Nonsolomamma

ma che ci fai a roma?

“pronto, elasti, come stai? è un po’ che non ci sentiamo. che stai facendo?”

“ciao, amica. sto bene, anche se mi sento dentro una centrifuga. sono a roma”

“a roma?”

“già, a roma”

“e gli hobbit?”

“a milano, con il loro legittimo padre”

“che ci fai a roma?”

“ecco, bella domanda… lavoro”

“immaginavo. che lavoro?”

“ma boh, una roba nuova. forse una follia totale…”

“quindi cosa fai?”

“no, niente. una cosa. alla tv”

“tv? che tv?”

“il primo canale, come avrebbe detto mia nonna… chissà cosa direbbe mia nonna di tutto questo. non so se sarebbe contenta…”

“quindi lavori a rai uno?”

“ma no, be’, messa così sembra una cosa gigantesca. partecipo a un programma del pomeriggio. ma tu come stai, invece?”

“sto bene. ma stavamo parlando di te. sei evasiva e imprecisa”

“ma sì, non è fondamentale…”

“ti imbarazza quello che fai? fai la valletta? la velina?”

“ehm, no. non ho né il fisico né l’età. e no! non mi imbarazza. mica avrei accettato se mi imbarazzasse. però, ecco, è una cosa nuova, a cui mi devo abituare, che non so bene come sarà, non so come sarò io, non so se mi ci vedo lì dentro. poi dicono che la televisione sia uno schiacciasassi e io… boh, che ne so che effetto mi fa essere dentro uno schiacciasassi? o magari sotto”

“si può sapere come si chiama questa cosa che fai?”

“no, non la faccio io. partecipo e basta”

“e si chiama?”

“la posta del cuore. con fabrizio frizzi e rita dalla chiesa. ecco. l’ho detto. inizierà il 15 giugno alle 440 del pomeriggio credo, tutti i giorni. per un mese”

“ma sei contenta?”

“sì, credo di sì. e soprattutto sono incuriosita e divertita. è una cosa nuova, bizzarra, improbabile che mai avrei immaginato di fare. però, ecco, quando mi mettono tutto quel rosso sulle labbra che non va via nemmeno con il dentifricio alla menta piperita e sono nello studio, con le luci, le telecamere, il pubblico, il salotto finto, gli applausi e mille persone intorno, mi domando: ‘che ci faccio qui, a roma, in televisione?'”

“ecco, appunto. che ci fai?”

“ancora non l’ho capito benissimo. però mi viene spesso da ridere e forse questo è un buon motivo per stare qui, ora”.

153 pensieri riguardo “ma che ci fai a roma?

  1. sinceramente non mi sembra fina cultura neanche le banalitá che dice in radio….. la posta del cuore poi….

    ma non potevi raccontare dei tuoi hobbit e basta??

    Io leggevo il tuo blog quando ancora li chiamavi con i loro nomi veri, figurati un po’….. ma é stato un precipitare di megalomania negli ultimi anni…. che tristezza Claudia.

    Chiara

    1. A me non piace in versione radiofonica. Già il programma in sé è scaduto rispetto agli anni scorsi, Solibello è odioso con una voce inascoltabile, anche quella di Claudia non mi sembra adatta per la radio ed inoltre interviene a sproposito, fuori tempo e dispensando banalità. Ma tutto il programma è fastidioso, vacuo. E farsi chiamare Elasti,

    2. A me non piace in versione radiofonica. Già il programma in sé è scaduto rispetto agli anni scorsi, Solibello è odioso con una voce inascoltabile, anche quella di Claudia non mi sembra adatta per la radio ed inoltre interviene a sproposito, fuori tempo e dispensando banalità. Ma tutto il programma è fastidioso, vacuo. E farsi chiamare Elasti, poi è insopportabile!
      Meglio Natascia Lusenti, l’ anno scorso e la sempre brava e simpatica Cinzia Poli.

      1. Ho detto che preferisco leggerla no che non sappia fare le altre cose! Comunque mi sembrate improvvisamente invidiosi!!!

      2. Pensa che invece è proprio la voce molto riconoscibile di Claudia, che secondo me piace tanto. E anche il tono, il garbo e il divertimento che traspare.
        Nella vita si cambia, si cresce, si evolve ed è bello seguire una parabola ascendente di una donna preparata, intelligente e realizzata oltre che nel lavoro anche nel privato, certo non senza i sacrifici e le rinunce che ogni scelta “alternativa” ti chiede

  2. E infatti cara Maryland ero in risposta a. Chiara (così come avrei potuto rispondere ad altre che hanno mosso gli stessi dubbi alla sua esperienza radiofonica) e non a te.
    E poi perché dovrei essere invidiosa? I critici televisivi, cinematografici o letterari sono invidiosi?

  3. Se fossi Elasti sarei indecisa se farmi grasse ma amare risate sulla miseria umana ampiamente diffusa o chiudere il blog e tenermi per me gli scherzosi scketch molto ben scritti di una vita certamente e meritatamente non comune e per questo ampiamente criticata ed invidiata dai mediocri che certo non verranno mai contattati per simili esperienze professionali. Spero tu scelga la prima soluzione e complimenti!

  4. Sei così convinto che vi siano da una parte gli eletti e dall’altra i mediocri?guarda che nel mezzo ci sono anche tante persone che pensano con virtù e difetti…..comunque ti lascio alle tue rassicuranti certezze….

  5. Mah…a me quel che lascia più basita sono i commenti delle super-supporter di Claudia. Mi sembra una roba tipo setta (o tipo Beppe Grillo) in cui non si può muovere una critica al leader pena l’accusa di essere invidiose e blablabla random. Mister I forse vi etichetterebbe come delle “frekate”, mentre Claudia è abbastanza grande e intelligente da capire che le critiche (se fatte con garbo ed educazione) non possono che farla riflettere.
    So long and thank u for the fish.

    1. Sai perchè? molti difendono elasti a spada tratta perchè così si difendono le amiche, anche quando la critica potrebbe essere giustificata! Tu non fai così con le persone care?

      1. Quindi un personaggio di un blog è per molte una “cara amica da difendere a spada tratta”. #poraccesimoall’ennesimapotenza!
        Boh, sarò stata abituata male ma ho l’abitudine di dire sempre le cose come stanno, anche (e forse di più) alle persone a me care.
        Niente,

    2. OHHHH!
      Cavoli!

      Finalmente ho scoperto come mai ho pochi amici.
      Non ho l’abitudine di difenderli a spada tratta quando fanno una cappellata*, anzi son una rompiscatole all’ennesima potenza.
      E loro fanno lo stesso con me. 😉

      Pochi, ma buoni.
      Oh… Sì!

      *No, non penso che Elasti abbia fatto una cappellata, mi riferivo solo al commento dove sta scritto che si difendono gli amici anche nel torto.
      Mai stata capace di farlo.

      E ne son persino un po’ fiera.
      Solo un po’.
      E solo a volte.
      ^_^

      1. ehm boh io con gli amici ho il seguente atteggiamento: in private dico loro tutto quello che penso costi quell che costi, in pubblico li difendo
        finora ha funzionato e non mi pare di averne ne’ pochi ne’ non buoni
        Claire

    3. Claire un amico non dovrebbe prendersela se in pubblico non lo difendi quando ha torto.
      Credo.

      Io a difendere il prossimo ci penso di rado, ma solo se penso che ne abbia bisogno.
      E non tengo una faccia per il privato e una per il pubblico anche se conosco benissimo il motto: le lodi in pubblico e le critiche in privato.

      ^_^

      1. non arriverei fino a dire ‘non tengo una faccia -er il pubblico e una per il privato’ riguardo a quello che faccio io
        dopodiche’ si entra nell’etica e nella morale e queste sono personalissime… ciascuno fa del proprio meglio
        per fortuna comunque non e’ che mi capiti spesso che I miei amici facciano cose riprovevoli e di cui mi debba chiedere se parlargliene in pubblico o in private
        in generale preferisco ilprivato perche’ in due, senza le dinamiche di gruppo, e’ piu’ facile capirsi
        claire

  6. Io la vedo così: ha colto un’opportunità di lavoro in tv, come ha colto quella in radio, come il marito ha colto quella di lavorarsene all’estero per buona parte dell’anno, come la tata Nina ha colto quella di venirsene a lavorare in Italia, come la stessa Claudia anni fa ha colto quella di pubblicare dei libri.
    Tutto fa brodo (o moneta).
    Che il suo blog piaccia o no, che il suo stile nel tempo sia cambiato e gli argomenti siano a volte ripetitivi, beh è normale.
    Che la tiri lunga per un mese e 5 post prima di dire (con uno stile apparentemente svogliato e remissivo) che ha accettato un lavoro in tv, è pienamente nel suo attuale stile. Esattamente come fece per settimane quando si trattò di comunicare alla platea che avrebbe lasciato il lavoro di giornalista finanziaria per andare ad occuparsi di intrattenimento mattutino alla radio.
    E’ nel personaggio… questo blog è animato da personaggi con un loro ruolo, non dimentichiamolo, ed è per questo che viene letto da così tante persone ed è per questo che lei si è potuta ricavare l’opportunità di avere fonti di guadagno diverse da quelle della maggior parte della gente.
    Perché, diciamocelo… se fosse un blog di una “normale” signora Maria che lavora alle poste, sposata con il signor Michele che per lavoro carica le macchinette automatiche della stazione e che hanno tre figli e nessuna pittoresca “au-pair” stipendiata ad aiutarli (perché non ne avrebbero bisogno ma molto più realisticamente non se lo potrebbero permettere), e le vacanze le facessero in tenda in qualche rustico campeggio italiano invece che in giro per il Massachusetts e dalle macchiette che animano il Salento, ben pochi se la filerebbero.
    E ben poco guadagnerebbe in termini di popolarità e di ritorno economico.

    1. Su questo non sono d’accordo. Credo che alla maggior parte di noi piaccia il modo in cui Elasti scrive, la sua capacità di raccontare storie della vita di tutti i giorni e di coglierne aspetti nascosti o più spesso ignorati. In questo blog racconta la sua “storia”, e quella di altre persone nella rubrica su Repubblica. Questo suo stile – credo – sarebbe lo stesso anche se lavorasse alle poste e a me continua a piacere, nonostante stia percorrendo una strada senz’altro fuori dal comune. Per questo con o senza au-pair, con o senza Frizzi e la Dalla Chiesa, è sempre un piacere venire a leggere qui, come momento di svago o di riflessione o di semplice condivisione delle fatiche e delle gioie quotidiane.

    2. Non sono d’accordo. Le storie diventano interessanti quando le sai raccontare. Qualunque storia sia. Citando il tuo esempio, sai quanti aneddoti potrebbero venir fuori lavorando alle poste? E quante avventure rocambolesche potresti raccontare andando in vacanza in campeggio? Dipende se hai la capacità di riportare la tua vita nero su bianco.

    3. Sono d’accordo con Maria e MissCaroline: le storie occorre saperle raccontare e più sono vicine alla propria quotidianità più ci si riconosce e appassiona. Tanto che la maggior parte dei “critici” si lamenta proprio della mancanza di storie di cambi, incidenti, lavoro “normale”, ecc…
      E inoltre, non è che uno la “tira in lungo”… spesso per cambiare lavoro ci sono contrattazioni lunghe anche diversi mesi e per scaramanzia (anche nella vita reale) si accenna, si fa intendere, ma non si dice nulla apertamente per scaramanzia…

    4. boh una cosa e’ saper scrivere una cosa e’ avere una vita fuori dal normale
      e le due cose non vanno automaticamente assieme
      uno puo’ scriver da Dio (anche della propria vita alle Poste) ed un altro puo’ avere una vita stratosferica ma non essere in grado di scriverne piacevolmente
      come io che ad arrampicare vado in posti bellissimi ma non so fare foto, non le faccio mai e quando torno a casa posso solo descrivere..
      Claire

    5. Fermo restando che nessuno sta mettendo in dubbio che sappia scrivere, volevo solo rimarcare il fatto che il blog ha tanti lettori interessati alle sue vicende proprio perché le vicende che raccont non sono proprio quelle di una famiglia “ordinaria”. Anche lavorasse alle poste sarebbe capace di scrivere aneddoti e descrivere la sua famiglia come un cartone animato, ma probabilmente il ritorno economico e le occasioni lavorative “extra” forse non sarebbero cosi numerose.
      Perche non mi venite a dire che il lavoro alla radio, le vacanze negli stati uniti al seguito del marito professorone e tante cose che da questo derivano sono uno spaccato della vita di una “normale” famiglia italiana.
      Di partenza sono diversi.
      Quanto meno per cultura (entrambi laureati) e per stipendio di base.
      Chi ha pochi soldi e fatica a tirare fine mese, o non ha un lavoro come una buona fetta di italiani, di certo non gestisce un blog o scrive articoli per “Repubblica”.
      E comunque, seguo il blog da anni anch’io, anche se esprimo un’opinione leggermente diversa dal coro unanime di lodi sperticate.

      1. E perché dovrebbero essere cose negative?Quasi tutti gli autori che leggiamo hanno un alto livello di istruzione e guadagni elevati.

      2. E, per l’appunto, non scrivono della difficoltà di tirare fine mese con due stipendi (se va bene) da italiano medio, un mutuo e tre figli.
        Di sicuro non finirebbero né in libreria né in tv con Frizzi e Rita Dalla Chiesa. O forse si, ma dall’altra parte del microfono.

      3. Mah…io mi divertivo anche a leggere le storie di Albertino e la Pasionaria di Guareschi anche se non era certo descritto un ambiente modaiolo. Quello che conta è l’ironia di chi scrive. E certi brani di questo blog, in particolare quelli con la traduzione del pensiero dei figli, mi hanno fatto ridere fino alle lacrime.

      4. Senza polemica, ma anche su questo mi permetto di dissentire. Ci sono storie di vera difficoltà trasformate in successo, ad esempio quella di Jack Monroe, mamma single inglese… A dimostrazione che se si ha creatività e si identifica un vuoto da colmare e con tanta tanta fortuna – quella ci vuole sempre! – anche il non arrivare a fine mese può diventare un’arma di successo!

      5. Anch’io la penso come Maria. Anzi di solito si dice: quando va tutto bene non c’è storia.

  7. Uno paga il canone RAI e quelli che fanno… vanno a prendere gente che non sa manco perché ci va a lavorare… ci va a ridere e perché forse è divertente? Il rossetto rosso che non va via lo trovi dovunque. Se vai a lavoro a Roma è perché pagano eppure bene, altrimenti coi cacchi che ci ci andrebbe qualcuno. Però è bello fare la modesta. Non ti sta molto bene ma è un tuo diritto.

  8. Io ho conosciuto questo blog grazie a caterpillaram, una trasmissione che ascolto sempre volentieri perché è ironica e mai volgare. Mi sono piaciuti i racconti, che trovo divertenti quanto il Corrierino delle Famiglie di Guareschi. Grazie a Elasti ho scoperto poi altre donne in gamba come Enrica Tesio e Orla Kiely e anche le commentatrici abituali di questo blog, che trovo molto simpatiche. Spero di vedere più spesso lei e altre donne con la sua ironia.

  9. Claudia..era da un po che non leggevo il blog per motivi di..salute.. ti ho rivista si in tv..e si..ti ho trovata diversa tanto dall’inverno scorso ad Ostuni!!.. non ho letto i commenti e non so che han detto ma io..si sarà la tv, sarà il trucco e parrucco, ma io la mia elasti non la vedevo li!. ecco l’ho detto!.

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