Nonsolomamma

ospite biondo

“ciao elasti. sono peter, il papà di josh, l’amico dei tuoi figli al campo estivo. ti ricordi? eravamo amici l’anno scorso”
“ciao peter. certo che mi ricordo. eri quello che predicava l’auto-apprendimento per gli adolescenti, che faceva l’avvocato a new york poi si era stufato ed era diventato coach per andare d’accordo con il proprio capo, che praticava hot yoga e ultimate fresbee…”
“allora abbracciamoci”
“abbracciamoci, sì…”
“sai? adesso faccio l’insegnante di matematica”
“ah, bello!”
“però non insegno a fare i calcoli. perché sono noiosi e i ragazzini hanno bisogno di divertirsi”
“mmmh. certo, divertirsi…”
“senti, volevo chiederti se tu e i tuoi ragazzi volevate venire al lago a nuotare con me e josh uno di questi pomeriggi, dopo il campo estivo”
“volentieri…”
“allora ti scrivo o ti telefono o ti mando un sms…”
“come vuoi…”
“e poi volevo chiederti se josh può venire a giocare da voi domani pomeriggio. io sono a new york per lavoro. sai, vado negli studi legali di wall street a offrire i miei servizi…”
“servizi di… insegnante di matematica che evita i calcoli?”
“no, di counselor. insegno agli avvocati di wall street a trovare un equilibrio tra famiglia e lavoro”
“interessantissimo. comunque certo che josh può venire a giocare da noi domani pomeriggio”
“verrà a prenderlo mia moglie kayla che non hai mai visto ma la conoscerai domani, verso le 5-5,30”
“nessun problema”.

dopo averla vista circa tre volte in vita sua, peter ha affidato il suo bambino biondo a elastigirl. josh, il bambino biondo, ha detto che la macchina dell’elasti-famiglia, che in realtà è un catorcio in condivisione con brenda, la ex vicina di casa, è una delle automobili più belle in cui fosse mai entrato e che ha un buonissimo profumo (scarpe fangose, avanzi del lunch box surriscaldato, sudore hobbit). ha fatto una lauta merenda a base di biscotti e succo (“vorrei del ghiaccio dentro questo succo, per favore. non è abbastanza freddo per me”), è andato nel mezzo bagno dell’elasti-casa dicendo che era fantastico e che il sapone era straordinario. poi ha disegnato un treno e lo ha regalato a elastigirl, ha giocato a calcio con gli hobbit, si è steso sul divano a rilassarsi, ha annunciato che tutto quel moto gli aveva messo fame, ha rimangiato biscotti e succo con ghiaccio, ha costruito una casa di sterpaglie nel giardino e ha decretato che nel sacco della plastica da riciclare, dentro il fienile, c’era certamente un ratto. ha cantato per elastigirl: “when i’ll get older i will be stronger” (“l’ho inventata io, parole e musica”), ha ringraziato e ha comunicato che tornerà presto.
un fulgido esempio di buona educazione ed entusiasmo da cui gli hobbit avrebbero parecchio da imparare.
alle 6 è arrivata kayla, che è bionda, come il suo bambino, e si era persa lungo la strada.

33 pensieri riguardo “ospite biondo

  1. Vorrei essere in America con voi. Anzi: in verità con la mia, di famiglia, però nel solito esatto posto che esiste solo nei tuoi racconti.

    1. Oddio: non è che intendevo che ti inventi tutto, eh! Con certe polemiche degli ultimi mesi c’è da stare attenti.
      No: voleva essere un complimento, e intendevo che è la tua scrittura che dà a quel luogo in cui sei larga parte del fascino che si percepisce da qui.
      Ecco: ora però spiegato pare solo logorroico!

  2. che voglia di raggiungervi, di cambiare per un po’ tutto il nostro correre con qualche campo estivo anche per adulti, baci

  3. Si era persa? E sennò non sarebbe “bionda” secondo gli stereotipi americani. Intravedo un nuovo mestiere per il marito “counsellor”, che magari può aggiungere un’altra specializzazione, la “orientation” al suo già nutrito e fantasioso curriculum (e non deve spostarsi fino a Wall Street, che da A. mi pare un po’ fuori mano).
    🙂

  4. La facilità con la quale gli americani passano da un lavoro all’altro mi sorprende sempre. Sarà, immagino, favorita da un sistema molto diverso da quello italiano. Io, a 34 anni, non ne ho mai avuto uno degno di questo nome.
    Bellissimo post, come tutti quelli scritti dalla città di A.

  5. sto leggendo la vostra storia dall’inizio. ho letto le prime 50 pagg del primo libro..bellissimo. Mio marito vuole che lo legga ad alta voce anche a lui! Ovviamente e` un fan dj wonder..

  6. Troppo divertente! Quano ti leggo da A pendo che forse una capatina lì ce la farei…ma a gg arriva la mia terza hobbit femmina e quindi rimando all annoprossimo…ciao Elasti!

  7. che personaggio. insegna agli avvocati di wall street come sopravvivere, mentre lui l’equilibrio tra famiglia e lavoro l’ha trovato mollando tutto e facendo tutt’altro! quante cose abbiamo da imparare… essere diretti nel chiedere qualcosa, fidarsi, essere versatili e creativi (che non è proprio lo stesso concetto della flessibilità intesa come precarietà a vita, come qui).
    abbracciamoci, va.

  8. Chissà perché i figli degli altri sono sempre più educati dei nostri? Ma poi penso che questa osservazione la facciamo tutte, per cui alla fine le possibilità sono due: i nostri figli sono poco educati con noi, ma “fuori”, nel mondo, si comportano come noi vorremmo facessero sempre, oppure siamo noi che siamo iper critiche nei loro confronti.

  9. ma caro, Josh!! Mio figlio deve essere un po’…. americano. Ha quel tratto di marcata ingenuità, occhioni spalancati compresi, e stupore permanente che lo porta a ringraziare più spesso del consueto, a cercare di dire cose gentili che spesso suonano buffe, a dilungarsi con il padre del compagno che lo ha accompagnato a casa “Ciao, saluta tutti a casa, saluta tanto tua moglie, e buona cena!”, manco fosse lo zio… Infatti gli adulti lo adorano, i coetanei però a volte lo guardano di sbieco (ma guarda questo come “sviolina”…). Credo sia soprattutto una questione di carattere e anche un tratto tipico dei bambini che stanno molto con gli adulti.

  10. Probabilmente te lo ha lasciato perche’ la childcare negli US e’ come quella inglese: eccellente e carissima. Io e mio marito abbiamo calcolato che, se vivessimo tutto l’anno in UK e mandassimo la bimba tutti i 12 mesi alla nursery , ci costerebbe annualmente come studiasse medicina a Oxford, o a Berkeley. Anzi, ora vado a bussare al vicino di casa factotum che somiglia vagamente a Rubeus Hagrid per chiedergli se me la tiene qualche pomeriggio, cosi’ io posso comprarmi la macchina nuova. Baci

    1. Ma come? ho sempre sentito dire che in UK ci sono un sacco di facilitazioni statali per chi fa figli! Una mia amica mi raccontava meraviglie, tipo che anche i pannolini te li rimborsava lo stato. Tutte leggende metropolitane?

      1. per quanto ci riguarda, alla nursery carissima dobbiam pure portare noi pannolini e salviette lavasederini…esistono sgravi fiscali, questo si’, migliori dei nostri, ma i pannolini free non li ho mai sentiti (credo, forse, dipenda dal reddito: ad esempio qui alle single mothers danno casa gratis)

      2. Anche la nostra nursery in uk é fantastica ma costa un patrimonio. Aspettiamo di tornare in Germania, dove gli sgravi per le famiglie sono molto piú alti, anche se il Kindergarden difficilmente terrá al confronto di qui.

  11. Fantastico ambiente, mi sono ripromesso di passarci anch’io un mesetto, se possibile, figli e nipoti permettendo.
    Ci sguazzerei così facilmente …
    lasciami sognare …
    anzi continua a farci sognare, maga Circe, nel tuo fantastico mondo.

  12. Commentare i tuoi post mi risulta sempre difficile. Cosa scrivere? Posso mai dirti sempre che sono una calamita? Eppure è così…:-).
    Sii serena e abbandonati alle stranezze americane. Baci

  13. Ciao elasti nella citta di A!
    come vorrei che anche i genitori italiani fosseri così….easy!
    Alle volte ci si scontra con dei genitori……..
    Spero che vi divertiate tanto quanto mi diverto io a leggere le vostre avventure che mi fanno sentire sempre meno una mosca bianca :*

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