Nonsolomamma

spqa, sono pazzi questi americani

quella che ha ricevuto un’educazione cattolica, però non ci crede ma in fondo, se ci pensa bene, un po’in realtà ci crede e quindi decide di battezzare il suo bambino da sola, nello stagno della città di A, un pomeriggio di luglio. il papà non è tanto d’accordo ma dice sì. in fondo lui è ebreo, non praticante, e ha ottenuto che il figlio fosse circonciso.

quella che fa la maestra d’asilo, ma adesso farà un dottorato in “educazione e meditazione”. lascerà il suo lavoro e, per mantenersi agli studi,diventerà vigile del fuoco (“hanno i turni. è un mestiere comodo e compatibile con lo studio”).

quello che non crede nei calcoli. peccato che insegni aritmetica agli adolescenti.

quello che affitta sei stanze della sua grande casa e vuole a tutti i costi rispettare il sacro principio della diversity tra i suoi inquilini: un bianco, un nero, un filosofo, un atea, un musulmano, una lesbica, un gay, un anziano, una ragazzina, un cattolico, una tailandese, un’americana, un europeo, uno studente, un professore, un artigiano, un’intellettuale, un alcolista, una psicologa. e non importa se è una follia e un’immane fatica tenere tutto insieme.

quella che ha compiuto gli anni oggi e si è fatta un regalo: un massaggio all’interno delle guance. fantastico, dice. dopo ti manca l’equilibrio e senti la terra muoversi sotto i tuoi piedi. ma resta un’esperienza grandiosa.

quella che fa il pane, nel forno di casa. e poi lo vende al farm market perché era questo che voleva fare da da grande. il forno di casa non è grande e lei passa le giornate a panificare. ma è contenta così.

quella che la inviti a cena a casa tua, con i figli, per una pizza fatta da te. e ti risponde “no, dai. andiamo all’asian buffet, sulla trafficatissima route 9. è molto più adatto ai bambini”.

quello che in cantina tiene un fucile. e lo trova così normale da lasciarlo lì, sul tavolo, in bella vista, alla mercé di tre bambini italiani che insieme non raggiungono la maggiore età.

66 pensieri riguardo “spqa, sono pazzi questi americani

  1. Mi sono fermata al pane.
    Mi è venuto in mente l’odore del pane e delle brioches appena sfornate nel paese di mare dove vado di solito.
    Scusa, non c’entra, ma certi profumi e certi ricordi, non si dimenticano più.

  2. Si sono pazzi, per noi.
    Di solito intorno ai quarant’anni cambiano lavoro, cambiano marito/moglie, fanno la seconda ondata di figli. sono convinti che avere le armi sia un segno di liberta’ (ma scusate e dove lo mettiamo il secondo emendamento ? ricordare che forse era stato scritto per proteggere i diritti delle ex colonie non serve, ci ho provato), non vogliono la riforma sulla salute perche’ se faticando si pagano la loro assicurazione devono farlo anche gli altri (non importa se son malati e non hanno un lavoro, colpa loro), tuttavia fanno volontariato in qualsiasi campo (scuola dei figli, biblioteca, sport dei figli, chaperon ai balli della scuola, varie mense dei poveri ,etc ). Ah dimenticavo quando stanno male ti dicono che sono ok, altrimenti e’ tutto meraviglioso, great ……. Sono sempre proud dei loro figli, sia che facciano qualcosa di strepitoso sia che non facciano proprio nulla e lo gridano a gran voce.
    Ecco direi, diversi, piu’ che pazzi .

    1. Ci convivo da ormai quattro anni, e ho ritrovato tante cose in queste descrizioni, grazie 🙂 pazzi, diversi… ma mi ci sto affezionando, e quando ritorno in Italia inizia a mancarmi l’aria e mi chiedo chi sia più pazzo — loro con le loro stranezze o noi con le nostre certezze piene di sospetto. Qualche altra emigrata che ci si ritrova in questo senso di spaesamento? 🙂

      1. si l’Italia mi sembra ristretta quando ci ritorno e soprattutto non sopporto piu’ chi non rispetta le regole, perche’ pensa di essere furbo, e non accetto la mancanza di senso civico dei miei connazionali

      2. Si anche io mi ritrovo tantissimo in questa sensazione di spaesamento quando torno in Italia.
        E io sono soltanto oltremanica.
        Alcune cose, alcuni problemi di cui mi parlano, o sento parlare i miei amici, ormai proprio non riesco piu’ a capirli.
        E il senso civico, ah il senso civico!!

      3. Ah e sapete anche cosa proprio non riesco piu’ a capire quando torno in Italia?
        L’atteggiamento assolutamente anti bambino-friendly. Mi da un fastidio, come se ormai il pensare comune (uniformato, come accade sempre nei posti di provincia) sia che chi ha bambini al seguito e’ un povero sfigato che da fastidio.

      4. l’atteggiamento anti-bambino friendly da fastidio anche a me, che in Italia continuo a viverci.
        Mi chiedo spesso: ma perchè appena varcate le Alpi c’è il fasciatoio, il menu bimbi, ecc ecc anche nella bettola e invece da noi è un’eccezione?
        e io vivo sul algo, in un posto turistico, amato dai nord-europei, dove vedo passare genitori giovani con stuolo di paperotti (minimo 3, media 4)…

    1. cara Roberta, e non avrebbero ragione?
      cambiano le facce (a me sembrano cmq sempre gli stessi che rimbalzano da un potere a un altro) ma la nostra mentalità di furbastri, evasori, abusivi, purtroppo ha sempre la meglio. Io vedo che a tutti i livelli si cerca la scorciatoia (quelli che restano residenti dai genitori anche se sposati x far figurare i redditi separati, o avere più punti al nido…). E siamo zozzoni!!! Roma è una discarica! Non c’è cura del bene comune perché “è di nessuno”, non c’è rispetto. Se facciamo eccezione per qualche zona “contaminata” dalla mentalità estera (es. Trentino AA), il resto è da fuggir via… 😦 purtroppo non ho fiducia in un cambiamento.
      Ops scusate la logorrea :-((

      1. Oh che tristezza…. 😥 E’ proprio così.
        Ci starei anche ad essere identificata con pizza e mandolini… purtroppo c’è di peggio, e la mafia quantomeno una volta era da identificarsi come “fenomeno di malavita”, mentre noi ci siamo terribilmente imbarbariti tutti, come popolo, abbiamo perduto ogni onore, ogni senso civico, ogni rispetto per la cosa ed il pensiero altrui… Ho 50 anni e fino a pochi anni fa non avrei mai creduto di poter perdere ogni amore ed ogni rispetto per il mio Paese

      1. hei fermi tutti: adesso che ci penso quando vado dal chiropratico pure lui mi caccia un dito in bocca e massaggia qualcosa all’interno della guancia sinistra… brrr terrore raccapriccio

  3. Rispetto alla mia esperienza trovo comunque che questa (godibilissima) lista rappresenti soprattutto comunità un po’ marginali negli Stati Uniti, come, appunto, un certo New England, le cittadine della Ivy League, la California new-age e poco più.
    C’è poi la Bible belt, la moral majority, il ghetto entro l’8th mile di Detroit, la Silicon Valley, l’Oregon remoto …e molto altro.
    🙂

    1. Si, la cittadinadi A. e’ ben diversa dal provinciale Ohio, dove essere italiano (nato in Italia e non con un progenitore italiano due o tre generazioni fa) significa subire essere oggetto di razzismo, specie se sei un ragazzino nella loro scuola e per tua sventura hai anche voti migliori dei coetanei americani.

  4. agli occhi di un italiano sono di certo strani, ma non trovi bello il fatto che non si impongano dei limiti, che non si autocastrino con le loro “sicurezze lavorative” e che non abbiamo la necessità di mostrare la loro costanza per finire poi di mettersi in gabbia da soli?

  5. Fatti amica quella dell’asian buffet, ha capito tutto della maternità.

    Un’altra cosa in cui gli ‘mmericani ci danno il fumo è il profondo rispetto che hanno verso la “fatica di essere mamma”.

    1. amica informata e very actual mi dice che per farlo bene bisogna anche masticare resina naturale arricchita con oli essenziali di mirra e incenso.

      ho chiesto: cioè l’effetto lifting è dovuto al processo di mummificazione delle gote?

      nessuna risposta

  6. Bello posto! Per quanto riguarda l’Italia che non ama i bambini non sono d’accordo. Nella mia esperienza i bambini sono graditi ovunque, dal ristorante silenzioso al concerto di musica classica ( si, lo so dopo un quartod’ora me ne vado ma in quel quarto d’ora mi sento proprio bene) al concerto rock dove ronfano sul passeggino. Non sono neanche così dinamica da farlo sempre, ma quando lo faccio trovo sempre molta comprensione verso le inevitabili ” scocciature” che i molto piccoli portano seco e, se sono sola, offerte di aiuto da parte di tutti. Poi invece del menù baby c’abbiamo la pasta al pomodoro e i bimbi li dobbiamo cambiare in piedi in bagno, ma tutto sommato preferisco un sorriso di solidarietà in un ristorante senza seggiolone che quel nord Europa pieno di gadget dove é considerato molto sconveniente scocciare il prossimo con i bambini.

    1. sono rientrata da una settimana a Berlino, con cucciolo di quasi due anni al seguito: è vero..sono più organizzati di noi, hanno i seggiolini auto a norma nei taxi..e il fasciatoio ovunque, ma se provi ad andare a mangiare in un ristorante al centro della capitale tedesca, passate le 21, con due bimbi al seguito..vi giuro che tutto sono tranne che elastici e solidali..
      e nessuna traccia di menù baby…
      io ho dovuto far mangiare a Cla quello che più era commestibile! e devo dire che da buon italiano si è adattato..e ha gradito le kartoffen!

      1. son d’accordo. Io sono ora per qualche tempo in UK con pargola di 1 anno. Tutto organizzatissimo, musei per bimbi, aquababe, seggioloni e microonde in ristorante per scaldare la pappa, ma se al parco provi a interagire con altre mamme ti guardano come se fossi pericolosa e psicotoca

  7. La mia insegnante di inglese (americana) dice sempre che nel suo paese c’è la più grande concentrazione di pazzi della terra!

  8. La mia insegnante di inglese (americana) dice sempre che nel suo paese c’è la più grande concentrazione di pazzi della terra!

  9. Noi affoghiamo nella forma loro si sentono liberi di seguire nuove strade senza Essere condannati a fare un mestiere non più gradito o a mangiarsi una pizza che non gli piace…….ma poi come l’abbiamo preparata questa pizza ?

  10. Adorabili follie a stelle e strisce. Oddio, mica tutte… ma dato che le assumi a piccole dosi ci può stare 😀

  11. @rots io ho visitato molte città del nord Europa anche con mia figlia e ho trovato atteggiamenti e strutture pubbliche molto child-friendly: non c’e confronto con l’Italia! Un esempio? Mezzi pubblici tutti dotati di pedana automatica che s abbassa per favorire entrata e uscita con passeggini e carrozzine, spazi pubblici con aree giochi molto pulite e attrezzate, addirittura tricicli, biciclette e giocattoli vari completamente gratuiti a disposizione di tutti i bimbi (in Italia non durerebbero neanche un minuto, fra furti e atti di vandalismo vari). Addirittura spazio lettura con libri di favole da consultare e leggere coi genitori, provvisto di tavolini e seggiolone. E non sto parlando di particolari manifestazioni, bensì di parchi pubblici. Io in Italia non ho. Mai visto cose del genere ma se sbaglio mi piacerebbe sapere dove si trovano! Ci manca purtroppo la cultura del rispetto degli spazi comuni. Nn so dove tu sia stata nel nord Europa, io ti parlo di Stoccolma, Copenaghen, Helsinki, Oslo.

    Ps. Oddio forse si, il commento di rots era ironico.

    1. I tricicli gratis da usare in un parco pubblico ci sono anche a Collegno, in provincia di Torino. Il resto delle cose no, ma i tricicli sì.
      Li ho visti con i miei occhi e non ci potevo credere! Un piccolo passo per l’umanità ma un grande passo per i collegnesi 😛

    2. bè..Copenaghen..Oslo..sono città che nn conosco..io per esempio ho parlato della mia esperienza tedesca..ma a sto punto la prossima vacanza vado in Scandinavia anche io!

    3. Non so se il commento di Rots era ironico, oppure ha involontariamente confuso le occhiate di traverso perché hai bambini, con le occhiate di traverso perché sei italiano e fai più casino della media.
      Confermo che basta oltrepassare le Alpi per vedere che la presenza dei bambini è contemplata in cento modi e non ti senti un’aliena che arriva a disturbare e scombussolare. L’ultima che ho notato: al supermercato Billa il mini-carrellino per fare la spesa. Ok avranno preso l’idea dall’IKEA, ma è ben indicativo il fatto che qui da noi, lo stesso supermercato il carrellino non lo ha mai messo.

  12. Io posso dire con certezza che i bimbi sono ben accetti nei ristoranti a qualsiasi ora, in tutti i paesi del nord Europa che ho visitato! Ma a dir la verità anche a Parigi e New York….mai avuto problemi.

  13. A Collegno siamo bravi tutti a mettere i tricicli gratis….ci mancherebbe…..se ne manca uno la beccano subito la mamma collegnese col bimbo sul triciclo rubato….Essu’ !!

  14. Quando stavo negli USA (non lontano dalla città di A) il mio ex fidanzato aveva un amico che faceva il cercatore d’oro in Alaska, con un cappello di pelo tipo Davy Crockett e un fucile.
    Quando è passato in visita, ero scioccata all’idea che qualcuno con un fucile avrebbe dormito lì, ma non ho potuto farci niente… ho solo ottenuto che il fucile sarebbe rimasto fuori di casa, ed era già tanto.
    Ah, tra l’altro, notizie recenti dicono che l’oro l’ha trovato davvero.

  15. Se stai alle sacre scritture in realtà il battesimo è un rito che ogni Cristiano battezzato può fare… quindi la donna in questione è più Cristiana di tutti i Cristiani che dicono di esserlo 🙂 e la circoncisione è una pratica che fanno la maggior parte degli americani (anche non Ebrei) la propongono di prassi in ospedale, anzi, se non la vuoi devi specificarlo (ho partorito un maschietto in USA)… per evitare le infezioni… non capisco perchè non introducano un sano uso del bidet anzichè praticare questa barbarie sui neonati.

    Sono strani gli Americani, si. (Io vivo in USA)

  16. con molto piacere noto che siamo in diversi ad esserci accorti quanto in italia manchi il senso civico e la cura del bene comune! Mio marito dice che alle elementari, ops ‘primaria’, dovrebbero introdurre almeno tre ore settimanali di ‘educazione civica’!

    1. Veramente ci sono le ore di “educazione alla convivenza civile”.

      Il problema, tutto italiano, è che appena appena una maestra si mette a parlare di Costituzione, regole stradali, senso civico e responsabilità nei confronti del bene comune viene immediatamente etichettata come “fascista”.

      Di solito avviene ad opera della vecchia generazione di maestre “degli anni ’70”, piene di sè e della loro vecchia prosopopea sfascista, che chiamano “simpatici monelli” i piccoli vandali che distruggono i beni della scuola perchè non vogliono studiare.

      Coraggio signore, la pensione è là dietro l’angolo, con sommo sollievo vostro e nostro.

      1. @la quarantatre: e perché mai una maestra che parla della Costituzione dovrebbe essere etichettata come “fascista”? mica l’hanno scritta i fascisti la Costituzione italiana, o sbaglio?
        E comunque, lo dico da educatrice e da persona di sinistra, benissimo l’educazione civica a scuola, ma l’onestà, il rispetto per gli altri e per i beni comuni, il senso di appartenenza alla comunità dovrebbero essere un apprendimento quotidiano già dalla prima infanzia, somministrato con l’esempio e con la concretezza delle cose quotidiane (dal non buttare in terra la carta della merenda – magari raccogliendo anche quella gettata dal bambino meno attento – al rispettare i turni di utilizzo dei giochi, ecc.) prima di tutto dai genitori… non si può sempre delegare agli altri, i risultati sono migliori se gli sforzi sono congiunti ed i messaggi sono coerenti.

  17. Ops, scusate la tardiva affermazione: non ero ironica ( ma mi ha fatto morir dal ridere scoprire che più d’uno l’aveva pensato). Era solo il mio pensiero nel momento in cui l’ho scritto, assolutamente non immutabile e non completo, un lato della mia esperienza è così pero’. E si, lo so che ci sono paesi dove le cose organizzate per i bambini sono la regola, ma questo avviene perlopiù nelle catene, nei posti grandi e a me non va di andare in quei posti. A Berlino come ad Amsterdam o a Roma nella piccola trattoria dove lui cucina e lei ti spiega cosa c’è da mangiare, o viceversa, non ci sarà mai il fasciatoio nel bagno, ci puoi scommettere, eppure io dell’efficienza non so bene che farmene, è altro che cerco. Che i parchi pubblici delle terre dei ghiacci sembrano un sogno è anche vero, ma io odio andarci, non importa in quale paese, quindi poi alla fine noto perlopiù ciò che mi tocca da vicino. Insomma tutto questo per dire che emigrerei per un sacco di buoni motivi, ma questo del paese a prova di bambino è proprio l’ultimo. Ps. Noi abbiamo un ristorante in Sicilia, abbiamo messo un sacco di seggioloni, i bambini sotto i 10 anni non pagano e ora dopo aver letto i commenti a questo post farò del mio meglio per incastrare un fasciatoio in bagno.

      1. Rots, anche io verro’ sicuramente!!!

        Pero’ io non parlavo soltanto di fasciatoi e gadget (anche se ti confermo che a Londra il fasciatoio lo hanno anche al pub sotto casa, in piena periferia, gli autobus sono agevolissimi da salire con passeggino e hanno il posto dove incastrarlo e il menu bimbi ce l’ha anche il ristorante polacco davanti casa), parlavo di una atteggiamento generale, che prutroppo fino ad ora, pur avendo girato tanto, non soltanto nell’Europa del Nord, ho riscontrato soltanto in Italia.
        Un atteggiamento di massa, di pensiero comune, di mentalita’ uniformata, di certezza ineluttabile, secondo cui, i figli, i bambini, non sono la ricchezza di una famiglia e della nazione ma una zavorra, un peso ed un ostacolo.
        Che poi un ostacolo a cosa, devo ancora capirlo.
        E’ come la certezza ineluttabile del lavoro a vita, della necessita’ assoluta del bidet e del caffe’ che appena si varcano le alpi deve per forza essere imbevibile.

        Non so se mi sono spiegata.

        E con questo non voglio dire che tutti, per forza, dobbiamo avere figli o che senza figli non si e’ famiglia o non si e’ donne.
        Lungi da me voler intendere una cosa del genere.
        Volevo soltanto puntualizzare uno dei tanti atteggiamenti dogmatici e incomprensibili che sembrano (a me espatriata da anni) imperversare nell’Italia degli ultimi anni.

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