Nonsolomamma

piccole, insane meraviglie

“sollevi le braccia insieme, tese, in avanti”
“…”
“ho detto sollevi”
“più di così non sale il braccio destro…”
“provi di lato”
“…”
“è il massimo?”
“già”
“dietro la schiena riesce a toccarsi?”
“be’, sono molto migliorata. guardi!”
“quella non è la schiena. è il sedere. più su non…”
“no, mi spiace”
“capisco…, mi faccia vedere cosa avevo scritto due settimane fa…”
“…”
“i progressi ci sono, seppur lenti e marginali. ma, purtroppo, il suo problema, richiede molto tempo per risolversi. deve armarsi di pazienza e continuare la fisioterapia tre volte la settimana, almeno per altre dieci sedute. intanto le faccio una terza infiltrazione nella spalla. e poi le inietto un po’ di anestetico qui, dove c’è il nervo. questo potrebbe aiutarla un po’ nei movimenti, oltre a ridurre il dolore”
“se è necessario…”
“stia ferma adesso”
“…”
“le faccio male?”
“sopportabile”
“ora le faccio male?”
“non eccessivamente”
“adesso?”
“non si preoccupi. lei faccia quello che deve fare”
“fatto”.
l’ortopedico è cortese, professionale, sintetico, rassicurante, vagamente algido e intimidente, ma è una cifra stilistica di una buona rappresentanza della categoria medica. sa il fatto suo e ne condivide il minimo indispensabile. sembra terribilmente in equilibrio nel suo camice e compreso nel suo ruolo.
poi, d’improvviso, uno scricchiolio.
lui scrive sul computer il referto, lo stampa, ritira il foglio, lo appoggia sulla scrivania davanti a sé. deve firmarlo.
“mi passa una penna, per cortesia, Luisella?”, chiede alla creatura elfica vestita di verde che gli sta silenziosamente accanto.
“ce l’ha davanti, dottore”, risponde lei, indicando il ripiano del tavolo.
“preferisco la sua. scivola meglio di questa. è più veloce”
“dottore, deve solo firmare, non vergare un trattato di ortopedia. comunque tenga pure la mia”
“grazie, luisella. adesso le dimostro che ho ragione. vede come scrive bene, come scorre facilmente, zung sueeeng, swing! è un piacere! invece, questa, che mi voleva far usare lei, è un’altra cosa. fa trac trac troc. è terribile. guardi come firmo bene con la sua…”.
e, mentre esponeva le sue surreali teorie sull’importanza della rapidità del tratto, offrendo alla creatura elfica, a elastigirl e alla sua spalla congelata e incidentalmente anestetizzata, l’evidenza empirica della superiorità dell’una rispetto all’altra penna, si illuminava di una luce nuova, trasfigurato da una piena e trionfante soddisfazione (“vedete? con questa zuc! scrivo in un battibaleno!”).
e non c’è niente più delle crepe su facciate impeccabili, degli insopprimibili guizzi di follia, dei rigurgiti di felici nevrosi che divertono e rassicurano elastigirl sul genere umano. e medico, nella fattispecie.

25 pensieri riguardo “piccole, insane meraviglie

    1. Auguri per la tua spalla…Lavoro per un medico ‘geniale’ un’ora al giorno ,quattro giorni la settimana.Siamo tragicamente innamorati ma non ce lo diciamo.Non ha mai la penna perché,dice,le perde tutte per ritrovarle,ogni tanto,cercando altro, nelle infinite tasche di giacche,giacchette, giubboni ,tute super che la sua vita di ‘centauro’,super moto mostruosa,gli impone.Scrive a mano,con ogni mezzo, in geroglifico, diagnosi infallibili di folgorante chiarezza.

  1. Studentessa di medicina, tirocinante: passai quasi un’ora a correre dietro al mio medico tutor che stava disperatamente cercando la sua penna. A suo dire era la penna più comoda del mondo, anche se in un primo momento, al primo uso, gli era sembrata scomoda e sgraziata.
    E niente, questo suo amore per la penna mi è sembrato la metafora di qualsiasi amore: quella persona che ci sembra un po’ troppo scontrosa o antipatica o esuberante o “scomoda”, improvvisamente realiziamo che è il nostro grande amore.

  2. Fondamentale la biro…e non deve essere solo scorrevole, deve anche scrivere del colore adatto in base a tema, umore della sottoscritta scrivente, scopo, destinatario del messaggio, colore della carta sulla quale scrivo e altri dettagli. E’ fondamentale! Neanche l’elenco della spesa puo’ essere annotato su un foglio qualsiasi con una penna a caso. Non sono un medico perche’ mi hanno bocciato al test di ingresso della facolta’ di medicina.

  3. Per altri dettagli da non trascurare intendo lo spessore del tratto, la consistenza dell’inchiostro (adesso ci sono i cosiddetti gel), la presenza o meno di brillantini in questo inchiostro, penna a sfera o stilografica o trattopen….
    E potrei andare avanti x ore!

  4. Io amo alla follia le penne. Tutte. A sfera, a scatto, stilografiche, biro. In ufficio, nel mio cassetto ne ho trenta e se ne manca una divento matta. Nessuno sa di questa dipendenza. Infatti mi hanno affidato il compito di provvedere all’acquisto della cancelleria 😉

    1. Come ti capisco…tornerei a scuola solo per poter comprare penne e cancelleria in genere…infatti ogni tanto non resisto e arrivo a casa con qualche meraviglioso oggetto che mio marito ovviamente definisce inutile. E tutte le mie penne in ufficio sono debitamente etichettate. scherziamo che me ne portino via anche solo una????? 🙂

    2. come vi capisco!
      quando ero piccola a settembre mamma ci portava a fare la spesa di cancelleria… miracolo! meraviglia!
      qui in uk e’ uno schifo: la segretaria fa la spesa di cancelleria e tutto e’ spartano ed economico
      la penna migliore sbava e io mi sporco le mani come alle elementari 😦

  5. Che post gustoso! Brava Elasti!
    Io odio le penne che non scrivono bene. Appena avverto un’incertezza nello scorrimento, un calo nell’intensità del tratto, le lancio nella spazzatura.
    Parafrasando mio papà (purtroppo scomparso) che faceva la stessa cosa con i coltelli che non erano affilati come bisturi: le penne devono fare una cosa sola: scrivere. Se non lo fanno, che le teniamo a fare?
    Un saluto a tutte/i

  6. una firma è cosa veloce, ma quando si devono compilare moduli o ricette anche io ho le mie preferenze di penne. che alcune hanno un tratto più “duro” e alla lunga la mano ne risente

  7. Mi hai fatto tornare a qualche anno fa, quando ero anche io alle prese con le spalle (TUTTE E DUE) congelate. E al santo fisiatra che mi ha rimesso insieme con manipolazioni, esercizi con l’elastico, esercizi da fare in 15 minuti a letto e alla scrivania, infiltrazioni e soprattutto i cerottoni colorati da kinesioterapia, con cui lui si è molto divertito. Io sembravo Goldrake, piena di fasce colorate…
    Però sono tornata ad allacciarmi il reggiseno da sola.
    La prina volta che mi sono presentata nello studio del fisiatra ero praticamente una foca, immobilizzata.
    Non desistere!!!!

    1. due spalle congelate insieme???? non voglio nemmeno pensarci!!!! ma come è potuto accadere? che poi pure una sola è una specie di mistero…

  8. Elasti, hai mai letto “La Carriola” di Luigi Pirandello?
    E’ la stessa novella, con un austero avvocato o notaio, ed un cane! 😀

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