“mamma?”
“dimmi, hobbit piccolo detto sneddu”
“com’è che si dice? sindone di daun?”
“si dice sindrome di down”
“ah. ecco. mi pareva… ce lo ha detto oggi la maestra giovanna”
“vi ha parlato della sindrome di down?”
“no, ci ha parlato di samuele”
“chi è samuele?”
“è un bambino pazzo, di un’altra seconda, che ogni tanto viene nella nostra”
“pazzo? cosa vuol dire? in che senso?”
“nel senso che fa cose pazzissime e dà fastidio, come oggi”
“cosa è successo oggi?”
“oggi samuele è venuto in classe nostra, non so perché. e si è messo a lanciare cose e a sputare e fare male agli altri”
“sneddu, sei sicuro? anche a settembre mi avevi raccontato di un bambino che faceva cose strane e poi non era vero niente…”
“sì, mamma! sì! è vero! chiedilo a giovanna se non ci credi! è verooooo!”
“va bene, va bene! ci credo, sneddu. raccontami cosa è successo dopo”
“dopo cosa?”
“dopo che samuele ha lanciato cose, sputato e fatto male agli altri”
“si è calmato”
“meno male”
“sì. e la maestra giovanna ci ha spiegato che samuele ha la sindone di daun ed è molto arrabbiato. e ha ragione”
“come mai è arrabbiato?”
“perché lui cambia la maestra continuamente, la maestra di sostegno. e anche quando arriva una maestra carina che a lui piace, dopo qualche giorno lei deve andare via, in un’altra scuola o chissà dove. e nessuno rimane con samuele. e allora lui si arrabbia. ma mica perché ha quella sindone, perché non ha la sua maestra. tutti i bambini devono averne una. è un diritto. e ci arrabbieremmo anche noi, al posto di samuele. lo ha detto la maestra giovanna”
“ho capito. e tu cosa pensi?”
“penso che hanno ragione, samuele e la giovanna”
“penso anche io”
“oh, mamma! ma cosa fai? piangi?”
“no! cosa dici? piangere? io? quando mai? è che… boh, mi bruciano gli occhi”.
e mica lo sapeva elastigirl se le veniva da piangere per samuele che è arrabbiato o per una maestra capace di spiegare in modo così limpido e luminoso ai suoi bambini quanto la vita, o quel che ci si trova o non ci si trova dentro, ogni tanto, può essere ingiusta.
Qualche tempo fa,Stefano e’ venuto a trovare suo nonno ricoverato d’urgenza per ‘qualcosa’ di serio.Noi,i curanti,abbiamo accompagnato Stefano dal nonno senza alcuna esitazione,consapevoli che quell’incontro valeva ‘tutto’ per la vita di entrambi.Stefano ha la sindrome di Down,suo nonno si prende cura di lui da sempre insieme a tante straordinarie figure.Stefano,dopo qualche giorno ha chiesto se poteva imboccare il nonno nel frattempo migliorato.Noi,i curanti, li abbiamo lasciati soli.
ogni tanto tutto è facile e pieno di buon senso e chiarezza, come nel tuo bellissimo racconto in cui tutti rispettano, capiscono e si comportano di conseguenza. a volte è tutto più difficile. e fa male e bene sapere che la scuola che da un lato non è attrezzata all’accoglienza, da un lato lo è moltissimo.
Infatti…Noi,navighiamo ‘a vista’ e sebbene ‘addestrati’,non è facile.
Adesso piango anche io. Un po’ per rabbia e un po’ perché la maestra Giovanna mi ricorda la mia maestra Michela.
Cara Elasti,
credo che chi organizza il mondo dell’istruzione si sia dimenticato della frase detta da sneddu : é un diritto di tutti i bambini avere una maestra!
Piango anche io perché queste storie toccano il cuore 💖
Ok. Ora anche a me viene da piangere.
Se ci fosse qualche maestra Giovanna in più…
Potremmo aprire un dibattito di ore su stato sociale, evasione fiscale, sul fatto che ogni volta che paghi in nero togli allo Stato quelle risorse che servono per pagare le maestre e gli insegnanti di sostegno, sul fatto che dire ” a me la politica non interessa ” significa dire che non ti interessa chi deve amministrare quelle risorse che sono vitali per Stefano, per la sua famiglia, per i suoi compagni di scuola…
Hai pienamente ragione!
Forse però è anche che lo stato investe poco nella scuola. Sembra sempre che ogni riforma venga fatta per poter togliere soldi, risorse e insegnanti alla scuola, fingendo di volerla modernizzare. Comunque, grande Sneddu, grande maestra, e grande Claudia: ogni volta che scrivi di scuola traspare la stima verso gli insegnanti! 😊
Ciao,
Conoscete il libro di Pier Carlo Morello
“Macchia, autobiografia di un autistico”?
Il modo in cui descrive i suoi sentimenti di quando era sballottato da un insegnante dall’altra mi ha fatto piangere, è stata un cazzotto nello stomaco. Sono una bibliotecaria e quel libro continuo a consigliarlo e non lo tolgo mai dalle nuove proposte.
Lo consiglio anche a voi
Non lo conosco, ma andrò a cercarlo, grazie per la segnalazione 🙂 A volte confrontarsi con queste situazioni è difficile e fa soffrire, ma penso che si debba farlo…p.s. che bellissimo lavoro il tuo!!
Ciao Elasti, mia figlia è in classe con Samuele e le è affezionatissima…ogni tanto le arriva qualche sputo ma a lei non interessa, continua a cercarlo per giocare insieme. Io le sono grata per questo suo modo di essere e ogni volta che mi racconta devo nascondere i lucciconi!!
Tua figlia è una creatura meravigliosa. Accettare la diversità è un dono raro, anche fra i bambini.
Dovremmo tutti imparare da tua figlia….e da te perche’ la mela non cade mai lontano dall’albero…davvero avete tutta la mia stima!
Nuvole e freddo oggi a Bologna, ma questa storia ha illuminato la giornata, non per l’assenza della maestra (UN DIRITTO, lo urlo apposta) ma per la presenza empatica della maestra Giovanna. Sì, mi ostino a guardare il bicchiere mezzo pieno…
a me invece monta tanta rabbia… perchè Samuele ha diritto ad avere una maestro fissa che lo segue, e non gli fa bene di sicuro cambiarle in continuazione.
speriamo che la situazione si stabilizzi presto.
Gli occhi stanno “bruciando” anche a me! E’ vero che la vita spesso è ingiusta, ma finché ci saranno le maestre Giovanna e bimbi meravigliosi come il tuo, si potrà vedere il bicchiere un po’ più pieno.
Grande maestra Giovanna! Più che una maestra “capace di spiegare in modo così limpido e luminoso ai suoi bambini quanto la vita può essere ingiusta” mi sembra una maestra capace di spiegare in modo coì limpido e lumionoso ai suoi bambini quanto la BUONA SCUOLA può essere ingiusta. Non solo ma specialmente nel mondo degli insegnanti di sostegno quest’anno è il caos allo stato puro
un tuffo nel passato… con gli occhi che lacrimano. mio figlio grande (18 anni) ha la sindrome autistica e in 5 anni di scuola elementare ha cambiato 8 insegnanti di sostegno. quanto era arrabbiato
come è stato faticoso per lui convivere con chi non gli garantisce il benessere minimo. alla fine la scuola “superiore” l’ha fatta in una scuola speciale di ragazzi disabili. alla faccia dell’integrazione e dei diritti.
per fortuna ci sono ancora degli insegnanti che fanno del loro lavoro una missione per aiutare chi è debole
peccato che stanno distruggendo la scuola che funziona
che amarezza
Io piango. Piango e mi dispero per Samuele e per il suo diritto negato, per i suoi genitori. E di gioia per la limpidezza di Sneddu e per la maestra Giovanna…
È un bellissimo racconto e il piccolo Sneddu l’ha riportato con una chiarezza e obiettività degni del miglior reporter. Chissà se la maestra GIovanna è quella che conosco anche io.
il problema degli insegnati di sostegno è purtroppo vecchio come il mondo. questo racconto mi ha riportato a oltre 35 anni fa. noi in classe avevamo filippo. un bimbo disabile che in prima elementare non parlava ancora. ricordo gli intervalli passati alla lavagna, io e altri compagni, per insegnargli a scrivere. l’insegnante di sostegno c’era ma poche ore alla settimana e la famiglia non era in grado di seguirlo. alla fine della quinta filippo parlava, a modo suo ma si faceva capire, leggeva e scriveva. e la maestra a fine anno sottolineò che il merito in gran parte era stato dei compagni. nessuno ci ha mai detto cosa fare o cosa avesse filippo. era solo l’amore dei bambini
Penso anche io ….
Salve a tutti. Lavoro in un centro residenziale per disabili adulti. Negli ultimi anni sono aumentate moltissimo le richieste di inserimento di minori disabili dai 7 ai 13-14 anni nel nostro centro diurno ( e anche in quello residenziale). Tutto questo a causa della carenza di ore di sostegno e di educatori domiciliari.
Inserire un bambino in un centro significa privarlo di due diritti fondamentali: il diritto allo studio e il diritto di crescere con i suoi coetanei cosiddetti normodotati.
Storie come quella di Samuele, purtroppo sono diventate molto frequenti.
Un saluto.
Il racconto tuo e di mammamedico sottolineano come sia importante per tutti l’inserimento dei bambini con sindrome di Down o altre “diverse abilità” all’interno di classi normali.
E’ un arricchimento per tutti: tutti imparano di più, si confrontano con le diverse abilità e si apprezzano gli spunti che possono nascere dalla convivenza.
Io sono da sempre circondata da persone “speciali” e la mia vita è migliore grazie a loro, ai loro genitori e parenti e spero di aver ricambiato almento in parte le ricchezze che mi hanno regalato
… lucciconi immediati!
In classe di mio figlio che frequenta la 1 media sezione musicale di una scuola pubblica di Milano c’è una bellissima bimba sordo muta. Lei ha la specialista della lingua dei segni vicino tutto il giono. I bambini della classe stanno imparando questa lingua prima di tutto per poter interagire con lei e anche perche nel caso la prof manchi lei non si senta persa. Questa esperienza arricchisce mio figlio e gli altri bimbi della classe ogni giorno più. Fanno a gara per aiutarla. È una grande lezione di vita che si porteranno nel loro bagaglio per tutta la vita. Ahhh la bimba suona la batteria.
viva la maestra giovanna che ha spiegato, viva sneddu che ha capito, viva la figlia di mammagatta e viva mammamedico da piccola che vedono i bisogni e non le differenze
e viva tutti quelli come loro che ci sono nel mondo!
e infine viva chi racconta le storie “belle”, che a raccontare quelle “brutte” son capaci tutti!
mi raccomando elasti di a sneddu che le persone down arrivano pure a laurearsi: l’essere umano ha spettri di possibilità molto ampi
Tra l’altro, è già la terza convocazione che mi arriva per una supplenza di sostegno, e ogni volta penso che io sono abilitata in tutt’altro, e i ragazzi si meritano una persona competente, non un’insegnante di un’altra materia che cerca di informarsi per quanto possibile! Le poche cose che ci hanno detto al TFA non mi rendono certo qualificata! Non capisco proprio questa cosa…
ma vai te Chiara! non pensarci!
almeno tu ti informi e ci metti impegno!
il mio moroso precedente ha fatto servizio civile con gli handicappati: non ne sapeva niente, figurati, e’ un professore universitario di informatica!
stava con un bambino psicotico, ma alla fine dell’anno professoresse e insegnanti di sostegno hanno detto che mai aveva fatto progressi come quell’anno che c’era lui!
a volte la buona volonta’, la creativita’ e l’intelligenza possono fare meglio della preparazione specifica magari condita con menefreghismo ed opportunismo….
Grazie 😊 appena potrò rispondere alle supplenze vedrò diversamente queste convocazioni