Nonsolomamma

dress code per uno yacht

andare in giro come trottole a presentare un libro è di certo un privilegio di cui ogni autore dovrebbe essere grato. tuttavia è anche un’attività faticosa, soprattutto se, oltre al cosiddetto booktour, l’autore ha anche un lavoro prima dell’alba, una famiglia articolata e un animo da chioccia domestica che si nutre di divano ben più che di palchi.
nina sente negli ultimi cinque mesi è stato presentato in oltre 30 luoghi tra librerie, biblioteche, carceri, scuole e festival in tutta italia. elastigirl, come direbbe forrest gump, è un po’ stanchina e vorrebbe fermarsi. siccome tuttavia spesso non è semplice o sensato o gentile declinare un invito, lei ha deciso che in questi ultimi viaggi, laddove è possibile, prova a portarsi uno hobbit.
pertanto lo scorso fine settimana, a viareggio e a pistoia, è andata con il medio.
e lui, ammirando le barche, al porticciolo di viareggio le ha spiegato il dress code per “andare per bene su uno yacht: mutande bianche, calze bianche, camicia bianca, cintura bianca, pantaloni bianchi e farfallino bianco” e le ha promesso che quando sarà ricco gliene regalerà uno “così tamarro e così grande che dentro avrà la sala cinema e la sala massaggi”. insieme hanno camminato la mattina prestissimo su una spiaggia deserta, hanno esplorato increduli la meraviglia del centro storico di pistoia, sono rimasti incantati in un bed&breakfast che sembrava un’antica casa di bambole, hanno comprato tantissima focaccia e hanno affittato in pineta un go kart sidecar per cui una pedalava e l’altro mangiava focaccia e viceversa. hanno conosciuto libraie fantastiche e lettori pieni di affetto. hanno avuto la ridarella e hanno fatto le parole crociate su un treno affollatissimo. le mattine si sono svegliati all’alba e le sere sono morti di sonno.
e alla fine quelle 48 ore sono state soprattutto pura, estenuante e pazza felicità.

12 pensieri riguardo “dress code per uno yacht

  1. Mi commuove sapere che sei stata a Pistoia. ho vissuto in questa placida e bella cittadina per quasi 30 anni, città che rivela la sua bellezza e storia poco alla volta. immigrata dalla Sardegna, sono stata costretta per motivi familiari a rientrare nell’isola ma è stato difficile. Ti voglio bene. Rosa

  2. ecco, ora che so che avrei potuto conoscere lo hobbit di mezzo, oltre che te personalmente, dopo anni che vi seguo sul blog e che conosco tutta la storia della vostra famiglia, e che ho visto crescere attraverso il blog (e sneddu anche nascere) i tuoi figli… sono ancora più dispiaciuta di non essere potuta venire alla lettera 22 a Viareggio alla presentazione del tuo libro…. avevo tanto aspettato… finalmente venivi nella mia città… mi ero segnata la data sulla lavagnetta in cucina, sull’agenda e sul calendario in ufficio… poi un impegno mi ha tenuto a scuola fino a tardi e quindi non ce l’ho fatta…. mannaggia… 😦 tornerai in toscana? spero di si…

  3. Cara Claudia, la ringrazio per le belle parole lasciate sul mio album dei ricordi. Sono Anna la proprietaria dell’antica casa di bambole, mi piace molto come ha definito la mia casa.
    domani andrò a les bouchinistes a comprare il suo libro per conoscerla meglio, le mie amiche che erano presenti sono entusiaste di lei.
    Io lo sono già a prescindere, mi rammarico di non averlo autografato, ma sono sicura non mancherà occasione. Grazie❤

  4. Ma noooo…Ho appena scoperto che oggi sarai a Trieste e io non posso venire a conoscerti causa lezione di nuoto della cucciola……ma uffa!!!! Spero che apprezzerai la mia bellissima città e che vengano a sentirti un sacco di persone…buon divertimento!!! c’è anche una bellissima giornata…. 🙂

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