Nonsolomamma

un treno per nizza

per andare a nizza dalla città di A si prende il treno. ce ne sono quattro all’ora. bisogna solo salire su quello che va nella direzione giusta, a est, altrimenti è un pasticcio.
“quindi andiamo? noi due da soli?”
gli hobbit minori erano in gita con la scuola. il grande, in uno slancio commovente e irreprimibile, aveva chiesto di stare a casa a studiare greco.
così elastigirl e mister i hanno deciso di partire, da soli, con il treno, per un giorno intero.
“eddai, dammi la mano!”
“e se poi passa una signorina francese che si vuole fidanzare con me, cosa pensa?”
“me ne frego di cosa pensano le signorine francesi che si vogliono fidanzare con te, sempre che esistano veramente. dammi la mano e basta”.
così, mano nella mano in barba alle signorine francesi e pure ai signori francesi, sono andati al museo di chagall che è l’unico museo del paese creato quando l’artista era ancora vivo. e si sono commossi e innamorati di fronte alla poesia di un artista che dedicò un dipinto bellissimo alla moglie, scrivendole “a vava ma femme, ma joie et mon allegresse”.
poi si sono persi nella città vecchia, lasciandosi incantare dai vicoli, dai colori e dagli odori. hanno mangiato un gelato in piazza (lei al caramello salato, lui, che è un triste, al limone) e si sono inerpicati in alto, al castello e poi aora su fino a una cascata. hanno passeggiato sulla promenade des anglais ma c’era troppo sole e mister i aveva bisogno di un cappello. “compro questo!” ha detto di fronte a un berretto con visiera con la scritta “amo nizza”. “e io ti caccio di casa”. alla fine ha preso un buffo panama nero che gli dà un’aria tenebrosa e insolitamente di mondo.
si sono fermati a guardare il decollo dei signori imbragati e appesi a un paracadute che si lasciavano trascinare da un motoscafo, e ad ascoltare le conversazioni degli anziani seduti sulle seggioline blu di fronte al mare.
poi sono tornati a casa. e hanno ritrovato tutti: il grande studioso e vigoressico, il medio inquieto come un serpente e sneddu che il giorno prima aveva fatto il suo primo esame di francese (non senza patemi) ed era passato di livello, come in un videogioco.

13 pensieri riguardo “un treno per nizza

  1. La “mia” NIzza! L’ho ritrovata nel tuo racconto… Io andavo al mare a Villeneuve Loubet, c’era un bussino che faceva tutta la costa, lo prendevo e passavo a Nizza delle mezze giornate, a “flaner”(girellare senza meta), perchè è così che si fa da Francesi. E il gelato al caramello salato, tipico francese, è il massimo! (prova anche “rhum raisin” e “nougat”: io ne ho nostalgia per tutto il tempo che resto in Italia)

  2. Nizza mi è rimasta nel cuore perché ci ho trascorso ima vacanza con un’amica dopo la laurea. E mi sono fatta trascinare col paracadute, fantastico!

  3. Se prendete il treno in direzione opposta in pochi minuti siete a casa nostra, a Cannes. Sapevi che hai una lettrice anche lì ? 😉
    Bonnes vacances sur la Côte d’Azur

  4. Sa di vacanza e di curiosità, bella Nizza, belli mano nella mano… di Nizza ricordo un’agopuntura magica e il sentirmi quasi un’adulta. Un treno per Nizza fa sempre bene.

  5. Nizza, meraviglia!
    Non per niente in dialetto nizzardo è detta ‘Nissa la bella’!
    E che desiderio di tornarci, di vacanza, di azzurro e sole, di café au lait per colazione, di vagabondare tra le bancarelle del mercato.
    E ogni volta per commiato accendevo una candelina all’altare di Santa Reparata, per ringraziarla dei bei giorni trascorsi e come augurio di rivederci ancora…

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