Nonsolomamma

cose che si dimenticano

il fatto è che ci sono cose che si dimenticano.
ci si dimentica, lasciata alle spalle la primissima infanzia dei propri figli, delle notti in bianco, passate a consolare un bambino che piange.
ci si dimentica del silenzio squarciato dai colpi di tosse di una bronchite che non passa mai. ci si dimentica del naso che cola. ci si dimentica del mal di orecchie che è un dolore sordo e insopportabile che fa piangere tutte le lacrime del mondo.
ci si dimentica che i timpani dei bambini si perforano ogni tanto, che fuoriesce un liquido immondo e che per un attimo un dubbio atroce sorge spontaneo: non gli starà mica uscendo il cervello dalle orecchie?
ci si dimentica delle ore che si rimpiccioliscono e di dormire non se ne parla, del buio che si riempie di mostri e del sollievo, quando fa giorno.
ci si dimentica della pediatra che improvvisamente diventa dio e per una sua visita qui, ora, subito non c’è prezzo troppo alto.
ci si dimentica.
poi però ci pensano loro a ricordarti com’era, ogni tanto, la vita, un tempo non troppo remoto.
lo hobbit piccolo, detto sneddu, ha pensato di rinfrescare l’elasti-memoria venerdì e sabato, badando bene di scatenare l’armageddon quando mister i era a londra.
oggi elastigirl è stata via tutto il giorno per impegni precedenti, impossibili da rinviate. imbottito di antibiotici e antidolorifici, sneddu è stato consegnato alle amorevoli cure del padre prodigo, rientrato stamane.
“come ti senti?”, gli ha chiesto lei, da un treno, in viaggio tra torino e firenze, all’ora di pranzo.
“un po’ sbirulo”, è stata la laconica risposta.

19 pensieri riguardo “cose che si dimenticano

  1. Io da figlia mi sono dimenticata sicuramente di quanta faccia male un’otite e non sono ancora dall’altra parte della barricata….. non mi resta che sviare il discorso chiedendoti del salone del libro! 😉

    1. hey io l’ultima otite l’ho avuta in campeggio a 20 anni!
      ho spaventato TUTTI, dai miei amici con i quali ho fatto il viaggio di ritorno (dal gargano al veneto con dolore!!) a papa’ e mamma che, quando hanno visto che le “goccine” solite per l’otite non facevano alcun effetto, han cominciato a darmi gli antidolorifici “professionali” di mia madre ea farneticare di portarmi in prontosoccorso
      mi ammalo poco o mai ma se mi ammalo e’ della roba piu’ dolorosa che si riesce ad avere senza rischiare troppo 😀
      [badero’ di non avere figli: il crucco e’ cosi’ delicato di orecchie da avere ed avere avuto continue otiti e perforazione del timpano ed esser stato pure operato da bambinissimo]

  2. Ah, quindi prima o poi la tosse notturna diventa un ricordo sbiadito. Buono a sapersi, vuol dire che la prossima volta che succederà, alimentata da questa speranza, non invidierò mio zio che quando vuol riposare stacca l’apparecchio acustico.

  3. Ci si dimentica al punto che abbondantemente superata la soglia dei 40 si sospetta di essere incinta e si è irragionevolmente felici di un potenziale tsunami in un equilibrio da poco ritrovato…

    1. Carissima, non so se è proprio vero che si dimentica…dopo 22 mesi e mezzo di notti non ancora tranquille (!) so con certezza che non dimenticherò affatto…però ti capisco perché perfino io, perfino ora, perfino dopo litigate e musi e pianti (con il coniuge, non con i bambini!) a causa della stanchezza, perfino a 45 anni mi ritrovo a pensare come sarebbe averne un altro. In bocca al lupo e un abbraccio!

  4. ‘Ad un re molto potente e ricco fu data la possibilità’ di esprimere due desideri.Al primo, chiese di poter vedere il futuro…E vide(…).Al secondo, di poter dimenticare quello che aveva visto’.

  5. Ci spiace davvero per il piccolo sneddu, ma noi abbiamo avuto il piacere di incontrarti a Firenze e sei proprio come immaginavamo, anzi meglio! Gioviale, serena, sorridente, simpatica, disponibile e tanto, tanto carina!!
    Lori, Marci e Franci

  6. Scusate, non c’entra nulla, ma ho appena letto l’articolo su D online, e volevo ringraziare Claudia per avermi fatto conoscere Jella Lepman! Non sapevo chi fosse, ma è veramente una figura straordinaria!

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