Nonsolomamma

una città spopolata

sabato scorso l’elasti-famiglia è rientrata a casa da bari. nonostante i malanni, gli acciacchi, lo struggimento amoroso dell’adolescente, il ritorno della zia matta in salvador che riempie sempre tutti di malinconia, lo smarrimento dei nonni che hanno visto in dodici ore il loro appartamento all’ottavo piano trasformarsi da tempio del caos a santuario del silenzio, erano tutti felici e grati delle vacanze e pure della loro fine.
per ben due volte elastigirl è riuscita a fuggire a vedere il mare e ha preso un caffè sulla muraglia nel suo bar preferito, con i tavolini al sole e la giacca slacciata. e come ogni volta ha pensato che chi quotidianamente ha di fronte lo spettacolo del mare deve essere fatto di una pasta più lieve e colorata di chi invece abita il grigiume.
“sai perché non potrò mai amare milano?” ha domandato mister i a elastigirl sul volo di ritorno.
“perché?”
“perché a milano manca il popolo”
“non è vero. certo che c’è il popolo a milano”
“sarà. ma non si vede. si nasconde, si confonde, è invisibile… vuoi mettere i pescatori del mercato del pesce a ‘nterra la lanza? o i clienti del barbiere sotto casa dei miei? o la signora che frigge sgagliozze a bari vecchia? o la nonna con i sacchetti che incontri sull’autobus e che attacca bottone in dialetto? quello è il popolo. a milano dov’è? dove si incontra? da nessuna parte perché non c’è. per questo non mi piacerà mai: una città senza popolo è una città orfana”.
subito dopo, torvo, ha scrutato il simbolo dell’alleanza ribelle di guerre stellari che si è fatto tatuare insieme ai suoi fratelli da una signorina pittoresca, forse, nell’accezione di mister i, anche lei appartenente al popolo che a milano non esisterebbe. poi, quando l’aereo ha cominciato la discesa verso linate, lui si è addormentato.

35 pensieri riguardo “una città spopolata

  1. Ma certo che il popolo c’è anche a Milano!
    Tornando da scuola sul tram le vecchiette mi attaccavano certi bottoni, parlando un milanese stretto, che solo grazie agli insegnamenti di mia nonna un po’ comprendevo.
    Bisogna andare un po’ per i vecchi quartieri: Porta Romana, Porta Ticinese, ecc.
    Certo la città s’è trasformata e aperta all’Europa, ma il cuore di un milanese doc o trapiantato lo trovi sempre.

    1. sono d’accordo. per incontrare il popolo a milano è necessario girare a piedi e sui mezzi e darsi un po’ di tempo (tenendo conto che i milanese, importati e doc, sono un po’ più chiusi). cose che credo mister i non riesca a fare. lui vive milano un po’ mordi e fuggi.

      1. Concordo. Milano secondo me – che sono originaria di Palermo e quindi il mare, il clima etc. – è una città a misura d’uomo: raggiungi la parte opposta della città in mezz’ora, hai tutto quello che ti serve a portata di mano, è pulita, efficiente e multietnica. Forse non ci saranno più tanti milanesi doc ma di popolo ce n’è quanto ne vuoi di tutte le etnie.

  2. Pescatori a parte, che a Milano immagino sia difficile trovare, anche a Milano il popolo c’è. Solo che è un popolo milanese e non barese, e forse è questo che per Mr I. fa la differenza

    1. A dire il vero, anche a Milano ci sono i pescatori: basta andare al mattino sul naviglio Martesana, dalla parte verso via Padova, per vedere dei vecchietti con le canne da pesca e il retino… 🙂

  3. Che tristezza sentire queste affermazioni da chi vive a Milano da tempo e che per 6 mesi circa all’anno vive a Londra…significa che con moglie e figli milanesi (almeno a metà, ma comunque immersi nella quotidianità milanese) ancora non si sente parte della città? Oppure è un partito preso? Comunque, a me fa tristezza e anche un po’ rabbia…

    1. è un’antica diatriba tra me e lui. sono 23 anni che frequenta milano e ancora non ha la più pallida idea della toponomastica. ha una specie di rifiuto. e ovviamente mi fa arrabbiare a a volte discutiamo ma purtroppo lui ha delle rigidità che sono difficili da scalfire. però anche molti pregi che compensano…

      1. prova a fargli fare le gite del touring club (almeno uno di voi due deve essere socio). due o tre ore la mattina, di solito di domenica, a piedi, a vedere luoghi e strade o chiese ecc. bellissimo e scopri (o, nel mio caso, riscopri) una milano bella, viva, piena di storia affascinante

  4. Io invece mi emoziono ascoltando Nanni Svampa, insegno alle mie figlie a fare il risotto giallo, la cotoletta, l’ossobuco e i mondeghili, ad apprezzare il panettone, a sentire come loro i navigli, i vicoli della vecchia Milano, Brera e la cascina del parco del Ticinello. Insegno loro qualche parola in dialetto e penso che il vero milanese è una persona dal cuore aperto come la città.

    1. Il popolo di Milano ha un grande cuore….forse è meno immediato che a Bari, ma il Milanese vero ama la sua città e sa dare tanto (anche se si trova in fredde terre svedesi!)

  5. Posso dire che concordo con Mister I? Un conoscente torinese trasferito a Milano che la ama alla follia dice che nel mio profondo Nord Est abbiamo tempi troppo lenti e che non ci vivrebbe mai. Per me vale l’opposto perché a Milano io il cuore ed “il popolo” proprio non riesco a trovarli.
    Adoro i Gufi e lo Svampa che cita Fefo, ma il popolo… eh… forse c’era ma adesso secondo me non c’è più.

  6. io sto in periferia ma ce l’ho la nonnina coi sacchetti della spesa che ti attacca bottone quando ti incontra
    diglielo a mr i, che forse è lui che non è capace di notarlo, il popolo!

  7. Mi spiace sempre sentire questi commenti sui milanesi, io milanese da generazioni sono molto socievole bè attacco bottone con tutti anche con le persone sui mezzi pubblici. Mi sento sempre dire che sono anomala ma non lo accetto perché non siamo tutti uguali. Ovviamente anche a me piacerebbe abitare al mare ma Milano rimarrà sempre la mia splendida Milano.

  8. questi discorsi li ho sempre sentiti da parte dei miei colleghi universitari del sud sulle città del nord. Io bergamasca doc glielo ho spiegato che non è vero, ma niente, sembra che il cuore e il popolo sia solo da loro. (poi, quando li ho portati a visitare la mia città si sono ricreduti tutti.)

  9. Ma vi rendete conto di quanto posso essere arrabbiata e invidiosa dell’ottima organizzazione e vivibilità di Milano io che vivo a Roma (e la amo tantissimo)? Purtroppo, a quanto dite, Milano migliora sempre, invece Roma sta peggiorando. Insomma, consola Mister I …poteva andargli peggio.

  10. a mr. i farebbe bene conoscere mio padre, marxista milanese doc trapiantato a venezia (dove abbiamo il mare ma effettivamente il popolo scema ogni giorno di pu’). ogni volta che passiamo per milano mi racconta di quelle storie sulla sinistra extraparlamentare e i movimenti che a bari se le sognano, con rispetto parlando.

  11. Io che abito a Milano da pochi anni, io che nella mia vita avevo detto che ovunque avrei vissuto tranne a Milano…ho imparato ad amarla. E la amo soprattutto quando penso a tutta quell’aria di infinito e di possibilita’ che si respira e che soprattutto mia figlia quando sara’ grande respirera’… . Io purtoppo abito in periferia, lavoro tanto e faccio fatica a viverla come vorrei…

  12. Da ligure sposata con un pugliese nato in Liguria, già studentessa a Genova e ora residente in un paesino a 8 km dal mare, non posso fare altro che concordare sia con te, Elasti, sia con Mister I!

  13. È solo una questione di “mentalità”. Io, nata e cresciuta in provincia di Taranto, a 18 anni sono fuggita allegramente a Firenze, dove ho trovato casa, lavoro, amore. E dopo un anno avevo già preso la parlata toscana. Di cui mio papà, orgogliosissimo pugliese doc come mr I, ancora non si capacita e si commuove se faccio una battuta in dialetto. Il popolo qui c’è, come in Puglia, ma c’è anche una città che funziona. E questo, laggiù, a volte si a volte no

  14. Io sono d’accordo con Mister I e lo dico e lo ripeto da quando venni a vivere a Milano la prima volta, 1999! 😦
    Io mi trovo MALISSIMO a Milano e trovo proprio che non abbia un popolo. La gente e’ chiusa e detesta ogni non-milanese di un odio piatto e ignavo, quieto e che non fa rumore. Ma rende il milanese un muro di gomma come la sua nebbia.
    Io ho vissuto a Treviso, Padova, Milano, Bologna, Parigi, Oxford. In NESSUN posto mi sono sentita sola, in nessun posto ho avuto difficolta’ a farmi amici, tranne a Milano.
    Percarita’: adesso vivo qui, ho comprato casa qui, ci sto anche bene… ma solo perche’ sono talmente occupata, preoccupata e stanca da non potermi permettere una vita sociale e quindi non sentirne la mancanza.
    Massima solidarieta’ con Mister I

  15. E io, invece, da 1 anno vivo a Bari. Non ho conosciuto nessuno, se non i colleghi in ufficio. Mi è stato dato il solito, vecchio, stantio suggerimento: iscriviti in palestra. Ora, a parte il fatto che a me la palestra non piace, mi ci sono pure iscritta. Conoscenze zero. E’ una città in cui se non sei inserito grazie ai soliti circoli (scuole superiori, università et similia) sei tagliato fuori. Io non sono mai stata così sola come nell’ultimo anno e ho vissuto 1 anno e mezzo a Londra, città che non si contraddistingue per calore umano. Non mi sono mai sentita così straniera, come nel 2017, a Bari. Ci sarà pure il popolo, ma è un popolo chiuso in se stesso

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