questa sera, a cena. elastigirl e gli hobbit.
“io sono gattino di noemi”
“come hai detto, hobbit piccolo?”
“dètto: io gattino noemi”
“tu saresti il gattino di noemi…”
“sì!”
“mamma questo è ossessionato. io te lo dico da sempre. non è mica normale che un bambino piccolo di tre anni sia così ossessionato da una bambina di cinque anni…”
“io ‘namolato. voi no”
“infatti, è innamorato. dovete lasciarlo stare, mamma. saranno fatti suoi…”
“sì, hobbit grande, sono fatti suoi e noemi è pure carina, però dichiarare ‘io sono il gattino di noemi’, daiii! non è che il piccolo si sta rincitrullendo completamente? non parla d’altro. sembra che all’asilo non ci sia nessuno: niente maestre, niente bambini, niente commesse, solo noemi”
“solo noemi e suo gattino-io”
“ecco appunto. rincitrullito perso. io mi vergogno di averlo come fratello”
“ora non esagerare, dai. io stavo scherzando. per me può essere il gatto, il cane, il topo, l’apriscatole di noemi. basta che sia sereno e contento”
“chi sei tu?”
“sono la mamma, hobbit piccolo. chi vuoi che sia?”
“tu no mamma. tu talallino di noemi”
“io sono il tarallino di noemi? che meraviglia…”
“lui bimba di noemi”
“hai sentito, hobbit grande? tu sei una bambola di noemi. ti è andata bene… potevi essere pure tu un tarallino”
“e io? io? chi sarei io di quella smorfiosa della tua fidanzata?”
“tu caccola di noemi”.