Nonsolomamma

gente (strana) della città di A

loro, intesi come americani, sono programmati per la vittoria. non necessariamente e non solo la vittoria finale e ultima ma quella quotidiana, delle ore e dei minuti. loro sono vincitori anche nell’attimo della spesa al supermercato, nel momento casuale di un incontro inaspettato, nell’istante di un buongiorno la mattina presto.
“come stai?” chiedono tutti in modo costante e ossessivo, anche quando non c’è tempo o il motivo per dare una risposta sensata. “come va oggi?” domanda il benzinaio, che non hai mai visto prima, mentre fa il pieno alla tua macchina. “ehi! come stai?” dice una tizia al campo estivo dei tuoi figli. e poi va via, senza nemmeno darti il tempo di pensare, figuriamoci di dichiarare: “mai stata meglio, grazie”.
perchè quella è l’unica risposta possibile, insieme ad affermazioni assertive e trionfanti del tenore di: “alla grandissima” o “molto bene” o “fantasticamente okay”. l’aurea mediocritas non è un’opzione percorribile. strade interlocutorie e ambigue come: “così così” o “insomma…” o “be’” non sono contemplate perché potrebbero gettare l’interlocutore, per lo più frettoloso, nell’imbarazzo o nel dubbio.
sono invece socialmente inaccettabili, al pari di insulti e imprecazioni, le tinte fosche, gli atteggiamenti disfattisti, il sarcasmo o la cruda sincerità. è pertanto vietato replicare: “male, grazie”, “sono devastato”, “alla canna del gas”.
la vita, raccontata al passante, è sempre un pranzo di gala, una crociera, o il gradino più alto del podio.
poi, talvolta, il meccanismo si inceppa e capacitarsene è traumatico.
“oh ciao laurel, che piacere rivederti. come stai?”
“oh wow, alla grande. la mia vita è fichissima come al solito! dubito che sarei in grado di essere più felice di così! comunque sono contenta di ritrovarvi anche quest’estate qui ad A, ragazzi. voi siete la mia famiglia preferita di sempre. migliori di voi non ne ho mai conosciuto. yeah! super cool italians”
“ehm. grazie. abbiamo saputo che hai avuto una bambina! congratulazioni”
“già! fantastica la maternità! yeah! mia figlia è fichissima. quattro mesi di gioia indescrivibile. gosh. wow. grazie a dio”
“sono molto felice per te, laurel. e hai ricominciato a lavorare?”
“sì! mi tiro il latte. wow. perfetto! esperienza totale. yeah. lavoro, maternità, fico! mai stata meglio”
“bene… e tuo marito? sta bene”
“mio marito… sì cioè benissimo. ma il mio matrimonio… vacilla”
“ah, mi spiace! credo sia normale quando hai un bambino piccolo piccolo, cioè, succede a tutte le coppie di avere un momento complicato”
“no, ecco, noi siamo proprio in un momento di merda”
“no, dai laurel, poi passa”
“no, non passa. noi litighiamo tutti i giorni. ci odiamo. la nostra vita coniugale è un inferno”
“vedrai che…”
“comunque tutto alla grandissima. è stato spaziale incontrarti. ciao eh! in gamba”.
è così si rimane lì, tramortiti, al cospetto di laurel e all’errore di programmazione di cui è tragicamente vittima.

29 pensieri riguardo “gente (strana) della città di A

  1. Non è che tutto il mondo sia così? A chi interessa (se non ti conosce) sapere DAVVERO come stai? È convenzione e la sola risposta è ” bene grazie e tu ?” Per poi passare ad altro. Conoscenti e sconosciuti. Se parliamo di amici è diverso …. per quanto …. affogare qualcuno nei nostri piccoli orrori o problemi non è un’orribile abuso? Intendo durante un fugace incontro al super o una rapida telefonata di saluto …. Sará che son fatta male, ma la vera risposta alla domanda è per pochi e per momenti e spazi che consentano la comunicazione vera.

    1. SI HAI RAGIONE LALLA
      e ti diro’ di piu’
      le mie zie mi hanno insegnato a dire “bene grazie!” anche a noi parenti stretti, anche lottando contro il cancro
      perche’ – diceva la prima zia – se comincio non finisco piu’
      e la seconda zia penso che pensi “lo sai che c’ho il cancro: che cazzo me lo chiedi a fare?”
      detto cio’… coraggio! :*

    2. assolutamente d’accordo, trovo scortese turbare estranei che si informano soltanto per convenzione sociale, mentre chi è davvero interessato non ha bisogno di chiedere :)))

    1. Già son giorni così… ti capisco.. lo sono anche per me. Reduce da una notte insonne a piangere. Ma come dice il grande Eduardo “A da’ passa’ a Nuttata..”.

      1. come ogni notte, verra’ l’alba
        mi ha detto una volta Diego, mio compagno di universita’, parlando di suo fratello in crisi!
        li’ per li’ l’ho trovata una frase stupida, ora invece…

  2. Considerando quel che hai detto, mi è sembrato un bel l’attestato di amicizia e uno sfogo sincero. Povera Laurel tra bimba piccola, ritorno a lavoro e novità varie….sarà destabilizzata e ha voluto un supporto da una che le sembra ce l’abbia fatta. Oramai sei cittadina onoraria di A.

  3. A me pare che sta cosa della vita sempre ed assolutamente brillante, sebbene oggettivamente uno versi in un mare di m……, sia arrivata anche qui…………. k

    1. Vero. Se mi azzardo a rispondere un “beh insomma etc” vedo facce stupite e seccate come se stessi dicendo chissà quale cosa orribile…

    2. Stavo dicendo la stessa cosa. Basta scorrere Fb, sembra che tutti siano sempre in vacanza e che facciano solo cose fighissime.

    3. Giovanna, Sa e Miss Caroline: siete delle grandi!
      Si avete ragione
      NOn so se la gente lo faccia per autoconvincersi, per non scaricare il proprio peso sugli altri o per barare meschinamente e far credere di avere una vita migliore di quella che hanno
      Certamente fa un po’ schifo e va’ un po’ al di fuori della logica di facebook come “social network”: dovrebbe sostituire il filo’, la chiacchierata con amici, ma se devo FINGERE invece di dire i fatti miei e’ solo un altro stress della vita!

  4. Più conosco gli americani (colleghi d’oltreoceano) più non mi capacito della loro posizione predominate sul pianeta Terra: intendiamoci, ho per loro grandissimo rispetto umano e professionale, ma facendo un discorso assolutamente generalista, più mi interfaccio con loro più mi domando come abbiano fatto a raggiungere la vetta. Evidentemente abbiamo scale di valori difficilmente sovrapponibili

  5. Ah, quanto ci ho messo a capire che quando gli americani dicono “hi, how’s going” non vogliono veramente chiederti come stai. E’ solo una forma di..boh..finta cortesia a cui non è prevista risposta…Yeah

    1. Ecco, appunto, mi chiedevo se questo “come stai?” non fosse altro che una sorta di saluto, di modo di dire con cui si interagisce con chi si incontra e che “bene grazie”, sia la risposta da dare, sempre e comunque.

  6. A me gli USA hanno sempre colpito per la dimensione straordinaria di tutto: strade enormi, grattacieli (i primi che abbia visto), distanze incommensurabili, ma anche panini giganteschi, confezioni di cibo di dimensioni inquietanti, negozi che per attraversarli servirebbe il bus, uomini e donne enormi.
    DI recente ho notato che questo gigantismo si esplicita anche nel modo di parlare, e soprattutto negli aggettivi: nulla è normale o “carino” come diremmo noi, tutto invece è “super”, “Fantasmagorico” “eccezionlamente assurdo” “assolutamente magico”. Alla fine, esattamente come i panini, io devo dividere, soppesare e riportare a dimensioni normali, altrimenti non riesco a capire nulla.
    Probabilmente è molto riduttivo e un po’ stupido, ma comunque la loro “grandezza” è anche questo.

    1. L’hai scritto benissimo… è quello che ho sempre pensato. Tutto è oversize, dallo yogurt alle emozioni, alle espressioni!
      Bisogna applicare un fattore, che ne so… la radice quadrata per portare alla realtà rotto, no?! 😉

  7. New York,New York! Ti rapisce,stordisce,ti ammalia. Sogno o realtà?Gli amici che hanno risieduto a lungo negli Usa mi dicevano che l’Europa muore,L’Europa… E avanti con ogni necrologio possibile.Nel mio lavoro,tutto ciò che viene da lì è ‘Vangelo’ o l’ipse dixit. Occidente,come ognuno sa,significa ‘tramonto’. Da qui,è Occidente…Forse trenta secoli di Storia,anche inconsapevolmente,qualche dubbio ce l’hanno conficcato nel cuore,o no?Siamo scettici ma non disperati,credo.

  8. l’altro giorno ero un treno diretta a venezia e una mamma anericana avrá chiesto alla sua figlioletta almeno 24 volte (a tono di voce altissimo) se non fosse contenta dell’amazing trip nella beautiful city venice che stavano per fare. stavo impazzendo! il compagno grazie a dio é rimasto muto.

  9. Ma uno non si stanca a mostrare sempre una facciata amazing, cool, super?
    A me leggere questa cosa mette ansia e spossatezza…

  10. Anche in Irlanda chiedono sempre come stai… rispondo solo agli amici,agli altri dico grand,se proprio devo rispondere…

  11. Gli americani l’hanno preso dalla madrepatria: Il Regno Unito di Gran Bretagna!
    Qui e’ tutto un salutarsi in corridoio e poi, allontanandosi, lanciarsi un “Come va’?”
    Ma cosa me lo chiedi a fare, dico io, se non ti interessa saperlo!
    La cosa che trovo piu’ TRISTE e’ che se rispondo “Benegrazieetu?” alla velocita’ della luce, se ne sono gia’ andati, lasciandomi con quel senso un po’ amaro di essere una porca egoista che non ha chiesto per prima (perche’ e’ evidente che SOLO uno dei due ha il tempo e dunque il diritto di chiedere, prima di sfilarsi accanto come due treni dell’alta velocita’).
    Naturalmente diffido di TUTTO quello che e’ troppop formale e gentile, compreso questo
    Mandami a quel paese, ogni tanto, ma chiedimi davvero come sto quando lo vuoi sapere e dimmi davvero come stai tu quando te lo chiedo! Perche’ anche se ci incrociamo in corridoio SE IO te lo chiedo, vuol dire che sto pensando a te e mi interessa!
    Viva l’Italia e gli Italiani rumorosi, informali e sinceri 😛

  12. Ho sempre detestato le persone che chiedono come stai per formalità e infatti io non lo chiedo se non mi interessa davvero saperlo, a volte ho provato a rispondere, ma ti interessa davvero? ma poi si passa o per pazzi o per maleducati …probabilmente io nella città di A impazzirei…

  13. C’entra poco… quasi niente ma per sfogo lo dico lo stesso. Ho una cognata attivissima sui social. Tende a postare praticamente di tutto: foto, stati d’animo, opinioni, articoli. Insomma, nulla di diverso rispetto a quello che fanno molti altri. Abbiamo un pò tutti bisogno di una vetrina. In fondo anche questo blog per certi versi lo è… seppure una vetrina molto piacevole. Insomma, non ci vedrei niente di male ma il fatto è che non ha la stessa tendenza alla condivisione in famiglia. Se non la chiamiamo noi niente. Se non le mandiamo un messaggio noi niente. Abbiamo fatto lavori importanti in casa (cucina nuova, altre modifiche, cose così) e l’ho invitata due volte a casa. L’ultima volta, mi ha risposto con una faccina mortificata e niente più. Mi sono detta: sta lavorando, sta incasinata, non ha tempo, risponderà più avanti. Sono giorni che me lo dico. Nel frattempo il suo profilo FB e Wa sono costantemente aggiornati. Tutto questo per dire che mi sembra che si da tanta importanza e tempo a gridare al mondo in vari modi quanto siamo felici e quanto siamo fighi e si trascurano i rapporti più veri, come in questo caso un rapporto di famiglia. Non ne trovo il senso. Scusate lo sfogo ma è che ci rimugino e sì potrei fare l’ennesima telefonata ma aspetterò qualche altro giorno per darle la possibilità di smentirmi.

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