Nonsolomamma

gravidanza indesiderata

elastigirl pensava che tre fosse un discreto numero di figli. riteneva che una tizia che aveva partorito tre volte potesse essere assolta anche dai più ferventi sostenitori della procreazione libera, sfrenata e indiscriminata. si sentiva a posto, insomma, almeno da quel punto di vista.

poi è arrivata in uganda. e il mondo si è ribaltato. “solo tre figli?”. già, qui i figli arrivano, uno, due, quattro, sei, dieci. arrivano perché nessuno fa nulla per impedirlo, perché, chi ci pensa, quando ci pensa, sono solo le donne. e nei rari casi in cui al pensiero segue l’iniziativa, la contraccezione è praticata di nascosto. arrivano perché gli uomini sono i capi e le donne ubbidiscono. qui i bambini sono ovunque, infagottati sulla schiene delle madri, dentro scuole con oltre cento alunni per classe, piccoli e scalzi, sul ciglio di strade di terra rossa, dove le jeep sfrecciano, senza frenare mai e uno si chiede come fanno, tutti quei bambini che salutano, con gli occhi enormi sgranati, a non finire vittime di quelle corse pazze, retaggio di un tempo di guerra in cui i viaggi somigliavano a fughe e andare piano moltiplicava le probabilità di imboscate.

i figli arrivano, spesso figli di madri bambine. talmente bambine che oggi, sul muro di una scuola elementare, c’era una scritta, “say no gift for sex”, rifiuta i regali in cambio di sesso, rivolta proprio a loro, che al massimo, nell’aula dietro quel muro, avevano 11 anni. e quando hai un figlio a 11 anni smetti di andare a scuola, smetti di essere bambina, e sarà solo il primo di una serie potenzialmente lunghissima.

a elastigirl i bambini mettono allegria e questi bambini incantano. ma le madri no, le madri, nonostante quel loro incedere regale con un neonato sulla schiena e una tanica piena d’acqua sulla testa, sono vittime della loro maternità implacabile e iperbolica. sembrano rassegnate a un destino di parti, allattamento, lavoro, solitudine. “tuo marito non ti aiuta con i tuoi sei figli?” “no, mio marito beve”, ha risposto una mamma che aveva portato suo figlio a fare le vaccinazioni. “incoraggiamo le donne incinta a venire subito da noi, per  fare gli esami e i controlli, insieme ai loro mariti. perché è importante che entrambi i genitori facciano gli esami per l’hiv. ma i mariti, i padri, non vengono quasi mai”, ha raccontato grace, che lavora nei presidi sanitari mobili che una volta al mese visitano i villaggi.

è complicato capire, è impossibile giudicare, è sbagliato indignarsi, per chi non conosce, non sa e fino all’altro ieri era in un altro mondo.

però oggi, in un’altra di queste giornate più lunghe del mondo, in un piccolo centro ospedaliero in mezzo a quello che chiamano bush, una ragazzina aveva appena partorito un bambino. “una gravidanza indesiderata, la prima”, ha spiegato l’ostetrica chiamando “baby” sia lei, sia il neonato che le dormiva accanto. questi due bambini se ne stavano lì, sdraiati vicini, in una stanza spoglia. da soli. il padre non l’aveva accompagnata, non aveva assistito al parto, non era venuto a vedere il figlio. lei aveva 16 anni e aveva appena cominciato. e per la prima volta in vita sua elastigirl si è chiesta cosa rende un bambino prezioso.

124 pensieri riguardo “gravidanza indesiderata

    1. Ops ho scritto da cani, riformulo: Personalmente credo che un bambino è così prezioso perchè egli rappresenta (per il genitore) l’unica speranza plausibile di non morire mai veramente del tutto.

  1. io entro in carcere per telefono azzurro, nel nido. ovvero dove i bambini da 0 a 3 anni stanno con le mamme. di solito rom. loro cominciano a fare bambini verso i 14 anni e non smettono più. un giorno c’era una donna di 32 anni con 10 figli, il più piccolo con lei, il più grande ha 15 anni ed è sposato con una ragazzina di 14 anni già incinta. parliamo con loro, non del perchè sono dentro , ma delle nostre esperienze di essere madri in modo diverso, di percorsi di vita che corrono paralleli, sugli stessi marciapiedi, eppure così distanti. Sai cosa c’è Claudia che tutte le volte mi fa stare male? Che per quei bambini non c’è speranza, non ci sono le stesse prospettive che ci sono per i nostri figli. Usciti dal carcere torneranno nei campi rom, a scuola fino alle elementari e si sposeranno incinte a 14 anni. Bella esperienza la tua. Cristina

  2. Scoprire l’Africa vuol dire anche ritornare all’uomo e alla donna di natura. Quando si diventava genitori molto presto e la probabilità che un figlio sopravvivesse ai 5 anni era talmante bassa che veniva naturale averne tanti. L’aspettativa di vita sfiorava i quarant’anni, ogni cosa avveniva prima. Tutto è relativo quindi: le abitudini della gente di quel continente per noi sono scandalose come per loro lo sono certamente le nostre. Di buono c’è che raramente troviamo nella donna africana l’intenzione di abortire, anche se le condizioni per proceare sono al limite. Hanno da parte mia il più grande rispetto per questo.

    1. Quindi le condizioni delle popolazioni africane sono sostanto un tuffo nella storia? Non c’entrano nulla il colonialimso, lo sfruttamento da parte dell’occidente, le risorse rubate, le guerre fomentate da multinazionali straniere, l’annientamento scientifico della cultura e delle tradizioni, la convenienza nel mantenre una popolazione dell’inferno dell’indigenza mentre parti di mondo si sviluppano sulle sue spalle: Le donne non abortiscono perchè non sanno nemmeno più come fare, probabilmente, e non sanno come prevenire le nascite. Ogni cultura, dalle origini del mondo, ha elaborato dei metodi per il contenimento delle nascite. Questa situazione non è neanche lontanamente paragonabile all’italia di sessanta o di cento anni fa. Non fosse altro perchè nel frattempo le medicine sono satte scoperte, per esempio, e NOI le usiamo. Questo è solo degrado.

  3. Immergerci in altre realtà, lontane anni luce dalla nostra, serve proprio a questo. Tu stai riflettendo molto, tornerai con un bagaglio che ti permetterà di crescere, di migliorare ulteriormente te stessa.

  4. Sembrano storie lontane anni luce dalle nostre, ma mi ricordano tanto i racconti delle nostre nonne, stile “L’anello forte” di Nuto Revelli, per capirci. Un mio amico va periodicamente in Africa e mi raccontava che sbatte sempre il muso contro la cecità dei maschi riguardo al diritto alla felicità anche delle donne. Che idea strampalata, pensare che anche una donna possa voler scegliere, l’uomo da sposare, se e quanti figli avere. Sapere che fuori d’Europa si patiscono gli stenti come allora e le donne sono trattate ancora come allora, è molto triste e dovrebbe insegnarci parecchio. Grazie delle tue righe Elasti.

    1. Boh… le mie di nonne i figli li hanno voluti. Si sono sposate “giovani” a 23 anni e hanno studiato nonostante la guerra.
      Il Mondo che racconti Elasti mi sembra ancora piu’ lontano del nostro passato recente.
      Mi chiedo cosa significhi per loro il “progresso”

      1. Ho citato Nuto Revelli non a caso, diciamo le nostre “bisnonne” allora, forse è più chiaro.

    1. Si è vero i bambini sono preziosi, proprio per questo quando vengono al mondo devono essere voluti, amati, rispettati come esseri viventi e gli si deve garantire un futuro positivo. In tutti gli altri casi credo sia meglio lasciare perdere.
      Erica

      1. è vero quello che dici,ma tu credi che quelle bambine possano lasciar perdere,che abbiano i mezzi per farlo?io non penso.

  5. Io penso che elasti voglia dire che per quanto ogni bambino sia un dono,quando a partorirlo è una bambina che non ha altre prospettive che continuare a fare figli e magari vederli anche morire perchè la contraccezione non sanno cosa sia ,è triste.e non credo che non pensino all’aborto,ma mi piacerebbe che elasti ci dicesse la percentuale di madri che muoiono di parto…chissa se abortissero in quelle condizioni.

  6. E’ un vivere di altre cose, ed è un vivere troppo asimmetrico per generi, in cui i costi sono molto più alti per le donne. E questa ellisse del potere, non è sempre uguale in tutte le culture non europee, per niente, ma a noi basta per parlare di ritorno alla natura. No, io non penso che sia natura penso che sia una cultura diversa – quindi posso farmi delle domande e devo fare degli sforzi per apprenderla e guardarla. Ma posso anche approdare dopo, a parlarci tra pari e dire, sai che c’è questo di te mi piace, questo no.
    Una bella esperienza Elasti, bello leggerti.

    1. Ecco cercavo un modo diplomatico per permettermi di contestare il commento entusiasta sul ritorno alla natura poi ho letto il tuo di commento.

      Grazie di averlo messo giù così bene, come a me non sarebbe mai riuscito.
      (Né di essere diplomatica, né tantomeno di spiegarmi per bene sulla cosa.)

      1. Beh ragazze, chiamiamolo come vogliamo, natura, cultura: il lato positivo è che in Africa non c’è la tendenza a far fuori tanti feti quanto qui da noi. Poi sono d’accordo con tutte voi, a proposito della situazione femminile di oggettiva inferiorità e di tutti gli aspetti negativi che ciò si porta dietro.

      2. In Africa non c’è la tendenza a fa fuori tanti feti ma non esiste nemmeno la contraccezione. Credo che le gravidanze là non vengano interrotte solo per mancanza di mezzi e cultura, esattamente come non viene praticata la contraccezione per gli stessi motivi. Non ce la faccio proprio a trovare del positivo, davvero, è più forte di me. L’asimmetria dei ruoli e la totale impossibilità della donna di gestire il proprio corpo e la propria vita mi fa stare male.

      3. No, in Africa non si fanno fuori tanti feti come da noi. In Africa sono proprio i BAMBINI a morire. E spesso anche le loro madri nel darli alla luce.

      4. adesso cado dalla sedia… non c’è la tendenza a “far fuori i feti”, ma c’è molto forte – grazie ai santi consigli del Santo padre – quella di non usare il profilattico per evitare le gravidanze e magari anche salvarsi la pelle. cioè ragazza evitiamo i romanticismi, qua non ci sono né Karen Blixen e né Robert Redford. altro che ritorno alla natura

      5. Plauso a MarinaM, in particolare, per aver detto chiaro e tondo qual’è il vero punto della questione. Non è che siano “più brave” di noi donne occidentali, è che, purtroppo, spesso, NON sono ancora donne, ma BAMBINE!!! E bambine senza voce, senza diritti, etc. etc. Cosa siamo, ancora al mito del “buon selvaggio” di Rousseau?

        Floralye

  7. Ho vissuto per tanti anni in Africa e quello che racconti l’ho visto costantemente sotto i miei occhi. Ho visto donne col fardello dei figli, ma non solo, anche con quello del lavoro perché in alcuni stati dell’Africa l’uomo comanda soltanto e fa lavorare la donna: nei campi, sulle spiagge a vendere frutta, in città. Ho visto bambine occuparsi dei loro fratelli più piccoli, ché la mamma non lo poteva fare, e scuole in cui si insegnava ai bambini a tagliare l’erba col machete. Ero una ragazzina quando vedevo quelle scene e ho sempre pensato una cosa: sono una bambina fortunata solo per essere nata in un posto diverso. Ecco, speriamo che i bambini nati in questi posti dell’Africa un giorno possano pensare la stessa cosa, di essere dei bambini fortunati.

  8. Pillola, è stata la vera rivoluzione per l’Occidente del secolo scorso; lo sarà in questo secolo anche nel Terzo Mondo. La vera liberalizzazione della donna inizia lì. Cultura? Sì, ma il concetto rischia di essere troppo astratto, se non si inizia dalla contraccezione. Centri di Pianificazione Famigliare, dovremmo sovvenzionare quelli. Ci penseranno loro ad entrare nelle scuole con tanti pacchi di pillole da distribuire (insieme ai buoni consigli collaterali – alla cultura nuova) a tutte le adolescenti.

    1. Pianificazione famigliare, contraccezione, aborto (meglio se coattivo come in Cina). Splendido programma mortifero, che uccide l’umanità (sia del singolo, sia come genere umano).
      Preferisco responsabilizzazione, cultura, educazione, grazie.

      1. La contraccezione uccide l’umanita? casomai la preserva, visto che le risorse disponibili non sono infinite. Non so perchè maritospiazzato ma il tuo commento ha un retrogusto talebancattolico

      2. Pianificazione famigliare = responsabilizzazione + cultura. Contraccezione = responsabilizzazione + cultura + educazione. Evidentemente maritospiazzato pur di evitare di “far fuori i feti” (come ha detto qualcuno) preferisce che muoiano dopo la nascita, oppure preferisce che muoiano le madri (ma l’importante è salvaguardare il feto a tutti i costi!!), e pur di evitare di fare sesso senza fare figli, preferisce la trasmissione delle tante malattie sessuali. Complimenti per la grande espressione di pensiero, concordo con gio.

      3. caro anonimo,soni cattolica,ma le persone come maritospiazzato mi fanno paura per la loro chiusura mentale…

      4. ommioddio siamo ancora a questo punto!… che vergogna… no alla contraccezione???? ma basta!!! bastaaaaa!!! bisogna tener conto della situazione!!! “programma mortifero?”…. vallo a raccontare a chi subisce una violenza fisica o psichica che sia… per favore… scendi dalle nuvole e prendi contatto con la realtà di certe situazioni!!!

      5. maritospiazzato quanto hai detto é veramente ripugnante. Magari sei pure d’accordo al fatto che una ragazza stuprata dal cognato non debba abortire, e amenità simili? spero di no… la mentalità della gente come te mi dà il voltastomaco!!

      6. brave tutte, grazie dei complimenti: detto da gente come voi, lo sono davvero!
        Possibile che di aborto e contraccezione non si possa parlare senza essere insultati?
        La vostra cultura ha davvero fatto piazza pulita del buonsenso?
        Ma davvero nessuno vi ha mai detto che l’aumento della contraccezione, della mentalità contraccettiva, porta con sè, statisticamente, inevitabilmente, l’aumento degli aborti?
        Perché non guardate almeno le statistiche?
        Che cosa c’entra il cattolicesimo? Provate a guardare l’Inghilterra, per esempio. Grandi programmi di cosiddetta “prevenzione”, e grande aumento delle gravidanze minorili.
        Oppure nascondetevi dietro ai vostri pregiudizi, ma quanto meno non insultate, per favore.

  9. Ogni vita è preziosa. È il futuro. È ciò di noi che vivrà e continuerà. È speranza. È facile scendere nel qualunquismo e nel moralismo facili di una società in cui c’è chi fa 100m di coda per l’ultimo telefonino e chi vive come descrivi tu, Elasti.
    È la realtà in cui viviamo. Possiamo cambiarla solo noi.

  10. Un figlio dovrebbe essere un atto d’amore, nei paesi industrializzati è diventato troppo spesso un atto d’egoismo, l’ennesimo giocattolo che una coppia vuole nel momento preciso in cui hanno il lavoro, la casa, l’agiatezza, eccetera eccetera. Nei paesi più poveri sono ancora il risultato della non conoscenza o della sopravvivenza della specie.
    Roberta

    1. ma una via di mezzo??

      beffy2… superperplessa….. e triste…. fin che diciamo sono felice di essere nata da questa e non da quella parte del mondo…sara un mondo per meta malinconico…

  11. Grazie per questo post.. Andrebbe diffuso, dovrebbero leggerlo tutti… Come siamo fortunati.. Che culture diverse ci sono nel mondo.. Questi viaggi dovremmo farli tutti per vedere le realtà che ci circondano.. E imparare, conoscere capire.. Apprezzeremmo tutti di più quello che abbiamo..

  12. Leggendo questo post, mi viene davvero da ringraziare alcuni protagonisti di questo secolo:
    – l’industria farmaceutica, con i suoi brevetti e i suoi medicinali costosissimi buoni solo per le tasche di noi ricchi (chi non lo è, a confronto con quello che sta vedendo Elasti?);
    – i produttori di anticoncezionali, che se una scatola di preservativi è cara qui non immagino come sia in un Paese dove la gente vive si e non con un dollaro al giorno;
    – soprattutto la nostra amata Chiesa Cattolica. Che vieta la contraccezione ovunque e comunque, del tutto indifferente al fatto che un preservativo potrebbe aiutare a contenere l’epidemia di Hiv e Aids, le gravidanze indesiderate, le malattie veneree e rendere, per questo, la donna un po’ più padrona del suo corpo. Ma l’importante è fare proselitismo.
    Abbiate pazienza, son nata polemica.

    1. Beh, mi sembra che nessuna abbia mai saputo nulla dei problemi dell’Africa, della natalità e della mortalità infantile/materna. Per me, per il mio gruppo, è sempre stato fondamentale sovvenzionare progetti in Africa (ma anche in America Latina) in cui protagonisti fossero laici (ai preti non servono i nostri soldi se non al limite da gestire ma non sempre) e soprattutto donne/bambine. Prima di tutto la scolarizzazione e da lì un percorso educativo di contraccezione/educazione alla sessualità. Non basta distribuire pillole e preservativi, ci vuole anche un cambiamento di mentalità. E del resto non mi sembra che in Italia vengano distribuiti gratuitamente anticoncezionali e neppure che ci sia una seria educazione sessuale. Basta leggere/sentire i ragazzi e le loro scarse informazioni, senza parlare dell’aumento di casi di sieropositività. Scusate se mi sono dilungata, ma è un argomento che mi appassiona, non volevo essere polemica.

      1. Anche ai preti servono i nostri soldi. I miei soldi vanno a 2 sacerdoti e 3 suore che salvano a pelle alla gente in un lebbrosario africano e comprano vaccini. Piano con le parole.

  13. Anni fa andammo lungo il Nilo in Egitto con i ragazzi all’epoca bambini alle elementari. Il secondo giorno rimasero zitti mentre giravamo per un mercato inseguiti da una comitiva scalza, sporca e urlante di loro coetanei che chiedevano un soldino. Cercai di spiegare e il grande mi disse: “non c’è da capire, mamma. È solo fortuna se son qui e non lì”
    Da allora non ha mai più fatto un capriccio x cose come cibo, giocattoli, vestiti e da qd ha 16 anni va a far le sue vacanze dove serve aiuto e raccoglie fondi e aiuti ovunque riesca a farlo. Viviamo qui ma possiamo e dobbiamo fare molto. Anche se non capiamo e non condividiamo. Non direi poi che il non abortire sia una scelta x la vita; probabilmente lo farebbero se potessero. E comunque non è questa la sede x l’apologia del buon selvaggio (oltre che non essere proprio il caso…)

  14. Ancora un commento: dove la donna è solo oggetto del sesso e non persona, se anche le case farmaceutiche ed il resto del mondo inondassero il paese di oreservativi, non sarebbero usati. Son le teste e le culture che vanno modificate prima. Credo

  15. Ma parliamo di fior fiore di sociologhe, puericultrici e fanatiche del maternage che venerano i riti della maternità “secondo natura” in Africa, cercando di importarli da noi.
    Regalità e coraggio nell’affrontare questo destino non lo rendono meno tragico.

  16. Sono senza parole e senza pareri…non so se i bimbi siano preziosi in questo modo…nel nostro mondo vediamo eccessi in positivo o negativo verso i bambini…o iperprotetti o trascurati…ma nel mondo in cui sei tu non so come possono essere tutelati visto che GLI UOMINI o meglio I MASCHI decidono.

  17. I bimbi sono tutti preziosi, proprio per questo li si dovrebbe sempre poter avere e crescere quando ci sono amore e possibilità di farlo.

  18. Quando si affrontano, anche da lontano, situazioni come quelle delle madri e dei bambini d’africa (ma in alcuni posti del sud america, per esempio, non è che le cose vadano meglio) le posizioni oscillano tra l’ammirazione verso le donne che “vivono secondo natura”, qualunque cosa questo significhi (come se fosse naturale per una donna stremarsi di parti finchè le resta un alito di vita) e l’indignazione mista a compatimento verso una mentalità, a volte addirittura una cultura, che va modificata grazie al sapere dell’occidente. In tutto ciò non si tiene conto abbastanza, secondo me, del fatto che: a) di naturale in quelle condizioni di vita c’è ben poco; b) la cultura di cui sono vittime quelle mamme, quei bambini e quei padri dediti all’acool è la nostra, non la loro. L’Africa è il risultato di decenni, secoli di sfruttamento, colonialismo cattivo e a volte anche buono, ma sempre dannoso. L’europa, l’america, ora la cina sfruttano, con il tacito consenso del potere ecclesiastico, le risorse di un continente e questo ha un prezzo: guerre, miseria, dissolvimento dell’identità culturale di intere popolazioni, governi corrotti. Gli occhioni dei bambini parlano ai nostri sensi di colpa. Quelle mamme bambine che si riproducono come conigli sono il risultato dei pavimenti di legno per le nostre, delle nostre statue d’avorio, dei nostri diamanti, della nostra antropologia del “buon selvaggio”. Per quanti progetti, per quanti aiuti, per quanti soldi vi vengano immessi la situazione in Africa non migliora di un solo millimetro all’anno, ci avete fatto caso? Gli stanno semplicemente vendendo la terra sotto i piedi. Non sarà mai troppo tardi il giorno in cui, eliminati i governi corrotti e filo occidentali, gli africani butteranno fuori dalla loro terra tutti gli europei, gli americani, tutti, chi aiuta e chi no. Dopo, magari qualcuno potrebbe tornare. Questo penso.

    1. esatto concordo in pieno, purtroppo… poi mi fa ridere che ora che Elasti (bravissima) ha scritto questo post, tutti a commentare sulla situazione tragica di questo pease… é bello avere delle idee e non ignorare questa tragedia, ma le parole al vento mi fanno sempre imbestialire… sempre e solo parole!
      non so cosa dire riguardo a questa tragedia, abbiamo adottato un bambino/comunità a distanza nella nostra famiglia ma non sento di aver fatto del bene, cmq dipendono dai nostri soldi… finché l’africa non sarà libera non può esserci speranza nè per i bimbi nè le madri… e la cosa mi fa soffrire perché sono troppo impotente, non basta indignarsi a cambiare le cose, nè soffrire…

      Ter

  19. La speranza rende la vita preziosa, senza speranza non vivi.
    Un uomo senza speranza fa paura, un bambino senza futuro strazia.

  20. Secondo me il punto non è tanto l’età della ragazzina che è diventata mamma. Quella sì che può essere una questione culturale.
    Ma come sono costrette a vivere le donne, no, questa non è differenza culturale, è discriminazione, così come lo sono il burqa, l’infibulazione, le “donne giraffa”. Qui si parla di diritti umani ed è qui che bisognerebbe intervenire.
    Grazie Elasti, perché ci fai riflettere.

  21. nemmeno “da noi” purtroppo ogni bambino è prezioso, e non so quanto lo sia per quelle bambine-mamma. Non ha senso nemmeno fare paragoni, giudicare. Ha senso xò quello che stai facendo tu, complimento Elasti

  22. Scrivi che è “.. complicato capire, sbagliato giudicare …” hai ragione ma mi è impossibile non indignarmi. Come si può far capire all’Africa che tutta la sua gente e soprattutto le sue donne e i suoi bambini hanno diritti?
    Se fosse che ogni piccolo che viene al mondo aiutasse per portare ad un vero cambio di mentalità ecco che diventerebbe davvero prezioso..
    Continua a scrivere Elasti e aiutaci a capire.

  23. Ogni bambino è prezioso.
    Riguardo alle mamme non ci dimentichiamo che anche da noi non molti anni fa era così.
    La mia bisnonna (friulana) ha avuto 9 figlime qualcuno lo ha perso. Il primo l’ha avuto, credo, a 16 anni.
    A 10 anni erano già tutti in giro per il mondo a guadagnarsi i soldi da mandare a casa.
    Mia nonna (una dei 9 figli) a 12 anni era già a Roma a lavorare presso una famiglia. A lei è andata meglio, di figli ne ha avuti solo 5 (e qualcuno perso).
    Mia madre e una sua sorella è cresciuta in collegio, perchè a casa non c’era da mangiare.
    Non era poi così tanto tempo fa!

    1. O signore, ma che c’entra, anche le mie bisnonne hanno avuto dieci figli e allora? è accaduto cento anni fa e non avevamo governi stranieri ricchi e obesi pronti a sfruttarci, se mai eravamo già noi a colonizzare (o a tentare di farlo) paesi messi peggio di noi. La storia non mente, ci sono i sommersi e i salvati. E le anime belle che non riescono a vedere.
      Elasti, con il costo del tuo viaggio, di qualunque viaggio aereo a fin di bene e no in Africa, una famiglia mangerebbe un anno e comprerebbe anche qualche preservativo, ma una cosa la puoi fare: allarga le coscienze di chi vede solo gli occhi (bellissimi) dei bimbi africani e poi non sa che quando sceglie il legno dei pavimenti della propria casetta, distrugge la vita di quei bambini.

      1. Le anime belle sono quelle che ancora la menano coi governi occidentali invasori, dimenticando che i piu’feroci assassini dei loro popoli sono i loro governanti. I piu’ infami schiavisti africani erano islamici africani. Ebbasta!

  24. Sì, al tempo delle nostre nonne si facevano dieci figli, si allattava nei campi e gli uomini spesso, molto spesso bevevano, perchè era l’unico divertimento, oltre al sesso. E’ questione di cultura? O di economia? O di tutte e due? O una produce l’altra? L’Africa per salvarsi dovrebbe fare da sola, i paesi con meno aiuti sono quelli che si stanno risollevando prima, e questo perchè la nostra “carità” è tutt’altro che disinteressata e fa più danni che altro, oltre a ingrassare una classe dirigente che dire corrotta è un eufemismo.

    1. Esatto, purtroppo e’ proprio cosi’ e soltanto toccando con mano si riesce a capire questa dura realta’.
      Nella maggior parte dei casi la colpa di tutto quello che succede fuori dai nostri paeselli dorati, purtroppo, e’ tutta colpa nostra, delle nostre adozioni a distanza, dei nostri soldi che lavano coscienze e abbassano le tasse da pagare a fine anno delle societa’ che dimostrano di effettuare progetti “benefici”. Che corrompono, materialmente e moralmente.
      Abbiamo creato noi la differenza tra primo, secondo e terzo mondo, per avere i nostri giocattoli, per sentirci evoluti, forti, divinita’ in terra.
      Ogni popolo, ogni cultura dovrebbe avere il diritto alla sua storia senza moralismi interessati e falsi protettori, finche’ non lo capiremo, finche’ continueremo a giocare con loro per sentirci migliori sara’ molto difficile che le cose possano cambiare veramente.

      Questa realta’ e’ molto dura da comprendere, il mondo e’ duro e non lo comprenderemo mai fino in fondo, e’ vero, noi il nostro superenalotto, lo abbiamo gia vinto alla nascita, a prescindere, per essere nati ora, qui, io cerco di non dimenticarlo mai, anche nei momenti piu’ bui, chissa se la prossima volta saro’ tanto fortunata.
      Mi sa’ che non dimenticare, forse e’ l’unica cosa veramente utile che possiamo fare.

  25. Scusate ma io rabbrividisco quando sento dire :” il lato positivo è che in Africa non c’è la tendenza a far fuori tanti feti quanto qui da noi.”
    Bhè in effetti è molto positivo dato che lì a morire sono i bambini …
    Inoltre vorrei porre l’attezione sul fatto che la contraccezione in africa sarebbe utile non solo per il controllo delle nascite ma sopratutto per evitare la trasmissione di malattie come l’hiv che in molte zone dell’Africa stanno ormai uccidendo intere generazioni.
    Non so come sia la situazione in Uganda, ma nella zona dove sono stata io, in Swaziland, almeno il 50% della popolazione è sieropositiva.
    Non riesco sinceramente a vedere nessun lato positivo di questa situazione, nessun ritorno alla natura.
    Le donne in quel continente sono degli oggetti a uso e consumo dell’uomo.

  26. Una cosa però dobbiamo dirla: da quando Elasti è partita per l’Africa qui il commentorio si è alzato di livello. Si affronta un tema delicatissimo da ogni angolatura di opinione possibile, ci si confronta vivacemente, ma nessuno manca di rispetto alle posizioni dell’altro. Ragazze, siamo pronte per un talk-show da terza repubblica. A me questo blog piace sempre di più!

  27. Quello che mi colpisce di molti commenti è che nonostante viviamo in una cultura dell’informazione molti paiono apprendere ciò di cui parla Elasti per la prima volta. Credo sia un fatto su cui riflettere.
    ps. a chi si scaglia contro la Chiesa vorrei ricordare che l’influenza della Chiesa in Africa è piuttosto limitata. Molti africani sono musulmani, moltissimi sono animisti. Secondo dati recenti i cattolici costituiscono appena il 18% della popolazione totale del continente (fonte: http://www.news.va/it/news/congresso-panafricano-dei-laici-cattolici-rylko-tu). Io sono molto critica nei confronti della Chiesa cattolica per tantissime cose, ma per favore l’anticlericalismo d’accatto lasciamolo da parte. Inoltre, il preservativo è incoraggiato e pubblicizzato, ma costa, e sopratutto costa fatica ai mariti ubriachi usarlo. C’è peraltro una fortissima avversione da parte dei maschi (un po’ come quelli che vanno a prostitute e pagano di più per non usarlo). Prima di tutto bisogna fare opera di educazione. Per dire, non avete idea di quali benefici apportino le campagne che insegnano a lavarsi le mani.

    1. Ciao Chiara, amica mia. Concordo su tutto e forse tante lettrici sono colpite perché certe cose si sanno ma raramente (grazie Signore grazie) si toccano con mano (io in primis, che vivo nella ridente CH).
      Elasti ci racconta dal vivo una realtà scomoda con i suoi occhi di donna europea e mamma. Come possiamo essere tutte noi. Senza pregiudizi si è calata in quel mondo e così ce lo riporta.

      1. Mia cara Kike, la mia era solo una riflessione che nasce da una semplice constatazione, non voleva essere una critica. Io per prima mi leggo d’un fiato questi intensi resoconti di Elasti e li apprezzo moltissimo. Indubbiamente poi il suo racconto passa attraverso la sua sensibilità e i suoi occhi, e non sono solo un reportage asettico.

    2. Lucida e posata, brava Hottanta. E’ vero, sembra che Elasti racconti novità; ma è che tutti corriamo tanto, che quel che non abbiamo sotto gli occhi finisce per essere spinto in un angolino invisibile a meno che una persona non sia interessata alla questione. Ma Elasti sta vedendo e raccontando, ora, in diretta, e questo riporta certi fatti ad essere reali e presenti.
      Una piccola speranza: nel mio piccolo viaggio, già alcuni anni fa, ho parlato con un gruppo di donne, da giovani a meno giovani, che vivevano in una baraccopoli in una grande città del Mozambico. Erano molto decise a pretendere la monogamia e pochi figli che possano vivere e studiare, perchè erano “donne di città” e non si sarebbero adattate a vivere come ancora vivevano le donne dei villaggi rurali. E’ stato importante per me sentirlo dire da loro e avrei voluto approfondire di più… Restano però da convincere gli uomini: c’erano 3 ragazzi giovani con noi e di loro uno solo concordava con le donne. Ma quelle donne, e quei pochi uomini, muovono le montagne. Aiutiamole-i, cerchiamo i modi.

    3. E’ vero, Elasti ci racconta cose che già sappiamo, ma che per molti di noi sono lontane dato che poche sono le persone che hanno visto coi loro occhi; credo che in questo momento Claudia sia “i nostri occhi”, chissà, forse ci fa uscire un pò con la testa dalla sabbia…

  28. Come non lasciare un commento leggendo un racconto così profondo? Sono passata dalla tranquillità alle lacrime e una forte pressione sul cuore. Complimenti per il coraggio e per tutto davvero

  29. Ciò che è prezioso di solito lo è perché possiede un valore..materiale o affettivo poco importa.
    Un Bambino è prezioso?Per la madre che lo partorisce, anche se è una mamma non per scelta, ma perché vittima di violenza, fisica o psicologica anche qui poco importa, dovrebbe?
    Se una donna è trattata come una cosa di cui non si occupa nessuno ma che serve a far sentire un uomo potente e soltanto perché ci fa sesso insieme ed è destinata a morire se si azzarda a tirare su la testa e a dire che basta così, che è una persona anche lei, dovrebbe?
    I Bambini sono il nostro futuro..è vero, ma quei Bambini diventano gli adulti che sbarcano a Lampedusa e che non si vede l’ora di rimandare a casa loro..sono preziosi quei Bambini?
    Bisogna parlare più di Amore e di rispetto per rendere prezioso ogni Bambino di questo mondo..per poter dare loro la dignità che spetta ad ogni essere umano.
    Anche alle loro mamme.

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