Nonsolomamma

vade retro agorà ovvero un triste coming out

elastigirl ha fatto il liceo classico. in verità aveva scelto lo scientifico ma nonna J si dimenticò di iscriverla e quando, a settembre, se ne ricordò, le iscrizioni erano chiuse e solo il classico l’avrebbe accettata in ritardo. così si trovò a studiare il greco antico, domandandosi ogni tanto perché. prendeva dieci in matematica e cinque nella versione perché lei aveva quella testa lì e stava molto più comoda nello studio di funzioni che nelle traduzioni dalle lingue morte.
eppure, avendo l’animo del soldato grazie all’educazione prussiana di nonna J che tendeva a inarrivabili modelli di eccellenza, come un panzer, a capo chino, è andata avanti, studiando come una pazza e infelicitandosi gli anni del ginnasio. poi le cose sono migliorate e con il senno di poi è contenta di quel cambio di rotta inaspettato. eppure, come succede con le attività coatte praticate senza grande passione, in lei, degli studi classici, sono rimaste tracce piuttosto labili.
ha dimenticato gli spiriti greci, la iota sottoscritta, il duale, ma anche il passivo latino e molto altro.
e adesso che lo hobbit grande, per sua volontà, si è imbarcato in quel viaggio impervio seppur affascinante, a lei, la prossimità con le declinazioni, i verbi, gli elenchi di parole da mandare a memoria, mette un’indicibile angoscia. e quando lui le chiede di interrogarlo, o di ripetere insieme il programma già fatto, lei vorrebbe urlare: “scordatelo! io quelle robe bestiali le ho già studiate. mi facevano schifo allora, figuriamoci adesso! non ne voglio sapere niente di te e delle tue declinazioni. chiaro?! vade retro e lasciami annegare felice nel mio pantano di oblio e ignoranza di ritorno”.
ma siccome le rimangono un rigurgito di buon senso genitoriale e soprattutto l’ottusa disciplina di quel soldatino che continua ad albergare in lei, risponde: “ok! volentieri. che bello”. e ogni volta le viene la nausea e l’ansia e la tachicardia e la secchezza delle fauci e vorrebbe solo scappare lontano dalle agorà, dagli antropoi, dagli eimì, ei, estì, ma anche dai laudantur, dalle puelle e dalle ancille.
ecco. lo ha detto. c’è solo da sperare che lo hobbit non se ne accorga.

63 pensieri riguardo “vade retro agorà ovvero un triste coming out

  1. Come ti capisco! Anche io ero brava e votata allo studio. Ancora rimpiango uno sforzo che, dedicato a qualsiasi altra lingua, mi avrebbe reso bilingue! Ieri ho sentito nominare la “perifrastica passiva” ho avuto un mancamento

    1. È vero: da brivido! Non ricordo alcuna regola. Ma ricordo bene i memento audere semper, i per aspera ad astra e soprattutto odi et amo.Il perfetto riassunto della mia adolescenza 😊😊

      1. 😀
        senti: odi et amo e’ geniale
        io l’ho capita molto piu’ ora che allora
        (come il 90% dei poeti e scrittori di tre letterature, d’altra parte)

  2. Scusa,scusa…..il generale nonn J si é DIMENTICATA di iacrivere al primo anno della scuola superiore la sua UNICA figlia ??!
    Io questa cosa l’avrei rinfacciata per i successivi vent’anni 🙂

      1. col senno di poi si potrebbe pensare che sia stato fatto capitare… inconsciamente o (peggio) consciamente…plotting addicted

  3. Io fortunatamente mi sono risparmiata il classico ma il latino mi è toccato lo stesso. Ora, che vedo il passivo come qualcosa mai passato sotto i miei occhi, un 3 al primo compito della secondogenita mi farà rientrare con la tua stessa gioia nel tunnel. Il latino si dimentica, la disciplina no

  4. Con questi commenti state uccidendo la latin/grecista che è in me 😀
    Mio figlio che mi chiede di ripassare le declinazioni (o il passivo, o la perifrastica – ah, la perifrastica!!) sarebbe il mio sogno.
    Sicuro che invece mi chiederà di spiegargli le funzioni. E io non ho idea di cosa siano.

    1. Ecco, brava, pure io. Anche se della perifrastica non ricordo nulla sarei contenta di ripeterla con mio figlio, ma non so se sarà possibile.
      Ma… non è che nonna J. ha fatto finta di dimenticare l’iscrizione, così che rimanesse solo il classico?

  5. Io ho un piano da quando è nato il grande: qualunque indirizzo scelgano i miei figli, io studierò segretamente sui loro libri nella speranza di imparare quello a cui ero impermeabile a scuola e di non farmi umiliare alla prima domanda di geometria analitica.
    Siamo alla seconda elementare e per ora sta andando benino.

    1. Ah! Pure io sfrutto le conoscenze dei miei figli. Li mando a fare lezioni di piano e poi quando tornano a casa mi faccio spiegare quello che hanno imparato e pratico le nuove musiche con loro. Io avrei tanto voluto imparare a suonarlo, ma all’epoca non fu possibile… pero’ per ora progredisco con loro e pratichiamo insieme, che fa piacere a tutti in fondo.

      1. Grande! Mio figlio maggiore ha iniziato a studiare tromba. Io suono il clarinetto, quindi posso aiutarlo col solfeggio e alcuni aspetti, ma quando mi dice “Come si fa il si?” ovviamente non so rispondere, e lui si indispettisce pure 😀

    2. brava, sei la mia eroina!
      noi siamo in 4^ elementare e ancora tengo botta: unico scoglio finora superato è la CQU/CU/QU che faccio fatichina pure io. Secondo me però ai miei tempi (prima elementare iniziata nel 1984) le regole non le dicevano chiare come ora, ma era più “questa parola si scrive con CU e quest’altra con QU” perchè io regole fisse non me le ricordo mica!
      Per il resto, confido di terminare le elementari facendo ancora la figura della sepientona agli occhi di mio figlio…. per le medie non so…

    1. Blosko – Moloúmai – Émolon – Membloka
      Orào – Opso/Opsomai – Eidon/Eidómen -Ofthen/ofthésomai – Ópopa/Ómmai – Oida

      🙂

  6. Che fatica lo studio latino, mai ottenuto più di uno stirato sei. Al momento della richiesta di aiuto dissi che io ero votata alla matematica e papà al latino e italiano. Quando lui era via ripassavano al telefono ed io, angelica, fingevo fosse uno splendido rapporto padre/figlio ….. Inoltre in matematica erano dei genietti è così il mio aiuto si limitava molto …. era più facile che ci mettessimo a giocare con il lego 😁 che non a fare i compiti!

  7. Ho fatto un istituto tecnico in quanto un padre assente e distratto dalla carriera aveva così risolto il problema della terzogenita che arrancava negli studi. I miei fratelli li aveva mandati allo scientifico, io ero la figlia meno intelligente, almeno così mi reputava.
    E così quando all’open day al liceo scientifico le gemelle mi hanno detto: “ma credi che ce la possiamo fare mamma? ho risposto “certo ragazze, con l’impegno e lo studio potete arrivare dove volete, siete intelligenti e brilanti ” :-).

      1. Bellissima risposta e domanda anche intelligente da parte delle ragazze, non nel senso di non reputarsi all’altezza, ma nel senso di essere consce che nella vita tutti possiamo avere dei limiti, ma che è giusto e sacrosanto provare a superarli con l’impegno e la fatica di ogni giorno…

  8. Gesummaria esisteva il duale! Come dormiva sereno nel fondo di otto bauli e ventitré cassetti in essi contenuti chiusi a chiave e con la chiave buttata nel tombino

  9. Anche mia figlia si è iscritta al Classico e io la guardo e la ascolto pensando a che rotta avrebbe preso la mia vita se qualcuno mi avesse sostenuto nel momento della scelta…
    Claudia

  10. Io scelsi di fare il classico di mia spontanea volontà perché detestavo la matematica. Adoravo tutte le materie letterarie e studiai con passione sia il latino che il greco. Di tutto quello che hai citato qui sopra però non ricordo proprio nulla ed è un peccato, grandissimo.

  11. 5 anni di classico, 5 anni a portare avanti ed indietro in bici ed in corriera e a piedi un dizionario extra che non stava nello zaino (a turno italiano, latino, greco, francese). Il giorno che ho sostenuto l’orale dell’esame di maturità ho preso il Rocci (dizionario di greco) e l’ho lanciato fuori dalla finestra. Non si è rotto, sarà un segno del destino

  12. Il Ricci! I miei figli fanno lo scientifico perché sono bravi in matematica, che è un po’ come se avessi partorito dei magici alicorni. Spicciami casa, Ricci.

  13. Altri tempi. Io ho dovuto fare pianti disperati perché volevo fare lo scientifico, che era l’unico che mi sembrava essere interessante. E comunque, allo scientifico mi sono iscritta da sola, compresi moduli e pagamenti. Avevo 13 anni,

      1. Concordo pienamente col fatto che ti sentissi soddisfatta di fare le cose da grandi da sola…è cominciando da queste piccole cose che si cresce e si impara come rapportarsi col mendo esterno alla famiglia, piccoli errori (che possono sempre capitare) compresi…per me era lo stesso!! Altro che recupero dei figli alle medie…

    1. Emanuela. I commenti che ho scritto ieri non sono stati pubblicati, non so perche’.
      Anche io mi sono iscritta da sola allo scientifico: ma mica ci vogliono i genitori per iscriversi a scuola?!
      Non ho dovuto piangere per poter fare lo scientifico (anche se i miei preferivano il classico) ma e’ iniziata una burrascosa battaglia per poter fare fisica all’universita’, che non si e’ mai piu’ conclusa 😀 (manco ora che sono una onesta lavoratrice di concetto 😀 )

      1. Il problema era che ero la più brava della scuola, 10 a latino, Catullo in metrica in terza media… e nessuno capiva come potessi non fare il classico. Ho poi fatto Matematica con grande gioia.

      2. e con cio’?! a maggior ragione se uno e’ bravo in piu’ cose deve poter scegliere quella che gli piace di piu’!
        se avessi dovuto stare ad ascoltare tutti i prof dele materie in cui ero piu’ brava starei ancora frequentando una sfilza di scuole superiori e di universita’ 😀 😀 😀
        mi viene in mente un collega australiano che un giorno a mensa mi ha detto: “mia sorella era bravissima in matematica ma poi ha fatto una maturita’ e una universita’ letterarie e noi in famiglia non ci siamo capacitati!” e io gli ho risposto: “ma scusa non e’ che, perche’ uno e’ bravo in una cosa, debba amarla per forza!”
        anche se a onor del vero il mio prof di inglese diceva: “si ama cio’ che si conosce e si conosce cio’ che si ama”

      3. Ma beate voi! Brave in questo, brave in quello…mi state facendo irritare non poco 🙂 🙂 🙂

      4. senti Rita 😀 con tutte le sfighe che ho e con tutti i difetti che ho
        non puo’ mica sempre piovere: qualcosa di buono ce lo devo avere pure io, no?!
        😛 😛 😛 😛
        (a parte il fatto che la maggior parte delle mie sfighe viene PROPRIO dall’essere stata brava a scuola, ma questo e’ un altro discorso)
        se vuoi ti dico che disegno cosi’ male che non solo ho preso anche 3 in disegno, ma persino il tutor di dottorato mi prendeva per il c…. quando preparavo le lezioni per l’universita’ o le slide per le conferenze (blush)

  14. Sono nella tua stessa situazione non ho mai capito bene greco e latino
    .. Adesso devo aiutare mia figlia che ha scelto questo liceo. . Però a te voglio dire che si vede da come scrivi che hai fatto il classico! Senza nulla togliere agli altri licei

  15. Grazie al cielo hanno inventato il liceo scientifico senza il latino!!!!!! L’anno prossimo ci andrà mio figlio. Che ansia.
    Quest’anno ha deciso di battere la fiacca. Arriverò a giugno stremata.

  16. Elasti, mi candido come sostituta nei ripassi, se potessi ristudierei tutto di nuovo…mi sa però che Trieste è un po’ fuori mano per voi, no? 😉

  17. Elasti ci pensavo ieri sera dopo aver letto tutti i commenti: perche’ non fate come la BANCA DEL TEMPO? Chi ha voglia di ascoltare le desinenze ascolta quelle dei figli di tutti e chi sogna di ripassare la geometria analitica e lo studio di funzione fa anche quella dei figli degli altri!
    Io mi offro per tutto tranne il greco che no lo so

  18. Antonio,V ginnasio, è in crisi esistenziale per il greco.E’ brillante,ironico e gli riesce tutto bene con insolita naturalezza,tutto, tranne il greco che non è una lingua, è una ossessione,dice.’Ti mando Antonio,tu che mastichi questa linguaccia’,dice il padre sconsolato,amico e collega di sempre.Mentre passeggiamo,Antonio,cupo e inabissato nella sua tragedia(greca) dove ha tutti i ruoli,coro compreso ,sussulta:’Ma che bel panorama!’.Gli sussurro che ‘panorama’ deriva da un temibile quanto luminoso verbo greco e da un aggettivo che è anche il nome di un dio,uno dei molti.’Ma servono quelle griglie di verbi,di declinazioni,nomi alla nostra difficile storia?’,dice ridiventando più cupo di prima.Gli rispondo un rischiosissimo sì.E’ troppo giovane per intravedere l’abbagliante ‘panorama’ che quelle griglie fanno balenare.Intanto il suo entusiasmo si accende per una t-shirt blu notte con gli eroi della mitologia greca,armati e determinati.

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