Nonsolomamma

andrea

andrea corre veloce e salta lontano. gli piace vincere. ma c’è forse qualcuno a cui non piace?
suona il violino e molti altri strumenti. perché nella sua famiglia sono tutti artisti. il papà fa l’impiegato ma scrive anche commedie teatrali. la mamma fa l’infermiera ma anche l’attrice. tutti insieme fanno musica. tutti insieme stanno bene, come succede solo ogni tanto, quando ci si mette impegno, dedizione, passione.
andrea vive a milano, fa la terza media e sta preparando una tesina sui premi nobel nella storia.
“è agitato per gli esami?”
“una cosa giusta” risponde suo fratello, gabriele, che ha 18 anni e racconta di lui.
“sembra più grande della sua età. a volte ci domandano se siamo gemelli. una ragazza qualche tempo fa era convinta che lui fosse il maggiore. e invece ha quattro anni meno di me”.
un difetto di andrea?
“è permaloso. è capace di arrabbiarsi per delle vaccate”.
un pregio?
“sa fare un sacco di cose, compone musica, a 11 anni già scriveva canzoni”.
andrea è scorbutico, come ogni adolescente che si rispetti, è geloso del suo cellulare, con gli amici è selettivo ma molto popolare.
“ha i capelli lunghi, sotto le spalle, spesso raccolti dietro la nuca, gli occhi castani, è altro un metro e 65. è sempre elegante e stiloso. al suo confronto io sembro un barbone”.
non ha una ragazza ma alle ragazze piace molto.
andrea è come gli altri. anche un po’ meglio, a sentire gabriele.
lunedì sera ha visto un film– outrage di kitano – insieme al papà e al fratello. la mamma aveva il turno in ospedale.
poi hanno commentato tutti quei morti dentro un solo film, hanno scherzato, hanno riso e sono andati a dormire.
tutto come sempre, tutto normale, tutto uguale al solito.
però martedì mattina andrea non era nel suo letto.
non ha portato con sé il telefonino ma ha preso 1000 euro, la chitarra elettrica, le chiavi di casa e la vecchia bicicletta del nonno, trovata parcheggiata in piazza duomo all’angolo con viale mazzini, nella notte.
nessuno lo ha sentito uscire, nemmeno gabriele che con lui divide la stanza.
nessuno sa dove sia andato, nemmeno i suoi migliori amici.
nessuno capisce perché.
andrea abita qui accanto, somiglia ai nostri figli, dei nostri figli ha l’incedere, l’inquietudine, la spavalderia, il sorriso, l’intelligenza, la stupidità e lo sguardo. potrebbe essere il ragazzino a cui abbiamo detto buonanotte ieri sera, il bambino che crediamo di conoscere perché siamo noi ad averlo cresciuto, la nostra illusione di sapere tutto, l’interrogativo che non ci siamo mai posti.

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20 pensieri riguardo “andrea

  1. Ho visto prima il servizio su “Chi l’ha visto”.
    Speriamo sia soltanto una bravata di breve durata.
    Comunque brava ed efficace Elasti.
    Un abbraccio ai genitori

  2. “la nostra illusione di sapere tutto, l’interrogativo che non ci siamo mai posti”
    Quanti interrogativi mi sto ponendo in questi ultimi mesi, quanti i genitori di Andrea.
    Cavolo, dove sbagliamo, dove non arriviamo, dove non vediamo?

    1. Senza parole, sembra finito in un abisso… però ha preso anche le chiavi di casa…speriamo… Mi hanno detto che a Londra chi suona per strada riesce a tirare su un bel gruzzoletto. Suona, ha preso la chitarra e mi è venuto in mente questo. Incrocio le dita…

  3. storia tremenda, speriamo si risolva in fretta…ma i soldi li stava accumulando in segreto? anche questo è da consderare…non credo sia una cifra facilmente a disposizione di un adolescente…forse li ha presi dalla disponibilità in casa…perchè se li accumulava lui allora è una scelta ponderata da tempo e non un colpo di testa

  4. Magari mi sbaglio ma secondo me torna….forse vuole provare a vedere il mondo con i suoi occhi….ma pare un tipo sveglio e intelligente e ha le chiavi di casa x tornare….spero che non stia via molto

  5. L’ho visto ieri sera a “chi l’ha visto”, conosco purtroppo l’angoscia di cercare una persona amata, mi auguro che torni presto, o che qualcuno lo aiuti a capire che è meglio tornare ed affrontare ciò che ci spaventa, ci turba, ci affligge insieme

  6. Questo post è terribile nel suo metterci di fronte alla realtà che per quanti sforzi possiamo fare, dietro l’angolo c’è un destino che non dipende da noi. Della serie “scarpe rotte, eppur bisogna andar”!

  7. Che incubo per quei poveri genitori e per il fratello.
    Un incubo che per fortuna si è interrotto dopo poche lunghissime ore.
    Chissà cosa gli è passato per la testa prima durante e dopo?

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