sneddu vende i suoi segreti per denaro al ragazzo alla pari.
il medio con i suoi tredici anni è sempre più sfuggente e sghembo e assente e chi lo sa come sta, se è contento o triste, se si trova o si perde, cosa pensa dietro quello sguardo rotondo.
il grande si gioca un intero anno scolastico in una manciata di giorni e alterna momenti di studio matto e disperato a momenti di sciatteria e colpevoli latitanze. l’unica costante è l’adorabile compagna M, con cui condivide chiacchiere, ripassi, risate, pranzi, pomeriggi, sospiri, pensieri e probabilmente molto altro che non serve conoscere. guardarli mette molta allegria. e l’arduo ma indispensabile ruolo materno di gendarme pesa ancora di più al cospetto di tanta felicità.
il ragazzo alla pari sguazza sempre più a suo agio in questa casa dominata dal testosterone e da una certa maschia irresponsabilità.
mister i è partito tempo fa e non si sa bene quando farà ritorno. fa chiamate molto affettuose. ma non bastano.
lei, elastigirl, è inghiottita da saggi e feste di fine anno, visite mediche di routine proprie e degli hobbit, piccole e necessarie incombenze che le impediscono di concentrarsi sul lavoro, i progetti, il futuro prossimo. ha sonno ed è un po’ disorientata. perché l’adolescenza dei figli fa questo a volte: non ti affranca ma ti abbandona a te stessa, senza bussola.
“non ti affranca ma ti abbandona a te stessa” ogni volta che riesci a esprimere quello che io sento mi impressioni! in positivo, ovviamente!! 🙂
Suvvia non credo proprio che tu possa perdere la bussola.
L’adolescenza è un periodo tumultuoso ma affascinante.
Soprattutto quando l’hai già passato.
Vivere tratti della propria esistenza senza bussola non è poi così negativo, ma bisogna accoglierlo trascendendosi. Spesso il decentramento è l’effetto inevitabile di chi, ormai naturalmente disposto ad “intus legere”, vive l’esperienza, tremenda e affascinante insieme del discernimento. Quanto difficile è poi il discernimento di una madre che non può naturalmente riflettere su se stessa se non lo ha fatto prima sui suoi figli. La madre sceglie quotidianamente, osservando i frutti del suo grembo, di viaggiare insieme a loro, anche di nascosto, e questo viaggio è sempre, simultaneamente, bellissimo e terrificante, destabilizzante. Ma non potrebbe che essere così, perché, come scrive bene Vincenzo Consolo, “solo i poeti, i fanciulli e i re possono affrontare gli assoluti, immergersi, naufragare nell’infinito mare dell’esistenza”.
che parole bellissime. grazie
💛
Ti rendi conto vero che la lontananza di mister i ti regala una libertà e complicità con la figliolanza fantastiche?
si, me ne rendo conto e sono grata alla nostra complicità che però in questo periodo non sempre è facile con tutti e tre e ogni tanto ho dei dubbi su cosa dire, fare, pensare e mi manca lui accanto
In ogni caso sei fantastica
Comunque se non ci fossi, bisognerebbe inventarti… grazie sempre di esserci e di condividere cosi’ lucidamente e intimamente. Riconoscersi fa sentire meno soli.
Ti rendi conto vero che la lontananza di mister i ti regala una libertà e complicità con la figliolanza fantastiche?
Ora ne capisco il valore anch’io… delle assenze intendo… far funzionare tutto a 5 è ancora più complesso
Quando è passato tutto, non ricordi più l’ansia e il disorientamento. Io dopo anni ringrazio il cielo che i miei ragazzi ora sono in grado di camminare nel mondo.
Come ti capisco… ancora e sempre nella stessa barca coi miei tre maschi e un marito ipocondriaco… le trovano tutte per sfuggite alle responsabilità… l’anno scorso sono crollata, ma crollata davvero, inghiottita da questo senso di solitudine… poi mi sono ripresa… e ogni tanto mi sembra che il buco nero sia ancora lì ad aspettarmi di nuovo e ancora e ancora in un eterno tira e molla tra resistere e andare avanti e cedere e abbandonarsi allo sconforto… Grandi gioie e grandi dolori ma nessuno con cui condividerli davvero e profondamente come il mio animo richiederebbe… Non lasciare la porta aperta, perché quando il senso di frustrazione prende il sopravvento poi è davvero difficile fare ritorno😥 Amo la mia famiglia, ma di rado mi sento all’altezza di tutto ciò vhe mi accade intorno… Mi sento Davide e loro sono Golia… un duello… senza fine però… troppo testosterone davvero… In tutto questo però ho sviluppato un grande senso di appartenenza alla mia specie estrogena… sognavo di poter rinascere maschio ma ora sono orgogliosa del mio essere donna, fonte inesauribile di creatività ed energie nascoste. Andiamo avanti e tiriamo fuori il nostro sorriso migliore. Un abbraccio infinito😘
un abbraccio a te, sorella!
Cara Elasti… si chiama maggio… poi passa!!!
Per fortuna passa!! Il mio Maggio di quest’anno è incredibile, superaffollato e tumultuoso…e ho una figlia sola!!! 😀
Ma l’elasti marito non poteva prendersi un lungo periodo di aspettativa..,???non di certo per lavorare nei villaggi turistici…😊come suggerito dal figlioletto😊