la maestra si aggira tra loro, leggiadra e autorevole. porta degli ipnotici leggings fiorati, così ipnotici è così fiorati che, a guardarli troppo ci si incanta e ci si confonde. poi, improvvisamente, viene in mente il paniere istat che, da quest’anno, include anche i leggings, oltre che i tatuaggi, le lampade a led e altro che non ricorda, e la poesia fiorata va in frantumi.
“camminate a velocità 5”, ordina. qualcuno, giustamente, si domanda quanto veloce sia la velocità 5, e che scala sia quella: da zero a 5? a 50? a 5000?
ma loro sembrano saperlo o semplicemente ubbidiscono seguendo un istinto magico che non produce domande e non ha bisogno di risposte.
camminano, corrono, si trasformano in statue e dicono come si chiamano e si salutano e sono su una zattera e devono occupare ogni spazio. e intanto una bambina con i capelli rossi, con uno scamiciato arancione, che fa venir voglia di chiederle: “ehi tu, bambina con i capelli rossi, dove l’hai comprato questo scamiciato bellissimo ché lo vorrei anche io, identico al tuo”, mangia biscotti ipercalorici da sciogliere nel latte. quando finisce, si infila un ciuccio rosa in bocca e scatta qualche fotografia a un tizio senza scarpe, che viaggia a velocità 5, e che, probabilmente, è suo fratello, malgrado non sia fornito di capelli rossi. forse la bambina nemmeno lo sa, dove si compra il suo scamiciato. magari glielo ha regalato una prozia, dotata di gran buon gusto.
poi la maestra e i suoi leggings fiorati, spengono la luce. e si fa quasi buio.
loro si sdraiano per terra.
la musica è lenta.
“siete vento o brezza lieve” sussurra la maestra, nella penombra.
sveglia! sveglia! sveglia. bisogna concentrarsi su dettagli rilevanti o eccitanti. brezza si pronuncia brézza con la zeta di zanzara. chi lo avrebbe mai detto?
gli occhi devono rimanere aperti.
lui, sdraiato per terra, spiaggiato, per nulla somigliante al vento e nemmeno alla brezza leggera, le fa cenni strani con le mani. lei ci mette un minuto, o forse un giorno, a capire.
ah, già, certo! vuole che lo fotografi! ogni madre che si rispetti lo fa. non sa bene cosa uscirà da lui, immobile, su un pavimento nero, che fa il vento, o l’assenza del vento, al buio. ma lei lo fotografa eccome. anzi lo filma proprio ché tanto non si nota nemmeno la differenza tra il video e la foto, visto che lui sta fermo e non c’è luce. click.
“ora siete acqua!
lui da vento si fa acqua. la differenza? nessuna.
la bambina con i capelli rossi rumina da venti minuti lo stesso biscotto. non è che allappano la bocca questi cosi ipercalorici?
“ora siete fuoco!”.
il fuoco, che prima era acqua e prima ancora vento, fa ancora quel gesto. un rettangolo con le mani. click. lei obbedisce fa fotografie tutte identiche e tutte buie.
e poi li guarda. tanti fuochi, sdraiati per terra.
e la tentazione di unirsi a loro, sul pavimento, al buio, a dormire anche solo cinque minuti, facendo il vento, il fuoco o quel che serve, diventa insopprimibile.
quando sei in tremendo deficit di sonno, anche una lezione aperta di teatro di uno hobbit di mezzo, può trasformarsi in un viaggio, o in un’esperienza psico-sensoriale estrema, o in un’occasione per dormire un po’.
Sembrano le lezioni di rilassamento giga che seguivo 30anni fa. Che dormite celestiali. Allora avevo problemi di insonnia per il lavoro. Ora da pensionato posso dare ripetizioni di sonori pisolini.
nonno talpone l’ho pensato anch’io !
erano veramente bellissime, le ricordo ancora oggi !
GG
Basta che non ti fai beccare a russare 🙂
Nooo può benissimo russare: il rumore della tempesta!
devo avere perso delle puntate, credevo fosse il grande a seguire il corso di teatro… 😦
è vero! il grande continua a fare il corso di teatro. il medio ha inziato quest’anno!
… ma non è la maestra Stefania a tenere quel corso vero? Perche noi ne abbiamo fatto uno uguale uguale!!
no, si chiama benedetta!
Sono giochi/esercizi molto comuni nei laboratori teatrali. Li faccio pure io con i miei allievi… ;-D
Cara Signora penso che se mandasse i suoi figli in Chiesa a pregare potrebbero avere il rilassamento e l’estasi della preghiera, che fa anche tanto bene.
Gli Oratori hanno anche tanti bei teatri in cui esercitarsi anche per recitare santamente nel corso della loro vita attuale e anche in quella futura.
Meditate e anche pregate, gente.
E’ uno scherzo, vero?
Certo. Vale anche per i templi Buddisti. Claudia non ha che l’imbarazzo della scelta 😉
Adoro la varietá del mondo
PS io non sono seria … ql sopra spero altrettanto
Dimenticavo: nei templi buddisti meglio che in chiesa ….
Hahahaha ma per favore!!!
Beh, dando per scontato che quella di Rosalinda sia una “provocazione”, ha comunque detto una cosa veritiera: che gli oratori spesso sono una risorsa e che la preghiera dia un certo relax! Del resto, se non sbaglio, non fu Marx a dire che la “religione è l’oppio dei Popoli”?