Nonsolomamma

la madre di tutte le lingue

mister i soffre di gravi complessi di superiorità. è convinto di essere il miglior padre e il miglior marito del mondo. si crede sempre nel giusto e per questo non chiede mai scusa. sostiene di essere l’unico essere vivente a sapere lavare i piatti, piegare i vestiti, rifare i letti, gestire una casa (e non ci sono motivi per non lasciarglielo credere). ma soprattutto lui ritiene di appartenere alla migliore delle civiltà terrestri: quella barese.
per lui bari è il posto più incantevole del pianeta. ha il popolo più evoluto, l’umorismo più arguto, la cucina più gustosa e varia, i pensatori più illuminati, le tradizioni più preziose. ma ciò che, secondo mister i, rende quella barese la culla di tutte le civiltà, è la lingua.
l’altra mattina nella città di A in massachusetts, facendo colazione a base di cereali croccanti al gusto “acero e noci” annegati in un latte probabilmente addizionato di ormoni, antibiotici, vitamine a caso e ferro a volontà, lui ha esposto la cosiddetta teoria fine del mondo, quella che mette a tacere ogni diatriba linguistica sull’origine del nostro parlare.
“le lingue indoeuropee hanno tutte una radice comune”
“e quale sarebbe?”
“la tua domanda mi soprende, elasti. ma mi dà anche l’occasione per mettere un punto definitivo: dal barese. in altre parole le lingue indoeuropee derivano tutte dal barese”
“ah”
“è inutile che fai quella faccia… è un dato inconfutabile”
“buon per voi. quindi il barese è la madre di tutte le lingue che parliamo in europa e anche in parte dell’asia…”
“esattamente. c’è ancora un dibattito aperto sull’origine del basco e delle lingue ugrofinniche”
“quelle non derivano dal barese?”
“probabilmente no. si pensa che derivino dal leccese”.

17 pensieri riguardo “la madre di tutte le lingue

  1. Tenera vanagloria, sono comprensiva perché il marito non è mio. Un abbraccio. Ps il mio datore di lavoro era Barese trapiantato a Pistoia, grande imprenditore e uomo ma anche lui un pò vanaglorioso. Deve essere il clima

  2. Problema: se oggi come oggi dici a un leccese “mitä kuuluu” (come stai, in finlandese) o “katso merta” (guarda il mare), questo si dimentica delle radici del ceppo ungrofinnico e ti schiaffeggia.

      1. In effetti, da leccese, se mi dicono katso merta ci resto un po’ male. Che poi, vedendo le tue stories Elasti, mi chiedevo come mai Mr I dopo tanti anni a Milano conservi ancora la cadenza barese, cosa che non succede ai miei amici leccesi trapiantati a Milano e provincia. Forse Mr I da fine linguista saprà spiegarcelo.

      2. @hermione: credo sia una scelta. lui a londra ha preso un accento londinese da eastender da far invidia ai tassisti. quando abitava a siena aveva preso l’accento di lì. il milanese non gli piace così come non gli piace la città. quindi rimarca la differenza mantenendo integro il suo accento barese

  3. Cara mammina il falso mito della ipotetica lingua indoeuropea è stato inventato secoli fa da linguisti tedeschi anche ai fini di superiorità razziale.
    La realtà, come ha ampiamente dimostrato Giovanni Semerano, è bel diversa.
    Perché quindi deludere il mito barese di tuo marito?
    Ricordo che il mio amico psichiatra, Terlizzino, ripeteva il detto ” Se Parigi avesse lu mari sarebbe una piccola Bari “.
    Tu, donna forte, pilastro della famiglia, devi concedergli qualche illusione.

  4. Ma ammettilo che questa teoria la conoscevi già e gli hai solo dato un’occasione in più per esprimersi: ricordo perfettamente che il barese sarebbe diventato, secondo Mr I, il nuovo Esperanto (e forse ci aveva trovato qualche attinenza) 🤔😂

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