Nonsolomamma

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la ricerca della ragazza o del ragazzo alla pari dei sogni prosegue con alterne fortune. per la prima volta nell’elasti-storia si sono proposti candidati maschi e questa è certamente una novità a cui guardare con entusiasmo e curiosità. tuttavia non basta appartenere al genere meno battuto, e pertanto potenzialmente più interessante, per rappresentare automaticamente un esemplare degno di considerazione.
il candidato in questione ha 23 anni, è amico di conoscenti della città di A, vive in connecticut e ha scritto un articolato messaggio condito di superlativi assoluti e della comunicazione che frequenterà un master in finanza a milano per l’intero anno scolastico, il che renderebbe la sua presenza nell’elasticasa “una soluzione ideale per tutti”.
il colloquio è avvenuto via skype.
lui, che per comodità chiameremo waldo, è un ragazzo prestante dalla mascella volitiva, piuttosto rappresentativo di una certa gioventù locale atletica e in salute.
per l’intera conversazione guarda fisso e compiaciuto la propria immagine nello schermo, aggiustandosi di tanto in tanto le chiome, mentre non degna di alcuna attenzione elastigirl e mister i che hanno l’impressione di parlare a vuoto.
mister i dà segni di nervosismo. lei invece prosegue imperterrita e racconta il funzionamento dell’elasti-famiglia con il maggiore entusiasmo possibile.
lui sbadiglia, si alza, si sposta, si gira, torna a guardarsi negli occhi.
“sai, waldo, una cosa che un po’ mi preoccupa è che, poiché vieni per fare un master, tu non sia particolarmente interessato all’esperienza in famiglia e a creare un legame con i nostri figli. temo che tu venga da noi solo per risparmiare su vitto e alloggio e ritrovarti in tasca qualche soldo… ora, io sono convinta che le cose siano compatibili ma vorrei essere rassicurata sulla tua motivazione…”
lui emette un suono gutturale e si aggiusta la frangia. mister i si agita sulla sedia.
“hai qualche restrizione alimentare?”, prosegue elastigirl.
“sono vegano”
“ah… ok. avresti problemi a preparare un pasto non vegano per sneddu?”
“dipende”
mister i ha la faccia di uno che sbatterebbe volentieri la testa contro il muro.
“hai mai avuto esperienze con bambini?”
waldo tace come se non avesse capito la parola “bambini”, poi spiega che in effetti ci sono amici dei suoi genitori che hanno dei figli piccoli e lui qualche volta li ha incontrati.
mister i fa segno a elastigirl di tagliare.
avanti il prossimo.

11 pensieri riguardo “next

  1. Ti dico solo che ho messo un annuncio per cercare una babysitter, e ricevo molti messaggi di questo tipo: “Questo è il mio numero. CHIAMAMI E INCONTRIAMOCI”. Il tutto senza presentarsi, dire nome, età, esperienza….
    Comunque sì, avanti il prossimo….

    1. Io invece ho l’esperienza opposta come baby sitter in America. Ci vivo da tempo e devo dire che i genitori qui sono più “sciallo” di quelli italiani. Ma certe volte arrivano proprio al menefreghismo. Non sai quanti genitori mi fanno entrare in casa per la prima volta, mi piazzano bambini (una volta una neonata di 15 giorni) in braccio e se ne vanno per ore. Qui sono io che devo dire “ehi, questa è la mia esperienza, queste sono le referenze, parlami della tua famiglia”.

  2. Come au pair in effetti non sembra il massimo, ma se l’aveste scelto sarebbe stata una fucina incontenibile di aneddoti che avremmo gustato con piacere. Peccato😂

  3. Che ridere! Volevo scrivere esattamente quello che ha scritto hermione! Hai fatto la scelta giusta per la tua famiglia…ma non hai pensato a noi: ci sarebbe stato da sbellicarsi!
    Avanti il prossimo!

  4. Anch’io in passato ho avuto molte au pair e talvolta le interviste sono divertenti: una ragazza mi ha detto orgogliosamente che non era ancora mai stata in prigione!

  5. E questo ragazzo si é candidato come “au pair”……avendo incontrato dei bambini qualche volta nella sua vita……???☺☺☺

  6. Con Waldo e il suo master in finanza sai i compiti di matematica come sarebbero venuti facili!
    Scherzi a parte, stare con i bambini è un’esperienza che ti cambia. Anni e anni di au pair e babysitteraggio e se penso a tutti i miei nanerottoli il cuore mi ballonzola un po’.

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