un giorno, un po’ di tempo fa, elastigirl ricevette un messaggio da un’insegnante che si chiama gloria e insegna lettere in un liceo in una cittadina tra firenze e siena. gloria raccontava che ha per lo più studentesse femmine che hanno bisogno di ambizioni, di confronti, di modelli, di storie. diceva, gloria, che le avrebbe fatto piacere se un giorno elastigirl fosse andata a trovarle quelle ragazze, in quel liceo di provincia, a farci una chiacchierata, a parlare di lavoro, di figli, di famiglia, di compagni di vita, di sogni, di realizzazione, di conciliazione, di scrittura, di fughe.
elastigirl le rispose: grazie per l’invito. al momento non posso perché mister incredible è in america e la vita è piuttosto complicata, ma mi piacerebbe prima o poi venire a trovarle, le tue ragazze ché dentro un liceo non entro da troppo tempo e poi quel mondo lì, quello delle ragazze alla conquista dell’universo o del giardino sotto casa, a seconda dei gusti, dei casi, delle possibilità, me lo sono dimenticata ma, da come me lo ricordo, quel mondo, è un posto divertente e stimolante e ricco. insomma, dammi un po’ di tempo ma, promesso, prima o poi arrivo.
elastigirl ci pensò per qualche mese, anche quando non se ne accorgeva, perché questa idea della gita scolastica le piaceva molto.
così ha preso un treno e poi un pullman ed è arrivata in una cittadina tra le colline, dove c’era il mercato. ed è andata a scuola, a trovare le alunne di gloria. e gloria, naturalmente. ha incontrato una ragazza con un vestito da antica ateniese, tutto bianco, compresi dei sandali bellissimi, fatti di cartone anziché di cuoio. un sedicenne che si sente ridicolo a dire ‘bevo una coca cola’ e si sente più tranquillo e a posto a dire ‘bevo una hoha hola’, una quindicenne bellissima, con gli occhi blu, una bravissima in matematica, uno che vuole trasferirsi a milano e un’altra seduta su un banco con le gambe lunghe e distese. ha conosciuto un’insegnante di italiano che nel tempo libero fa l’archeologa perché questo è quello che voleva fare da piccola ma non ha tempo, né energie, né soldi per fare un bambino. si è presentata a un bidello, che è un ragazzo down e che l’ha baciata con passione e poi ha esclamato ‘e ora si fa all’amore!’. e le ha messo allegria perché si vedeva che era contento in quel posto e gli studenti gli volevano parecchio bene. ha visitato la sala professori e il bagno delle insegnanti. ha chiacchierato per un’ora intera con una seconda e una quarta e si è divertita parecchio e le è venuta voglia che gli hobbit diventino grandi perché interagirecon ragazzi tra i 15 e i 17 anni è veramente uno spasso. ha parlato di tante cose e ha imparato parecchio. poi gloria le ha dato un passaggio a firenze, elastigirl ha ripreso il treno ed è tornata a casa, piuttosto di buon umore, come dopo ogni gita scolastica.
Che bello Elasti, eri proprio dietro l’angolo ad averlo saputo ti facevo da guida turistica in quel di Firenze… Barbara
Eh, beh: ci voleva, no? ^_^
L.
Quando l’anno scorso ho fatto le pulizie in una delle scuole cittadine avevo domandato il permesso di pubblicare le foto di alcuni lavori che avevano fatto.
http://latanadirabb-it.blogspot.it/2012/07/avete-visto.html
Non so come mai ma il riferimento all’abito ateniese mi ha fatto venire in mente altro… oh l’anno scorso il tema era l’Egitto.
un’insegnante con l’apostrofo? 😉
se l’insegnante in questione è donna, l’apostrofo è non solo giusto, ma doveroso! ;-D
E siccome l’insegnante in questione si chiama Gloria, direi che è decisamente donna e quindi si porta dietro anche l’apostrofo.
Guardate che Celine aveva segnalato la cosa, prima che avvenisse la correzione.
Almeno io l’avevo letto in quel senso.
Ehi Celine, sì. Ci siamo anche noi donne ad insegnare. E ci serve l’apostrofo
La gita scolastica è pur sempre una gita scolastica, imperdibile a qualunque età.
Roberta
Per una volta, Elasti, dissento da te: “le è venuta voglia che gli hobbit diventino grandi perché interagire con ragazzi tra i 15 e i 17 anni è veramente uno spasso”. Ho una figlia di 16 anni, in piena tempesta ormonale, e non è uno spasso, credimi. 😦
Dovrebbero creare l’equivalente del Telefono Azzurro per i genitori di figli adolescenti…
Ci arriverai, e non sarà SEMPRE così divertente!
Ilaria
Hai presente quando parlavi dello hobbit grande che ti ha fatto passare al secondo livello del gioco? Ecco, non aspettare con ansia il terzo livello, goditi i primi due!!!
Argh finalmente una che mi può capire!!! Iris_Viola_a_Macchie_Gialle mi fa disperare!!! e già mi fascio la testa che Viola tra 10 anni sarà anche lei adolescente!!! o.O
Mi associo, tra i 16 della grande e i 12 del “piccolo”…
Certi giorni sono proprio… “no limits” (loro) e di conseguenza anche io!
Floralye
Mi aggiungo! Ho tre figli maschi di 20, 18 e 14 anni: quanto vorrei tornare indietro! elasti goditi i piccoli hobbit, perchè gli adolescenti maschi sono davvero davvero difficili! Quanto ero orgogliosa dei miei tre passerotti…e ora? Da un po’ di anni è il delirio!
Mi aggiungo! Ho tre figli maschi di 20, 18 e 14 anni: quanto vorrei tornare indietro! elasti goditi i piccoli hobbit, perchè gli adolescenti maschi sono davvero davvero difficili! Quanto ero orgogliosa dei miei tre passerotti…e ora? Da un po’ di anni è il delirio!
che bello!, una boccata d’aria in una città vicina ed un contatto vicino con questi ragazzi con occhi pieni di futuro…
Ti aspettiamo sempre anche da noi… Tipo per l’inaugurazione della nostra nuova scuola familiare libertaria-democratica a cui stiamo lavorando da mesi e che non so quando sarà e se sarà, ma se sarà, sarai la prima a saperlo e avrai tutto il tempo per pensarci e spero tanto per organizzarti e venire questa volta, magari con tutti e tre gli hobbit, visto che sarà sicuramente un evento a misura di bambino prima di tutto…
un insegnante
una insegnante
quindi direi che l’apostrofo ci va… 🙂
ho corretto. certo che l’apostrofo ci andava ma scrivere con il tablet, non so perché anzi lo so, vista la tastiera, facilita refusi e strafalcioni
che bello! la gioventù quando mostra la faccia vera e genuina ti prende il cuore….per questo anche io insegno ad adolescenti ….nonostante lo stato faccia di tutto per farmi vivere male questo lavoro gioioso
Però resistete!
Ilaria
“ha conosciuto un’insegnante di italiano che nel tempo libero fa l’archeologa perché questo è quello che voleva fare da piccola ma non ha tempo, né energie, né soldi per fare un bambino”
Quanta tristezza in questa frase! Perché le donne sono spesso costrette da eventi contingenti a rinunciare ad un desiderio?
O forse ad un bambino si può rinunciare serenamente e consapevolmente?
L’idea di fare un figlio non l’ho mai presa in considerazione, quindi non so se può chiamare rinuncia, ma ti posso assicurare che si può vivere lo stesso serenamente e pienamente.
È vero, è uno spasso interagire con ragazzi tra i 15 e i 17 anni, forse più per gli insegnanti che per i genitori.
Un’insegnante.
il desiderio e il gusto di parlare con i giovani che interagiscono… eredità paterna, cara elasti.
Ragazzi, bambini…ti sfiniscono a casa ma al lavoro godi delle loro scoperte e ti riscopri con loro.
da genitore talvolta vorrei strangolarli, eppure ancora mi incanto a guardarli mentre scoprono il mondo, mentre puntano i loro sguardi limpidi su qualcosa che per noi e’ scontato e per loro e’ tutta un’emozione.
Brava Elasti! Nonostante la tua vita super incasinata riuscire a trovare il tempo di andare in un paese della Toscana per incontrare le classi di un liceo, e’ davvero un gran gesto!
Che bello avere un’insegnante che parla alla classe anche di “cose di vita” e non solo, sempre, unicamente del programma, col solo obiettivo di finirlo… Come mi sarebbe piaciuto!
Accidenti eri proprio qui dietro l’angolo..io sto a Siena (nata in Veneto) ed innamorata di queste colline..;-), ti avrei vista anch’io volentieri, magari su uno di quei pullman che collegano firenze a siena guidati da autisti pazzi che ti fanno sobbalzare sui dislivelli della strada e, a volte, unici al mondo, riescono ad arrivare in anticipo..hai notato? Un abbraccio ed alla prox occasione!
Anch’io a volte penso a come sarà avere due figlie adolescenti… e tremo al solo pensiero 🙂
Trema, trema! la mia ne ha solo 11, ma fa già le medie poiché anticipataria. in un anno cambia tutto: cellulare, facebook, feste più da”grandini”, amici che tu per la maggio parte non conosci, ragazzi, solitamente più grandi, telefonate segrete…., litigi con le amiche che sono la loro vita un giorno sì e l’altro pure. ma concordo, è anche divertente e vitale
Quoto Leti, la mia grande compirà solo 12 anni tra 3 settimane ed è già una lotta generazionale quotidiana. Aiuto!
Se mi dici che eri a Colle Val d’Elsa…ci sformo (come si dice qui)!
non so cosa voglia dire ma direi che puoi sformarti 🙂
Nooooooo sei venuta a Colle!! ma dai…che peccato…come ti avrei salutato volentieri di persona!!
fichissimo andare in sala professori!
ma che bella esperienza, io invece ho un po’ paura del periodo adolescenziale, guardo mia nipote 12 enne e le sue continue recriminazioni e tremo
Interagire coi 15-17enni è certamente uno spasso. Se non li/LE hai in casa. Goditi i tuoi cuccioli. 🙂
La mia Alice ha 11 anni. e’ in pre-adolescenza e mi fa presagire un periodo da teenager che sara’ un incubo. Pero’… due settimane fa sono andata con altri amici di Libera – Associazioni contro le mafie al liceo Vian di Bracciano (Roma). Che belle ragazze e ragazzi! Pieni di idee, curiosi, hanno fatto dei progeti bellissimi, un cortometraggio geniale… E anche le loro insegnanti, che hanno speso tempo ed energie per lavorare con loro su qualcosa che esula dai programmi mninisteriali.
Mi hanno fatto vedere una luce in fondo al tunnel dello schifo in cui viviamo. Forse non tutto e’ perduto. Una meglio gioventu’ esiste, anche se non ce la fanno vedere. E le “gite scolastiche” aiutano a rendercene conto. A creare ponti con generazioni con le quali non abbiamo cosi’ tanti contatti.
vorrei abbracciare Gloria che si impegna, si preoccupa e si occupa dei suoi studenti. Questi insegnanti rendono la scuola pubblica italiana valida e preziosa. E vorrei abbracciare anche te, Elasti, per essere sempre così generosa e disponibile. Crì
🙂
Credo che tu abbia visitato quella che è stata la mia scuola. Che bello sarebbe stato poterti ascoltare quando la frequentavo! Che fortunati questi ragazzi, sono esperienze che fanno bene, a tutti.
Ciao! Sono una delle studentesse che hai incontrato venerdì,devo dirti che è stata una bella esperienza incontrarti.Mi ha colpito quando ci raccontavi delle tue amiche d’infanzia,perchè anche io come loro provo a immaginarmi come sarò tra qualche anno,anche se probabilmente il mio futuro non sarà come me lo aspetto.
che bello! mi fa moltissimo piacere. in bocca al lupo per il futuro che ti immagini e per quello che sarà sul serio! un abbraccio e grazie per l’accoglienza.
Per noi è stato un piacere immenso incontrarla, ci siamo diverti ed abbiamo scoperto che la vita vista ora sembra un quadretto perfetto, ma in realtá questo quadretto fra qualche anno diventerà un cubo di rubik ( i come si scrive). Grazie ancora la 4bp
grazie a voi!!!
Che bello leggere i commenti degli degli studenti a questo tuo bel racconto.
Ti capisco sai in questo desiderio improvviso di interazione coi figli grandi. E’ bello averlo e addolcisce il pensiero del tempo che passa.
Io ho due figli di 17 (tra due mesi 18) e 15 e adoro parlare con loro!
Mi piace moltissimo avere figli grandi.
Poi ho due figli di quasi 13 e quasi 11 che sono nella terra di mezzo e sono curiosa di vedere come diventeranno.
Mentre per i due piccoli di 5 e 2 anni non ho fretta…troppo teneri, buffi, divertenti!
Ehi, complimenti!!! Mi sono sempre piaciute le famiglie numerose (per scelta)!
Grazie! Sì, una famiglia numerosa stra-scelta! Tutti cercatissimi (non per motivi religiosi).
dai, sei venuta a firenze e non ci hai avvisato?? eddai! mica si fa così!
oh, claudia! quando torni?
Anch’io insegno, ma all’università. E interagire con i ragazzi di vent’anni, secondo me, è l’esperienza più interessante, stimolante e gratificante che si possa avere.
E’ vero, interagire con gli adolescenti è splendido. Però ora, se ti invito (ti sto invitando) vieni anche da me in gita scolastica? Io ti offro classi di quasi soli maschi, e femmine che sopravvivono in minoranza quantitativa ma non qualitativa e si fanno toste. Piene di idee e di sogni. Però forse la cittadina è la stessa, chissà. Mercato incluso.