il ragazzo alla pari capitato in sorte all’elasti-famiglia è fantastico. è simpatico, divertente, discreto, di buon umore, beneducato e ha insegnato un sacco di giochi a sneddu. mangia qualsiasi cosa (in grandi quantità) e lava i piatti compulsivamente. quando non ci sono piatti da lavare, svuota la lavastoviglie. da grande vuole diventare un economista marxista, come mister i, a cui somiglia fisicamente in modo inquietante, con 25 anni di meno.
qualche giorno fa lo ha avvicinato.
“quando hai un momento devo parlarti” gli ha detto con aria cospiratoria.
mister i e il suo pessimismo cosmico si sono precipitati da elastigirl.
“che cosa avete combinato a quel povero ragazzo che mò mi deve parlare???” ha domandato, trasfigurato dall’angoscia.
“niente! non abbiamo combinato proprio niente!”
“seee, belli a voi! come minimo quello mi dice che è stufo di voi e se ne vuole andare!”
“a parte che potrebbe essere stufo pure di te. ma in realtà mi sembra contento…”
mister i ha ipotizzato un’emergenza familiare o amorosa o universitaria. ha immaginato la noia, l’insofferenza, la nostalgia. ha temuto un ammutinamento, una crisi esistenziale, il loro primo caso di abbandono in corso d’opera da parte di un au pair, la tragedia incombente.
“forse la cosa migliore è parlargli il prima possibile così ci togliamo ogni dubbio”
“buona idea”.
così, mister i e la meravigliosa creatura alla pari si sono chiusi in cucina, cinque, dieci, venti minuti, un’ora intera.
“allora?”
“no, niente” ha risposto mister i. “voleva parlare dell’intensificazione del lavoro nella teoria marxista”.