Nonsolomamma

pensiero libero

titolo: pensiero libero

svolgimento: io non posso concentrarmi sul pensiero libero perché devo andare avanti.

mister i: “è un tema che devi fare per le vacanze?”
hobbit medio: “sì. cioè, che dovevo fare. e che ho fatto, come puoi vedere”
mister i: “ed è finito così? basta? una riga e via?”
hobbit medio: “mi sembra di avere detto tutto quel che c’era da dire. no?”

37 pensieri riguardo “pensiero libero

      1. Ho sempre odiato i temi! Soprattutto quelli “liberi”: se riuscivo a scrivere qualcosa era solo se avevo una traccia (non per niente alla maturità ho scelto il tema letterario).
        Datemi 100 espressioni, ma non fatemi scrivere “pensieri”…. e oggi mi trovo a fare un lavoro “creativo” in cui devo scrivere un sacco!! Non ce la posso fare 😦

  1. Condivido con l’hobbit di mezzo… se l’insegnante non si è sbattuta più di tanto a pensare ad un titolo, perchè dovrebbe sbattersi lui a scrivere? M.

    1. O magari l’insegnante vuole capire la creatività dei propri studenti, capire cosa li appassiona, cosa li preoccupa.
      È uno dei fondamenti della psicologia, lasciare che qualcuno faccia un disegno o scelga un tema.

  2. Mah…tutti a esaltare un bambino che Dice di non aver tempo di pensare perché deve fare. Un piccolo renziano insomma.
    E invece è proprio a questa età che devono imparare a pensare. In una società che va sempre più verso il multitasking, dove vedi gente fare 3-4 cose contemporaneamente (e spesso non ne fanno bene una, tipo essere in riunione con il cellulare mentre si accompagnano in macchina i figli a scuola, con il risultato che i figli si sentono – e sono – ignorati, della riunione non si capisce nulla e si è anche un pericolo nel traffico).
    Fossi nei genitori mi chiederei quand’è l’ultima volta che hanno parlato con un figlio per un’ora di fila. Imbastito e sviluppato un discorso, approfondendolo, dandogli la completa attenzione senza distrazioni tipo cellulare, tablet o altro. Per un’ora intera. 60 minuti. Un centosessantottesimo (lo 0,6%) di settimana.

      1. si e’ vero: anche io venivo mandata via dalla mia mamma con un: basta hai ragione tu mi scoppia il cervello
        mentre mio padre mi chiamava: La Radio
        PERO’ i miei, quando ero piccola, erano persone MOLTO interessanti con cui parlare!!
        Claire

  3. Mi vengono in mente Alice nel paese delle meraviglie e il gatto Chesire. Se non sai dove devi andare non importa che strada prendi. Spero quindi che il padre gli abbia chiesto dove porta questo “avanti”. Perché è lì che si vede il genitore, nel pezzo di dialogo che viene dopo. Dal padre padrone che minaccia di togliere il tablet se non scrive almeno una pagina, a quello in carriera che torna nel proprio studio, a quello che si fa una risata e torna a guardare la partita, a quello che imbastisce un dialogo e coglie l’occasione di crescita.

  4. per la verità, leggendo, il bambino non dice che deve fare, ma che deve “andare avanti”; mi sembra un po’ diverso. Riguardo al multitasking e al dialogo genitori/figli non siamo a conoscenza di quanto è successo dopo, magari padre e figlio hanno intavolato una discussione e può essere che alla fine abbia ragione il figlio. Intanto complimenti alla maestra che almeno dà dei temi da svolgere…

    1. Proprio come Renzi. Andare avanti. Meglio se di corsa, con la camicia sudata.
      Comunque le pillole di saggezza sono finite. Adesso arrivano le supposte!

  5. il tema libero dipende dai momenti: se sei ispirato e’ una manna dal cielo, se non sei ispirato non si puo’ fare
    claire
    (che dalla 1 elementare non scriveva pensierini ma – come li chiamava la maestra – ‘romanzi fiume’, quindi non mi si puo’ tacciare di pigrizia :P)

  6. parlare x un’ora?
    il mio mi segue x 5 min massimo
    e a volte in quei 5 minuti gli devo pure chiedere “ma mi stai ascoltando??”

  7. non ho capito cosa intende, alla fine il pensiero libero ti può portare liberamente avanti, la libertà è di solito posta in avanti…perché trova i due termini in antitesi?

  8. A me ricorda piuttosto di quando ci riducevamo all’ultimo minuto con i compiti delle vacanze! La scuola sarebbe iniziata a breve e noi avevamo ancora temi da svolgere ed esercizi da fare, e diventava una corsa contro il tempo terminarli senza però perdere neanche un minuto di quegli ultimi preziosi giorni di tempo libero. Non ci vedo nulla di “politico” o “geniale”, anzi. La risposta mi sembra spontanea e normalissima.

    1. Spontanea e divertente (normalissima non direi, perché è un po’ fuori dal comune che um bimbo di 9 anni scriva che deve andare avanti) la frase del tema, ma quella che a me piace di più è la risposta al papà:
      ““mi sembra di avere detto tutto quel che c’era da dire. no?””
      che altro aggiungere ? 😉

      1. Io invece la trovo normale perché ricordo bene la fretta di voler liquidare più esercizi possibile nel minor tempo, quindi il discorso era “ok, questo è fatto, avanti il prossimo! “. A 9 anni si ha sempre di meglio da fare! 😀

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