sul ponte di brooklyn c’è una pista sopraelevata divisa in due corsie, una per per i pedoni e una per le bici, divise da una linea bianca. i pedoni sono milioni, le bici molte meno. così i pedoni a volte invadono lo spazio e delle bici e i ciclisti si infuriano. e mister i dice “hanno ragione. io a quelli che non rispettano la regole darei mazzate” perché si può essere economisti marxisti, maniaci dell’ordine e intolleranti in un solo corpo.
in un parco a chinatown ci sono dei signori e delle signore, rigorosamente separati per genere, che giocano a carte su tavoli di marmo. mister i ha raccontato che quando era piccolo suo nonno lo portava a spasso “a piazza garibaldi” a bari (il perché a bari si abusi della preposizione ‘a’ anche laddove l’italiano ne richiederebbe altre – vado a via sparano, alla nonna etc… – è argomento che non merita di essere affrontato a new york) e anche lì c’erano signori che giocavano a carte ma suo nonno li guardava con una certa diffidenza perché considerava disdicevole giocare a carte in mezzo alla strada di giorno. “e comunque qui a chinatown copiano a noi, di bari”, ha concluso (notare ancora l’uso della preposizione preferita).
a little italy un uomo con la barba bianca a torso nudo srotola un manifesto-bandiera di san gennaro fuori dalla sua finestra. lo fa con grande cura, fissando i bordi con mille graffette. ogni tanto saluta qualcuno di sotto. una volta che san gennaro fa bella mostra di sé, fa lo stesso lavoro con la bandiera italiana e poi di nuovo con quella americana. nella passione che ci mette c’è della poesia di cui non tutti si accorgono.
a nolita c’è un negozio di cosmetici di una marca americana piuttosto nota. “mamma, mi ricompri il burro di cacao che mi aveva regalato la mia principessa del tennessee e che tu e tuo marito sciagurati avete infilato nell’asciugatrice provocandone lo scioglimento istantaneo?”
“in verità il burro di cacao lo avevi scordato nei pantaloni. per questo è finito nella lavatrice e poi nell’asciugatrice trasformandosi in un budino”
“allora me lo ricompri o no?”
“sì… ma costa dieci dollari! è una follia per un burro di cacao!”
“la principessa del tennesse non bada a spese per me. mica come te”
a soho elastigirl ha comprato una gonnellina. mister i è rimasto fuori ad aspettare mentre gli hobbit l’hanno accompagnata in camerino e le hanno fornito una appassionata consulenza (“mamma, sembra la gonna di una hostess” “mamma sei molto sexy” “mamma, comprane due”)
al lower east village c’è il tenement museum in cui è ricostruita una palazzina abitata da famiglie di immigrati nei primi del ‘900. si viene catapultati a casa di una di loro, in un viaggio all’indietro nel tempo. l’elasti-famiglia ha incontrato victoria confino, 14enne ebrea sefardita arrivata nel 1911 dalla grecia, vissuta veramente in quel posto. l’attrice che impersonava victoria era così credibile che dopo un po’ c’era solo lei, con il suo bizzarro accento, i suoi modi antichi e la sua timidezza di ragazzina quasi analfabeta. una magistrale interpretazione, un viaggio nel passato, l’ennesimo transfert ai giorni nostri in una storia che si ripete soprattutto negli errori.
mister i sostiene che il sistema di trasporti newyorkese faccia schifo, mica come quello di londra che è sublime. quando viaggia e non solo, soffre di un disturbo della personalità che lo porta a interpretare senza soluzione di continuità il barese greve e campanilista e l’inglese sussiegoso e colonialista.
nel frattempo sneddu ha deciso che da grande farà l’hacker mentre sulla high line, che è una splendida seppur affollata passeggiata sopraelevata a chelsea, ricavata da una ferrovia in disuso, un signore elegantissimo con la kippah degli ebrei osservanti corre su e giù come un pazzo guardando il suo smartphone. insegue pokémon.
Grazie, per la storia delle storie di New York, vecchie e nuove, si riflette e si sorride.
Forse c’è ancora una,bella esposizione di opere d arte a central park.forse. buona giornata!!!!
La high line è incantevole perché trovo misterioso questo affaccio sui palazzi e strade che pare si possano toccare. Condivido il pensiero che le regole vadano rispettate da tutti, penso che le regole possano essere cambiate democraticamente, cioè dalla maggioranza di una opinione pubblica attenta ai processi di democrazia, che pallosa ma faccio fatica a sintetizzare pensieri. 🤗
Mio nonno, in una piccola isola una volta italiana oggi croata che si chiama Lussinpiccolo, la domenica pomeriggio andava a giocare a carte con gli amici sulla terrazza di un ristorante e mia nonna gli faceva indossare il vestito buono, di norma lo stesso che aveva usato per andare a Messa quella mattina, per fargli fare bella figura in modo che nessuno potesse dire che lei era una moglie disattenta o negligente…ogni volta che ci penso mi viene da sorridere…litigavano come cane e gatto dalla mattina alla sera, ma si volevano bene e in un anno e mezzo i miei nonnini adorati se ne sono andati tutti e due….
Il barese e il colonialista😂😂😂
Mi parte Elasti per gli States e mi torna una hostess sexy e pure in duplice copia, mah!
poi glielo hai comprato il burro cacao?