cielo, che insegnava agli angioletti”)… è un dolore sordo. Però quando ci vengono in mente e siamo tristi, io e il mio gnomo, guardiamo in sù e li salutiamo! Anche per me, il rammarico è che mio padre non abbia potuto vedere il mio ometto crescere e non abbia conosciuto la sorellina. Un bacio

  17. Cara elasti,
    anche io leggo da anni le tue storie senza aver mai commentato. Ma forse non è giusto: tu lasci traccia nelle nostre vite. E noi così una, seppur piccola, nella tua. Mi hai rallegrato tante volte (anche adesso che la mia bella terra trema e abbiamo così tanta paura!), ho riso fino alle lacrime con i libri e il blog, mi sono commossa tante volte per la finezza dei sentimenti e dei valori che traspaiono dai tuoi racconti. Ti ho pensata anche quando sono rimasta incinta per la terza volta.
    Forse l’unica parola giusta è: grazie.
    Ceci

  18. Beh… a me (ma credo di poter dire “a noi”) fa spesso un gran bene leggere il tuo blog.
    Credo fosse il minimo che potessi (e potessimo) fare
    Grazie.
    Andrea

  19. Che l’amore della tua famiglia e i bei ricordi possano essere la colla per rimettere insieme i cocci. Grazie per avermi fatto compagnia anche stasera. Un abbraccio

  20. Aggiungo che in molti abbiamo conosciuto questo dolore, ma ogni volta è unico, come sono uniche le persone che abbiamo perso e come uniche siamo noi. E il dolore anch’esso è unico. Di nuovo, un abbraccio…

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