“elasti, dove posso trovare yarn?”
“cosa devi trovare, cindy?”
“yarn, sul vocabolario ho visto che in italiano si dice filato”
“uhm… a cosa ti serve?”
“no, niente. una cosa mia… un’attività…”
“forse al mercato?”
“proverò”.
cindy, la ragazza alla pari tornata, a distanza di un anno, a stare con l’elasti-famiglia, direttamente dal maryland, dopo questa conversazione non ha più proferito parola. e dello yarn o filato, che dir si voglia, elastigirl si è dimenticata, anche perché, in entrambe le lingue, sono concetti per lei piuttosto oscuri.
ieri, verso le sette di sera, rientrata dalla prima riunione di classe della prima elementare dello hobbit piccolo, è stata accolta dallo sguardo sornione e noncurante di cindy, e da un’eccitazione hobbit degna delle grandi occasioni.
“mamma! vieni! una cosa pazzesca! mitica! devi vederla subitissimo!”, ha urlato lo hobbit di mezzo.
“pResto! in cameRa nostRa! ma senza guaRdaRe!”, gli ha fatto eco il piccolo.
“sì! copriti gli occhi. ti porto io!”
“effettivamente merita…”, ha dichiarato un laconico hobbit grande, di solito terribilmente parco di complimenti (nel suo dizionario un “effettivamente merita” equivale a “assolutamente straordinario. non credo ai miei occhi”).
dopo avere rischiato di sbattere contro una porta, un tavolo, un muro, una libreria e uno stipite, quando elastigirl ha aperto gli occhi, è partita, a tutto volume, la musica di mission impossible.
di fronte a lei, la stanza hobbit, attraversata da decine di fili di lana rossa che formavano una rete quasi invalicabile.
tatàtatatatà tatatà tatatà!
“sono Raggi laseR”
tatàtatatatà tatatà tatatà!
“dobbiamo attraversare senza toccarli”
tatàtatatatà tatatà tatatà!
“altRimenti muoRiamo stecchiti fulminati”
tatàtatatatà tatatà tatatà!
stavano giocando da tre ore, come dei pazzi, strisciando per terra, saltando, arrampicandosi. avevano anche già fatto la doccia. erano in pigiama. e, in cucina, la tavola era apparecchiata.
ed elastigirl avrebbe voluto abbracciare cindy e sbaciucchiarsela pure un po’. le avrebbe voluto dire “tu non sai quanto io sia felice che tu sia qui con noi” e anche “grazie” e anche “siamo molto fortunati ad averti” e anche “questa cosa dello yarn è assolutamente geniale” e anche voluto fare in suo onore un balletto di riconoscenza e felicità e gratitudine.
e invece è stata lì, impalata, davanti a lei e ai suoi raggi laser. ed è stata capace soltanto di dire “wow, amazing!”, che poi vuol dire “uau, pazzesco!”. un commento assolutamente riduttivo, al cospetto di cotanto meraviglioso ambaradan.
In pratica era un gomitolo, o sbaglio?
Non è che Cindy vuol visitare qualche altra città? Noi siamo pronti ad accoglierla!
E’ bellissimo, e se a qualcuno dei fili aggiungete un piccolo campanellino , tipo quelli della danza del ventre, sara’ ancora piu’ divertente scoprire chi riesce davvero a schivarli!
Pensavo avesse fatto sciarpe per tutti! Più divertente senz’altro 😉
Pensavo anch’io che avesse fatto una sciarpa di mille colori per Elasti. Cindy è un’eroina perfetta per voi, forse troppo? Penso che una punta di gelosia ti abbia impedito di esultare e anche il pensiero dei pigiami sudaticci per cotanto sforzo. Ovviamente non potevi protestare perché l’idea era amazing.
Geniale! (E bella anche l’idea dei campanelli)
bell’idea davvero! Complimenti Cindy! Prenderò spunto per qualche lungo pomeriggio invernale.
Anche io voglio i raggi laser di lana in camera!!
anche io! e voglio vedere come se la cava la levriera! 😀
Claire
Claire,allora ci sei!!! Mi sei mancata….Riguardo all’ idea dei fili stile raggi laser…ma non era già. stata di Sean Connery in ENTRAPMENT? certo, Catherine Zeta Jones che striscia e salta tra i fili è moooolto meno simpatica dei tre piccoli hobbit!!!
Avevo pensato a un maglione per il fidanzato italiano. Meno male! !
Merita un posto alla Biennale!!! Oltre a una data sul calendario, ovviamente… “Santa Cindy dal Maryland”
che bella idea
semplice…ma geniale!
fantastico! geniale! oggi stesso vado a comprare lo yarn e questo fine settimana faccio partire verso una Mission impossible tutta la famiglia
Bellissimo espediente per stroncare tre maschi ultravispi. E dopo tutti a nanna felici.
Il mio dopo un’esperimento simile nin sarebbe x niente stroncato
anzi talmente agitato da faticare a prendere sonno
Ah, quanti ricordi! Con mia sorella da bambine facevamo quel lavoro lì con le stelle filanti di carnevale. Mia mamma non ci lasciava usare coriandoli in casa, e noi facevamo la ragnatela di stelle filanti, che ovviamente si rompevano con niente. Alla fine ci tuffavamo sulle poche rimaste e riempivamo comunque il pavimento di frammenti… eheheh…
Stelle filanti? questo e’ per quando si passa di livello, sempre piu’difficile!
Che brava! Quando ero all’università, lavoravo come baby-sitter e cercavo anch’io di inventarmi ogni pomeriggio delle attività “amazing” per intrattenere i miei due bimbi ma non sono arrivata mai a tanto! Chapeau a Cindy
Che bella idea… da copiare al più presto per una domenica di pioggia!
Wow amazing? WOW AMAZING?
Meriteresti che se ne andasse 😉
Concordo!!!! dovevi proprio andare a sbaciucchiarla e saltarle addosso stile cozza facendole giurare che non se ne andrà mai da casa vostra!!! 🙂