Nonsolomamma

posso toccarti?

le estati scorse nella città di A in massachusetts elastigirl frequentava il centro sportivo universitario e lì si dedicava, insieme a creature di alcuni decenni più giovani di lei, ad attività estreme quali insanity workout, cardio kickboxing e zumba fitness. poi un anno fa, proprio nel corso di una di queste pratiche sfiancanti e dissennate, si fece male e dovette fermarsi. ma poiché lei è una creatura inquieta e ipercinetica, la prospettiva dell’inattività la terrorizzò e, forzando una natura materiale ed estranea alla spiritualità, iniziò a seguire le lezioni di yoga. e decise che, malgrado non le somigliassero granché, le facevano molto bene, purché richiedessero una buona dose di fatica e sudore.
tornata a milano, si è iscritta a una scuola di ashtanga yoga e ha trovato, se non l’amore, una sua buona approssimazione e soprattutto un’insegnante laica e meravigliosa che non parla di flussi energetici e di armonia universale.
quest’anno ad A, una bolla fricchettona con il più alto rapporto di insegnati di yoga per abitante nel mondo, elastigirl ha pensato che forse era pronta per abbandonare il recreation center e i suoi insane workout e iscriversi allo yoga center locale, che si descrive come un “santuario per l’esplorazione interiore ed esteriore della natura della libertà, dell’unità umana e dell’espansione della consapevolezza” che in verità non sono concetti cristallini ma nella vita bisogna anche fare qualche concessione all’ignoto.
così stamane, armata del suo tappetino, si è presentata per la sua prima lezione di embodyflow con corinne, senza avere la più pallida idea di cosa la aspettasse.
“sei un’insegnante?” le ha chiesto una signorina al banco.
“no, sono solo un’allieva” ha risposto elastigirl, illudendosi che la giovinetta fosse stata tratta in inganno dal corpo tonico e flessuoso della straniera e realizzando solo dopo che in realtà dalla sua posizione dietro il banco, la tizia al massimo riusciva a vederle la testa e parte del collo.
“non devi dire mai SOLO un’allieva” l’ha redarguita la signorina.
corinne è bellissima. parla di spirito, di preghiera, di gratitudine, di fede, di cielo, di terra, di amore, di flussi, di umiltà e di altri misteri intangibili che l’elasti-cervello censura preventivamente.
però tutti sorridono e sono gentili. un po’ si suda. e poi a ogni allievo viene dato un cartellino rotondo double face con una scritta: “vuoi essere toccato?” sul lato giallo c’è scritto “yes, please” su quello verde “no, thank you”. e niente, a lei è sembrata una cosa piuttosto rispettosa.

12 pensieri riguardo “posso toccarti?

  1. “[…]e di altri misteri intangibili che l’elasti-cervello censura preventivamente.”
    E’ stupendo. Una mia amica poco spirituale ha preso l’abilitazione per insegnare yoga, e penso che lei sia l’unica persona con cui mi azzarderei a provare lo yoga. Se mai qualcuno si mettesse a parlarmi di spirito, occhi interiori, universo e flussi di energia scoppierei a ridere come una scema.

    1. una mia amica (ingegnere pure lei) al “immaginati l’infinito…” stava per chiedere “di che ordine?” (pensando alla definizione matematica di “infinito”) 😀

    1. forse durante le lezioni, quando la maestra passa per correggere le posizioni…
      almeno la mia maestra di yoga faceva così, ma toccava con grazia, senza chiedere permesso.

  2. vorrei uno di questi cartellini, la mattina mentre faccio colazione, che come dico sempre è un fatto privato, con su scritto: “posso parlarti?” sul lato giallo c’è scritto “sì” su quello verde “no”.

  3. Scusate, solo a me sembra più immediato mettere lo yes, please sul verde e il no, thank you sul giallo? Io così faccio confusione…. 🙂

  4. La faccenda del cartellino mi pare un po’ esagerata.
    Capisco che a prima vista possa sembrare un cosa apprezzabile, ma leggendola da un altro punto di vista… davvero viviamo in una società dove siamo talmente disabituati o ineducati o impauriti dal contatto fisico da dover fare uso di cartellini?
    Premetto che sono la persona meno spiritual-energetica-flussouniversalistica del mondo.
    Ma lavoro a contatto con le persone, bambini, adolescenti e adulti, e riscontro situazioni molto discordanti:
    – bambini incapaci di gestire e controllare il loro stesso corpo e di approcciarsi al corpo altrui senza aggressività, senza alzare le mani, senza malizia, senza fare male.
    – bambini e adolescenti cresciuti in una tale mancanza di educazione alla fisicità che vanno in panico quando semplicemente gli si chiede di fare un cerchio prendendosi per mano, di parlare guardando l’altro negli occhi, di fare un gioco che preveda di toccare l’altro sulla spalla. E che magari, quando sono più grandi (ma nemmeno tanto… già a 12-13 anni) si approcciano alla sessualità attiva (intesa come rapporti sessuali più o meno completi) senza nemmeno rendersi conto di ciò che stanno facendo.
    – Adulti impacciati nei propri corpi, rigidi come pali, incapaci anche solo di ridere a crepapelle, di abbracciare una persona. O prigionieri dei modelli fisici imposti dalla pubblicità, che si sentono nudi senza il trucco perfetto, senza l’abbronzatura impeccabile, fragilissimi sotto l’apparente perfezione.

    Davvero c’è un livello di paura tale nei confronti del corpo dell’altro?
    Davvero la diffidenza ci porta a non fidarci nemmeno che un professionista nello svolgimento del suo lavoro (se vale per un insegnante di yoga allora vale anche per uno di ginnastica o di danza o di tennis, un fisioterapista, un preparatore atletico) intervenga per correggere la nostra postura?

    Boh… sono un po’ di riflessioni… non so se mi sono spiegata bene, è un po’ difficile da dire a parole…

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