Nonsolomamma

deterrenti e incentivi

“pensavo che non so se voglio dei figli…”
“be’, hai ancora un po’ di tempo per decidere, hobbit di mezzo”
“in verità, non sono i figli che mi preoccupano”
“cosa ti preoccupa, allora?”
“arredare la casa”
“?”
“se non hai figli, puoi vivere in una casa piccola, ci metti un tavolo, due sedie, un letto ed è fatta… invece, se hai dei figli, devi avere una casa più grande e tutto diventa un incubo: devi scegliere i mobili… una noia mortale”
“insomma… ci sono noie peggiori…”
“poi ho deciso che forse voglio fare il medico”
“bello! bellissima idea! così potrai anche curare i tuoi anziani genitori…”
“io voglio fare il medico che cura i malati ma anche che studia come combattere le malattie”
“fantastico!”
“mica tanto… un medico deve pensare ai vestiti… non può mica andare in giro con la maglietta con la scritta ‘uffa che palle’. bisogna essere un po’ elegante con i malati se no mica ti prendono sul serio. io non so se voglio andare a comprarmi i vestiti eleganti. come non voglio pensare ai mobili di una cosa troppo grande”
“be’, i medici hanno il camice! non sai cosa si mettono sotto”
“giusto! allora posso fare il medico con la maglietta ‘uffa che palle’. e poi ho bisogno di un’auto veloce, di quelle con il cofano molto lungo, magari rossa…”
“perché? cosa c’entra il medico con la macchina tamarra che sogni tu?”
“c’entra! perché dai malati devo arrivarci in fretta!”
“per quello ci sono le ambulanze…”
“uffa, mamma, non ti intendi tu di medici! mica sei medico! sei medico?”
“no effettivamente no”
“vedi? lascia fare a chi è del mestiere”.

40 pensieri riguardo “deterrenti e incentivi

    1. Eh, certo! Di macchina ne prendi una per volta, fin lì ci arrivano. Vuoi mettere la fatica di farsi TUTTO il guardaroba, TUTTO l’arredamento?!
      Conosco tanti uomini a cui della macchina frega fin lì, o anche niente, quindi il problema non è quello. Lo scoglio sta nel moltiplicare gli sforzi non indispensabili!….

      1. l’idea di non moltiplicare sforzi non indispensabili mi pare ottima!
        pure io ho una bici da corsa stratosferica e poi non ho i fazzoletti da naso…
        il tempo per comprare le attrezzature da sport lo trovo, quello per comprare i lampadari no (ebbene si: son quasi 4 anni che sto in sta casa e ho ancora in tutte le stanze la semplice lampadina penzolante dal proprio filo)
        la vita e’ troppo breve per sprecarla

      2. Nella casa che avevo prima (un bilocale) le lampadine appese ci sono state per 10 anni . Quando finalmente ho scelto il lampadario per il soggiorno ho comprato un’altra casa questa volta molto grande. Credo che comprerò l’ultimo lampadario tra trent’anni

    1. Feffo ti leggo da un po’ e ieri quando ho visto il titolo vi ho pensato tanto, perchè un po’ mi sembra di conoscere la tua famiglia.
      Un abbraccio fortissimo

  1. Ha una macchina sportiva nera,un po’ aggressiva.Sul sedile posteriore ci sono due maglioni non molto pesanti e un ombrello rotto.Ha una moto nera di media cilindrata.Due giubbotti neri,uno marrone,di ottima pelle ‘vissuti ‘.Molte camice di buona qualità,alcune demode’ ma belle,di un indefinito color simil celeste.E’ miope.Occhiali classici, da anni.Si fa la barba tutte le mattine tranne i giorni che non va in ospedale.Vive in campagna ma ha sempre scarpe cittadine.Sul sedile anteriore destro mille fogli sotto il quotidiano,sopra la sua borsa di medico che non si chiude bene.Le unghie delle mani cortissime.Le sue mani sono bellissime. Poggia l’orecchio sul cuore degli ammalati per sentirne il battito.

  2. Io non ho mai commentato ma adesso penso proprio di avere il dovere di farlo, vorrei dire al medio che il medico che lui ha immaginato esiste già ed è mio figlio e posso garantire che nonostante le magliette con scritte discutibili, le scarpe da ginnastica sbrindellate e i capelli da pazzo i pazienti lo prendono sul serio. E io ancora non me lo spiego…e ha anche la macchina col cofano molto lungo…

  3. Wow lo voglio anche io un medico che arriva velocissimo sulla spider rossa, indossando la maglietta con la scritta “uffa che palle”!! Troppo figo!

  4. Che dire conosco medici che nonostante il look poco ortodosso tipo il codino e l’orecchino mai la giacca sono eccezionali e poi medici vestiti di tutto punto che sono degli affaristi…sabato sono stata a un incontro dovevi si parlava in maniera divertente dell’influenza della luna su alcune malattie ,rimedi popolari ..i relatori erano 2 medici (l’allievo e il maestro) e la cosa bella è stata la definizione della medicina come arte del curare! Peccato che in giro ci siano troppi poco artisti… sicuramente è una professione che consente di avere un buo reddito di base e non c’è niente di male a comprarsi una macchina bella il brutto è quando si intraprende solo x il guadagno…allora o trovi chi lavora come un forsennato senza guardare in faccia i malati oppure chi è pentito ,triste,angosciato…..non c’è negatività nel guadagnare in maniera onesta e questo vale x tutti i lavori…certo di Gino Strada non ne conosco tanti! Maryland

    1. un mio precedente fidanzato ha detto che si e’ sentito morire quando e’ entrato lo specializzando che lo doveva operare: capello lungo, camice aperto su petto villoso con croce d’oro, tatuaggi… sembrava un coatto!
      e quando lui gli ha chiesto “devo davvero operarmi” gli ha risposto “senno’ si fotte l’articolazione”
      dopodiche’ il tizio l’ha operato e alla fine il medico supervisore gli ha fatto i complimenti: “eccellente operazione!” e al mio ex ha salvato l’articolazione del gomito!!!
      l’abito non fa il monaco (ma aiuta a riconoscerlo..)
      per la cronaca da circa un mese vado in ufficio solo con tailleur e scarpe col tacco, capelli raccolti in una crocchia, talvolta occhiali
      l’idea e’ passare il messaggio ‘i am in businness’
      vediamo se funziona 😀

    1. be’ mia figlia voleva fare il medico per diventare come Cristina (D’Avena che studiava medicina all’universitàààà là là là). Poi medico è diventata sul serio, la molla importa poco, quello che conta è il risultato 🙂

  5. io sono una serissima bibliotecaria, e puoi trovarmi dietro al bancone (una volta, ora sono in ufficio) con su felpe con scritto “da dietro sono un figo”, o con stampa di Kaneda…e d’estate con magliette con su “una risposta a caso non si nega a nessuno” e “ma anche no” 😀
    però sono serissima, eh. adoro il medio.

  6. confermo che ormai di medici in giacca e cravatta ce ne sono gran pochi. per fortuna. e poi spesso in ospedale sotto il camice c’è l’ulteriore divisa (tipo quella da sala operatoria) e zoccoli. moltissimo tempo fa, appena laureata, discutevo con un ex che faceva tutt’altro nella vita ed aveva la fissa dell’abbigliamento. era arrivato a dirmi che i colleghi vedevano come mi vestivo nello spogliatoio. ma vaaaa….per cui w le magliette pazze e le scarpe da tennis!

    1. A dire il vero quando io facevo l’Universita’ (a Padova, 20 anni fa) gli studenti di Medicina si distinguevano fra tutti gli altri perche’ erano gli unici ben vestiti! :O
      Anche quelli di Giurisprudenza erano ben vestiti, ma meno civettuoli e piu’ formali.
      Quelli di Medicina (ne avevo due in appartamento e parlavamo un sacco) erano di gran lunga i piu’ mondani: sempre attenti ai vestiti e al look, sempre impegnati sulla vita sociale (feste, aperitivi etc), sempre coinvolti in flirt sul luogo di lavoro…
      La mia amica mi spiegava come facendo il Medico l’aspetto e la vita sociale fossero molto importanti e i flirt praticamente inevitabili quando lavori gomito a gomito di giorno e di notte con passione e per salvare delle vite :O
      Io sono ancora un po’ sconvolta dai loro racconti e comportamenti. Noi Fisici eravamo vestiti male, spettinati, non curati, autistici ed asociali. Uscivamo solo fra di noi e quando invitavo le compagne di appartamento ad uscire coi miei compagni di corso restavano sconvolte…
      Che ridere!!!

      1. La storia dei flirt è ricorrente. Sono stata fidanzata con uno studente di medicina, tanti, tanti anni fa. Mia nonna mi disse subito: meglio che lasci perdere perché i medici sono infedeli. Be’, non si fa mai o non si dovrebbe fare di tutta un’erba un fascio ma mia nonna aveva ragione. Tornando all’abbigliamento: mah, in generale ormai vedo gente malvestita ovunque. Secondo me un minimo di dress-code è giusto osservarlo sul lavoro.

      2. Claire io sono di Padova e gli studenti di medicina li individuavamo solo l’8 febbraio quando mettevano il cappello rosso. I meglio vestiti secondo noi ragazze (ragazze di allora) erano quelli di ingegneria – signorini precisetti (cappello nero). La mamma del mio fidanzato che appunto faceva ingegneria lo costringeva ad andare a fare gli esami in camicia e cravatta anche a fine luglio 🙂

      3. A ingegneria a Ferrara la giacca e la cravatta si metteva solo per discutere la tesi e a volte nemmeno. E questo valeva anche per i professori. Il dress code per maschi e femmine era scarpe da tennis, jeans e maglietta.

      4. Che divertente! Anch’io all’universita’ (20-25 anni fa) facevo le classificazione dello stile di abbigliamento in base alla facolta’:

        – lettere e filosofia: stile etnico o piu’ o meno alternativo, i pochi maschi casual-eleganti;

        – economia e giurisprudenza: uomini e donne in carriera;

        – scienze matematiche, fisiche e naturali: maschi e femmine con gli stessi jeans, magliette e maglioni che portavano al liceo, scarpe basse e da ginnastica;

        – ingenieria: maschi come gli scienziati, le donne anche ma con qualche donna in carriera;

        – medicina: i piu’ eterogenei ma concordo con Claire, uomini e donne decisamente attenti al look!

    2. Guarda, Laura, ancora mi ricordo l’orale di Geometria di fine luglio. Un caldo porco. Collegi chiusi per l’estate, ero a casa dei miei. Mia madre mi tiene sveglia fino a tardi a scegliere un vestito decente: fa caldo, e’ vero, ma le braghe corte no, troppo sbracciata o scollata no ecc ecc
      Finisco con un paio di pantaloni di tela color senape ed una maglietta elegantina fantasia intonata ai calzoni, sandaletti da donna in tinta, vabbeh… un buon compromesso fra non avere troppo caldo e non risultare provocante
      Arrivo in facolta’ ed il prof e’ seduto su una sedia a gambe larghe, scoppiato dal caldo: braghe corte (tipo costume), camicia aperta sul petto villoso e…. zoccoli in legno con tomaia minimal (una striscia di 2 cm) bianca della juventus!
      Mi e’ venuto un colpo: volevo andare a casa e picchiare mia mamma!

      1. E, da ingegnere che insegna al Poli a Milano, è giusto arrivare agli esami (per i maschi) almeno con i calzoni lunghi !!!

    1. per non parlare di quello di analisi 2 che durante l’esame scritto metteva i piedi sulla cattedra e ruttava a voce alta! :O
      😀
      (ma io quando insegnavo all’uni mica ero cosi’!!!!!)

  7. ahahah amore basta che ti sposi con una donna che ami vestire il marito quanto la casa….e tu pensi alla macchina rossa! Adoro questa mentalità anni 50 che è in ognuno di noi da bambini….e comunque tuo figlio è assolutamente un genio!

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