lavorare a orari non ortodossi, per esempio dalle cinque alle nove del mattino, e avere un insieme di altri impegni professionali continuativi o estemporanei, per lo più gestibili in autonomia, presenta alcuni indubbi vantaggi ma anche vari lati oscuri.
quello più oscuro di tutti è la gestione del tempo, quando i figli non sono ancora tornati da scuola e la casa è una prateria solitaria e silenziosa.
soprattutto se, nei vent’anni precedenti, il proprio corpo, la propria testa e la propria pancia si sono adattati e accomodati su un orario di ufficio, con un inizio preciso e una fine, dopo la quale si poteva spegnere la luce e riaccenderla il giorno successivo, rigorosamente e necessariamente alla propria scrivania in un open space.
“e adesso?”, si domanda spessissimo elastigirl in momenti improbabili, come le 10 del mattino, quando è ancora troppo stordita dalla sveglia alle quattro per fare alcunché di produttivo, non è riuscita a dormire nemmeno cinque minuti e il mondo intorno è appena entrato nel vivo della vita attiva.
e le sembra immorale mettersi a leggere un libro, o guardare un film, o ascoltare musica o farsi un bagno caldo o andare a correre sul naviglio (no, quello no, non le verrebbe nemmeno in mente per sbaglio). perché sono cose che non si fanno, alle dieci del mattino, quando tutti gli altri fuori lavorano. perché, nella sua testa bislacca e nella sua stupida educazione calvinista, sarebbe irrispettoso, immorale, poco gentile verso il prossimo a cui, peraltro, non importa nulla di quello che combina lei in tempi deputati all’operosità.
“prima o poi imparerò”, si rassicura periodicamente. ma invece non impara mai.
se non per qualche raro, rarissimo barlume di buon senso, che sfugge alle strette maglie di quell’insensato rigore.
è successo ieri. ed è stato meraviglioso.
aveva un impegno nel tardo pomeriggio ma, nel frattempo, alle due aveva finito tutte le altre incombenze della giornata. così ha visto, in splendida solitudine, room. che è un film bellissimo, struggente e terribile. un film sul rapporto tra madri e figli, sull’essere madre ma anche figlia, sui legami indissolubili che prima o poi non lo sono più, sull’affrancarsi e diventare grandi, sull’inventarsi nuove forme di amore e di prossimità.
e se, ogni tanto, lei imparasse a fuggire da quel generale prussiano che le impone di fare e fare e fare e non perdere mai tempo, nemmeno per aprirsi un po’ la mente, la sua vita sarebbe molto ma molto più semplice e più ricca.
Bello Room, l’interpretazione dei due protagonisti, Mà e Jack, è eccellente.
Fa molto riflettere su come il rapporto tra madre e figlio sia condizionato dalle ingerenze esterne che inevitabilmente modificano l’esclusività della vita a due, seppur da reclusi.
Io se vedessi uno/a correre alle 10 del mattino gli/le chiederei se è in ritardi e vuole un passaggio 🙂
Elasti ma la risposta te la sei data da sola: al mondo produttivo non frega niente di quel che fai tu. E siccome nelle ore in cui gli altri riposano tu lavori, mi sembra logico e consequenziale che mentre gli altri lavorano tu ti risposi o rilassi. Invece leggere un libro alle 10 di mattina mentre nessuno a casa interrompe mi sembra buonsenso.
Se riesci a dire al superio prussiano calvinista che alla fine delle 24 ore 7 ne hai lavorate (questa, a sua volta, e’ aritmetica), hai la fortuna di poterti creare la giornata come vuoi!
Suvvia, Elasti: un po’ di… elasticita’ 😀
hai assolutamente ragione claire! ma la teoria la so! è la pratica che fa acqua…
devi addomesticare il superio prussiano calvinista
ne ho uno in casa e uno dentro di me
si puo’ provare con piccoli passi e piccole considerazioni tipo ‘ecco, vedi? ho letto il libro alle 10 ma poi dalle 2 alle 4 ho preparato tuta la trasmissione di domani (e’ solo un esempio: che ne so di che devi fare), quindi aver letto 2h non mi ha distratta bensi’ rigenerata e resa piu’ veloce nel pomeriggio…’
d’altra parte non e’ chiaro se i superio si possano addomesticare: suppongo che sia un secolo che gli psicanalisti ci provano…
(io al mio ho insegnato alcune cose ma e’ lento e riluttante perche’, a differenza del cane di pavlov, non ha quasi niente che come premio lo motivi ad apprendere)
Elasti, come ti capisco. Anche io se ho 5 minuti liberi mi sento in colpa e mi sembra di perdere tempo, così finisco per inserire nei 5 minuti liberi qualcosa da fare che solitamente però dura più di 5 minuti e così finisco x essere sempre in ritardo!
ciao sorella. è un piacere sapere di non essere sole
noto, con piacere?!?, che siamo tantissime
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
ditemelo ancora per piacere?!?!
ditemelo che lo fate anche voi?!?!
io lo faccio sempre e ci pensavo PROPRIO ieri che esco dal dottore, vado in farmacia, cerco di VOLARE a lavoro senza fare ritardo e mi dico “beh e’ UN PECCATO essere in centro e non fare tutte quelle commissioni pendenti… POTREI…” :O :O 😦 😦 😦
per fortuna il cervello si e’ inserito e ha detto: “masiamo pazzi? ma se sei gia’ i ritardo! ma non puoi fare una cosa alla volta e farla bene?” e sono andata a lavoro
purtroppo pero’ non sempre se ne accorge e non sempre riesce ad intervenire in tempo e non sempre qualcuno lo ascolta….
facciamo un club di mutuo aiuto? 😀
tipo gli alcolisti anonimi!
buongiorno, sono Chiara, e non inserisco cose che non ci stanno da uhm vediamo… 5 minuti e 30 secondi…
E provare a (ri)leggere Seneca? L’arte di oziare 😉
Ah noi che abbiamo ciucciato latte e rigore…sono tre giorni che vado a lavorare mezza febbricitante, con una tosse da tisica. Ho detto basta…domani vado dal dottore e mi faccio dare due giorni di malattia…un influenza ogni 4 anni che sarà mai???
La mia botta di fondoschiena col raffreddore è stata che ha dato poca noia per un po’… e per esplodere in tutto il suo splendore ha atteso che fossi di riposo… così ora sto rimmettendomi in forma, san’tachipirina, per quando ricomincio il giro.
Dopodomani.
E se sarò uno straccetto mi diranno pure: Ahh… bagordi in questi giorni a casa eh? 😛
Ho fatto lo stesso l’anno scorso: tosse e febbricola serale trascurate “tanto ci dormo sopra e domattina sto bene”, per quasi un mese, con l’ottimo risultato di ritrovarmi col fiato corto dopo dieci passi in salita. Diagnosi: Polmonite, una settimana chiusa in casa con antibiotici e strascico per altri 10 giorni.
Forse è un po’ tipico di non si ammala quasi mai non ammettere quando si sta male davvero! 🙂
Buona guarigione
Secondo me noi mamme abbiamo periodi di iperattività e quindi quando ci capita di essere un po’ libere dobbiamo vivere quei momenti come riposi compensativi e non sentirci in colpa! Fidati quei momenti servono a riprendere fiato e raccogliere le idee.. Specifico che pur non avendo un lavoro serio e pagato da quando avevo 14 anni mi sono occupata di contabilità,vendita,rapporti con banche …per i miei genitori!
Ma Claudia, solo io che NON HO un generale prussiano in me e mai l’ho avuto, mi sentirei tremendamente a mio agio ad avere un po’ di tempo per me, SENZA figli e marito attorno???? È proprio vero….chi ha il pane non ha i denti….aveva davvero ragione Seneca….a proposito dell’ OTIUM. Certo anche lui, parlava bene e razzolava male….
Elasti credo di capire di che cosa si tratta. Enneatipo 9. Forse mi sbaglio, studio l’Enneagramma solo da qualche mese, ma ti calza a pennello. I nove non si fermano mai (a parte quando svengono addormentati per qualche minuto dovunque si trovino), si occupano dell’intero pianeta e sono felici quando gli altri sono felici. Non chiedono applausi e non amano posizioni di comando. Però sono loro a mandare avanti l’azienda. Il loro problema è che intercettano i bisogni di tutti ma sono incapaci a percepire i propri e ad occuparsene. Anche fisicamente a volte (la tua spalla?!). Interessante no? 💚 io amo i nove alla follia e li invidio per la forza, la bontà e le dieci vite che riescono a vivere…
non so darti consiglio sull’oziare perchè io stessa non ne sono capace se non il sabato o la domenica che da sempre sono per me giorni in cui sono tutelata a fare niente o poco. Ho visto anche io il film e sono rimasta molto colpita dalla frase che lei dice alla mamma: “forse se non mi avessi insegnato ad essere sempre gentile, non mi sarei trovata in quella situazione”. Mi ha fatto raggelare perchè anche io inculco a mia figlia la fiducia nel prossimo e la gentilezza e forse lei l’ha presa troppo alla lettera (a detta anche delle maestre). Magari metterla in guardia anche dal cattivo e dal brutto sarebbe più opportuno è che ha solo 8 anni e mi sembra presto… boh
SE NON LO FAI GIURO CHE VENGO LI E TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!
non occorre che guardiate i film: eccomi qui!
le frasi preferite di mia mamma:
-sii gentile! sii generosa!
-sacrificati per gli altri!
-non vantarti di quello che sai e sai fare: faresti sentire male gli altri…
-no, tu non intelligente o dotata: sei solo fortunata perche’ hai genitori insegnanti e devi dividere la tua fortuna con gli altri! invita a studiare con te i tuoi compagni che vanno male in matematica: li vado a prendere io a casa!
-ne uccide piu’ la lingua che la spada! e tu sei particolarmente brava con le parole! percio’ taci altrimenti fai star male gli altri
Occhei adesso vi sfido, con questo background, a fare le seguenti cose::
-fare i concorsi con queste idee in testa (concorso di dottorato, solo tre posti, due gia’ “assegnati” (vedi post di ieri) e io: “spero che vinca il mio amico YYY che e’ da un anno che aspetta!” e mio moroso: “… in realta’ dovresti dire spero di vincere io”)
-resistere in un mondo competitivo e di “prime donne” come la ricerca ove lo sport di tutti e’ umiliare gli altri dicendo che il loro lavoro non vale niente, correggendo pubblicamente sempre e comunque tutti gli errori e le imperfezioni anche NON legati al lavoro, entrando nel tuo ufficio e dicendo che tu non vali niente e che hanno fatto male ad assumerti (naturalmente io penso che avesse ragione mia madre: io non sono intelligente, gli altri si, e poi devo essere gentile non posso rispondergli contro perche’ se rispondo male poi ci stanno male)
-riconoscere i colleghi che ti stanno dando la coltellata nella schiena (“se mi ha escluso dal progetto sara’ perche’ non sono brava…” e il collega: “no se ti ha escluso e’ perche’ e’ stronzo e tu stavi trovando errori nei suoi calcoli e lui e’ piu’ alto in grado di te e puo’ farlo…”
Devo continuare?
Non importa quanti anni ha tuo figlio o di che sesso e’. Devi insegnargli a difendere se stesso e che, come dice Dalla, “Ci sono pure i delinquenti: non bisogna aver paura ma stare un poco attenti”. Almeno con la stessa intensita’ con cui le o gli insegni ad essere gentile ed educato e ad avere empatia verso il prossimo e dare, se possibile, una mano!!!
Scusate lo sproloquio ma io una storia di merda come la mia non la voglio piu’ veder avvenire e sono disposta a lottare perche’ non avvenga mai piu’!
Sai alcuni genitori dicono che bisogna baciare i figli quando dormono…io già vi ho detto che ho una mamma che è una schiacciasassi e danni ne ha procurati tanti! La mia vita invece è scandita dai mie tre figli e ne sono stra contenta… La poesia del se che spesso si trova nelle sale di attesa dei pediatri è stata la mia stella polare…forse qualche volta ci stavano le nuvole e l’ho persa di vista…cerco sempre di recuperare o almeno ci provo!
Claire per amare gli altri bisogna amarsi un pochino.
Hai scelto la carriera più dura che esista, siete tutti eccellenze e meritereste tutti di vincere.
Le storie altrui sono spesso più belle perché non viviamo la loro quotidianità.
La tua storia mi sembra bellissima e anche la storia della figlia di Marion mi sembra bellissima.
Grazie Iori 🙂 :*
io non volevo lamentarmi
io volevo dire a chi e’ genitore di insegnare ai propri figli, di qualunque sesso e qualunque eta’ ANCHE a guardarsi dai maramaldi e a “mettere le proprie maschere di ossigeno prima di aiutare gli altri a mettersele” come negli aerei
il mio voleva essere un esempio: se tirate su una bambina solo ad essere gentile e generosa e a mettere gli alti prima di se’ le renderete difficile e doloroso (forse anche impossibile) fare qualunque cosa nella vita
a parte la suora missionaria, forse… 😉
Claire, sì hai ragione e nel tuo elenco ho riconosciuto frasi della mia di mamma (in più la mia anche quando facevo bene mi diceva che potevo fare di più, tipo: mamma, ho preso 30 all’esame. Lei spesso mi rispondeva: come mai non 30 e lode? Conseguenza è stata che non mi godo i complimenti quando ci sono, perchè penso che potevo fare di più).
Comunque tornando a mia figlia, il mio timore è di sbagliare e di somigliare a mia mamma, le maestre mi dicono che devo fortificarla, che deve essere più sicura, ma come fa ad esserlo con una mamma come me che dovrebbe imparare per prima lei stessa ad esserlo! L’esempio è sbagliato! Che ansia… sto cercando di lavorarci su, ma non è sempre facile!
Però è bello anche lavorarci insieme, mamma e figlia 😊 lo dico perché sia mia mamma che noi figlie abbiamo l’autostima sotto i tacchi, siamo abituate a pensare che tutti siano più in gamba di noi, e quanto a remissività… Però a maggior ragione sapere di non essere le sole aiuta! Io sono contenta che mia mamma sia come me, così se ne parla insieme, e vedo che è un cosa condivisa!
L’esempio, come dici tu, i miei me l’hanno dato per tantissime altre cose, e a volte secondo me va bene non avere tutte le risposte: parlare e crescere insieme è impagabile. Anche perché avrei soggezione di un genitore perfetto…
E poi, le persone più in gamba che conosco sono insicure e critiche verso loro stesse: certo, se si subisce un’ingiustizia o la si vede bisogna reagire, ma da una parte meglio essere come noi che come quelli che si sentono sempre i più fichi/intelligenti ecc! Intanto ci evitiamo figure di merda, e poi siamo anche più simpatici 😊 basta avere uno zinzino in più di fiducia, non troppa, secondo me.
Marion, non so se l’esempio sia davvero sbagliato perche’ non ti conosco 😉
E so che qualcuno ha citato Kipling e detto che i bambini imparano con l’esempio e dunque tu ora pensi “se no sono sicura io non lo sara’ neanche lei”
Ma io credo che i bambini imparino anche riflettendo e credo che ci siano anche altri esempi intorno a lei!
Puoi farla riflettere su esempi di persone sicure, puoi parlare con lei quando non vuole fare una cosa perche’ non si sente sicura e aiutarla ad ammettere che si la sa fare o ha buone probabilita’ di saperla fare e quindi incoraggiarla! E puoi dirle tutte le cose che avresti voluto che tua madre dicesse a te per farti sentire sicura: puoi lodarla quando fa bene, puoi incoraggiarla quando ha paura, puoi esaminare con lei gli insuccessi ed aiutarla a vedere punti deboli e punti forti e a rinforzare i punti deboli…
E poi puoi mostrarle esempi di persone disoneste o di piccoli atti disonesti (parlo di rubare la bicicletta o un giocattolo, non di stuprare una classe dell’asilo!), potreste raccontarvi insieme come vi sentite davanti a questi fatti e potresti guidarla ad accettarli, a stare attenta, a non farsene inibire nella vita e a saper anche passare oltre senza farne un dramma…
Insomma: ‘na faticaccia! 😉 ma non credere di non esserne capace: di sicuro invece, proprio perche’ l’hai vissuto in prima persona, sai quali corde toccare…
Credo non sia di kipling
E’ di Dorothy Nolte
http://www.empowermentresources.com/info2/childrenlearn-long_version.html
non mi sembrava essenziale, comunque 😉
Sì avete ragione. Grazie degli spunti di riflessione 🙂
ma se uno è malto ha il DOVERE di stare a casa, se non per se stesso anche per gli altri che senno’ fa da untore…almeno a me in ufficio direbbero di tutto…e poi se una ha degli orari del genere, se anche la mattina alle 10 si mettesse a vedere un film e anche perchè no a dormirci su non ci vedrei nulla di male
I bambini imparano ciò che vivono questo è il titolo della poesia….se vi va di cercarla..
Non la conoscevo, è bellissima! Grazie 😊
Purtroppo conosco troppo bene il superiore prussiano. Io proprio non riesco a rimanere inattiva,MAI . Per questo sono sempre stanca. Pure quando dormo programmo gli impegni…
cavolo, nel post mi sono sentita descritta a meraviglia!
Ho pensato che per addomesticare il nostro generale prussiano potremmo darci delle motivazioni altamente morali estroflesse. Mi spiego: dato che non saremo mai capaci di leggere un libro perchè è bello e perchè si (non saremo mai capaci!) potremmo raccontarci qualcosa tipo: se leggo un libro poi sono più colta e questo è una cosa utile per i miei figli. Se corro divento più tonica e insegno ai miei figli i vicini e chi mi vede uno stile di vita più salutare. Si insomma non lo facciamo per noi, lo facciamo per il mondo!
esatto! io faccio sempre così! quando mi sono concessa di vedere room, ho pensato che, parlando alla radio anche di cinema, devo avere un po’ di cognizione di causa!
Chiara non so se con il mio prussiano funzionera’ pero’ la tua mi sembra fortemente una buona idea!
e a quanto pare Elasti conferma!
Solo che la mia Strizza mi direbbe: “devi imparare a far le robe per te stessa e non perche’ fanno del bene agli altri!” e c’ha ragione pure lei! :O
In ogni caso io non sono riuscita a farli diventare cinici i miei figli…sono molto generosi e non so credo Claire che la maschera x l’ossiggeno se ce n’è una la condividano… Sono contenta comunque così…
io non credo che mettersi per primi la maschera dell’ossigeno per aiutare gli altri sia essere cinici e neppure che lottare per se’ stessi (senza infrangere la legge e senza danneggiare deliberatamente gli altri) lo sia
credo che lo si creda perche’ una certa morale cattolica ce lo fa credere e perche’ fa comodo che la massa (soprattutto le donne) sia cosi’
in ogni caso credo che tu debba chiedere ai tuoi figli se sono contenti 😉
chiedi a tuo figlio se, essendoci un solo posto di dottorato in inghilterra, l’avrebbe volentieri lasciato ad un altro 😉
e’ di questo cio’ di cui parlo, non di essere cinici
Claire non volevo farti arrabbiare…si sono contenti io non lo sono perché avrei potuto creargli altre situazioni lavorative più tranquille se io avessi preso in mano la mia vita prima… Io ho una storia complicata assai…
ma mica mi arrabbio: e’ solo che non capisco da dove venisse fuori il cinismo e su questo punto sono molto puntigliosa: leggiti il libro “La perfetta strategia per la donna in carriera” http://www.ibs.it/code/9788887058963/melchiorri-cristina/perfetta-strategia-per.html e vedi come spiega come l’educazione (soprattutto delle bambine) penalizza le possibilita’ di lavoro
per molte donne lasciarsi andare e/o fare qualcosa per se’ e’ difficilissimo: lo diciamo in continuazione in questo blog
bisogna stare attenti alle parole! 😉
Io, al contrario, quando sono in ferie mi godo ancora di più quei momenti pensando a chi sta lavorando! Sono cattivissima, lo so
dovresti venire qui allora!
alcune ferie sono diverse
quindi se e’ vero che lavoro il 2 giugno o l’8 dicembre, c’e’ vacanza per esempio il 2 maggio ed il 30 maggio e spesso l’istituto chiude un giorno prima o dopo e cosi’ la gente fa il ‘ponte’ e va’ in ferie… mentre tutto il resto d’europa lavora! (e ti manda pure le mail 😀 )
A proposito, scusami, non mi ero accorta che c’eri già tu, come “Chiara”! Allora ho aggiunto la faccina al nome 😊
Arrivo in ospedale alle 7 del mattino.E’ bella Roma all’alba.Sparuto manipolo,siamo accolti a braccia aperte da quello che ha ‘vegliato’ tutta la notte, tutte le notti.Difficile storia,difficili storie.il primo pensiero coerente che organizzo appena sveglia e’:oggi pom quando torno (h.16) mi getto sul divano e leggo.E così accade con rarissime defezioni.Non faccio molte altre cose.Noi,il manipolo ,esauriamo le energie in ospedale. il manipolo in questi giorni ha appreso che gode di ottima salute a detta degli psicologi che vegliano su di lui perché e’ a rischio burn out.c’e un grande e tragico amore in tutto questo che fa parte di un manipolo di un altro ospedale.
Bene, brava Rox! Ottimo esempio di uso e potere della lettura! Mi raccomando tieni botta e buona fortuna!
Io non lavoro in ospedale ma in un centro residenziale per disabili mentali adulti.
Rox, hai comunque descritto perfettamente anche la mia situazione e il mio primo pensiero appena sveglia è esattamente uguale al tuo.
Non fraintendete, adoro il mio lavoro e i miei “matti”.
Grazie del commento buon lavoro
credo che se ti dedichi seppure per lavoro agli ‘altri’ poi sia scientificamente provato che devi compensare! leggendo mi sembra un’ottima idea
siete in gamba, ragazze: sono orgogliosa di voi 🙂
il mondo incantato dei ‘matti’ ha sempre qualcosa da dirci,anzi,molto.Siccome penso in greco,vorrei condividere il dirompente monito del sommo Platone che dice: i beni più grandi ci vengono dalla follia (mania,in greco) concessa per dono divino…E’ la creatività in tutte le sue declinazioni,l’amore.Le persone cosiddette ‘matte’ hanno sempre suscitato in me uno stupore commosso,talora doloroso,qualche tempo fa mi ha travolto la purezza di una di queste.Dopo,non si è più gli stessi.
Wow…già per il fatto del pensare in greco 💕 che esperienza? Puoi dircelo?
Madre italo-greca.Le isole del Dodecanneso,vicine alla Turchia,sono state italiane fino al 1948.Siamo malati di nostalgia:nostos (ritorno) e algos (dolore) come quella di Ulisse…per la sua isola che è Itaca,per me è Rodi ma credo che ogni uomo la cerchi anche se non lo sa. Non mi convince quella canzone l’isola che non c’è’ non ricordo l’autore…Vi faccio ritorno ogni volta che posso…per risentire la melodia di una lingua tragica e bella e il vento che non cessa mai e arruffa tutte le piante i capelli e il bucato steso
Che bello!!! Io amo la Grecia!!!! Ogni volta che ci sono andata è stato come dici tu 😊 e studio queste cose, almeno ci provo 😊 ma non sono mai stata a Rodi! Quindi sei come Foscolo!
Cambiata l’isola, ovviamente 🙂
Grazie del paragone con U.Foscolo che amo molto ma che raramente e’ capitato di rileggere,sopratutto a Zacinto,la sua isola e che non ha rivisto.Adesso leggo i neo-greci che sono sublimi e tradotti egregiamente per quanto può essere egregia una traduzione,perché si perde la melodia.Tra i neo greci ci sono due premi Nobel: G.Seferis e O.Elitis che sono imbevuti di secoli di bellezza,di stupore ,di incanto e di dolore.
Allora inizierò a leggerli! 🙂