ora di cena. squillo del telefono fisso, solitamente appannaggio esclusivo delle nonne.
“pronto?”
“…”
“chi parla?”
“elasti, è lei? sono…”
“eritreo cazzulati! come sta?”
“…” lui mantiene un silenzio tetro.
“eritreo! non mi faccia spaventare! cosa succede?”
“eh… può salire?”
“certo! subito. ma… eritrea, sua moglie, sta bene?”
“no… sale per piacere?”
l’anziano vicino del piano di sopra aveva un tono ferale. “vuoi che venga anche io?” ha chiesto mister i mentre elastigirl, con il cuore in gola, si metteva le scarpe.
“oh, madre! cosa succede? chiamiamo il 118?” chiedeva lo hobbit grande.
“povero eritreo”, biascicava il medio con l’aria sfatta delle grandi occasioni.
sneddu, lo sguardo liquido, aveva abbandonato il cibo e la tavola, evento piuttosto raro.
“salgo e vi faccio sapere” ha detto lei sull’uscio.
…
“permesso…”
la porta era accostata e la casa era immersa nella consueta penombra.
eritreo era nascosto dietro la porta, muto.
eritrea era sdraiata sul divano, immobile, gli occhi semichiusi.
“che cosa è successo?” ha chiesto elastigirl al marito mentre si avvicinava tremando alla moglie.
“non lo so”. lui scuoteva la testa, guardava in giù. piangeva? no.
le sono tornate in mente le notti in ambulanza dei suoi vent’anni, le corse a sirene spiegate, lo sguardo di chi restava, le parole giuste che non ci sono mai, il desiderio di piangere. o di scappare.
eritrea respirava. e anche elastigirl.
“eritrea!” l’ha chiamata forte, afferrandole il viso con le mani. e il covid? ubi maior.
lei è rimasta immobile.
“eritreo… mi racconta cosa…”
lui ha scosso la testa. “non la capisco più…”
eritrea ha aperto un occhio. poi l’altro. lo ha guardato in cagnesco.
“abbiamo litigato”, ha grugnito. poi si è messa seduta e ha fatto un grande sorriso a elastigirl, prima di lanciare un’occhiata piena di rimprovero a lui.
“avete litigato???”
eritreo ha annuito, con aria colpevole.
eritrea ha annuito, con aria feroce.
avevano litigato. perché lei voleva andare a cena fuori, al ristorante. e lui no.
Meno male niente di grave, oramai mi sono affezionata anch’io😂😂😂
Forse è un velato modo per chiedere inviti a cena “fuori” ma con limitato spostamento per esser Felici entrambe…tipo da un piano all altro in ascensore…..per raggiungere ristoranti a conduzione familiare la cui clientela è esclusiva e di provata compagnia.
Non è che vogliono venire a vivere con voi o quasi?
Poveri anziani sono proprio allo sbando e devo dire che ti dedichi loro davvero con solerzia, persino troppa…
Argh, ‘sti vecchietti bizzosi! Che spavento!
Che spavento…..
Claudia, hai il cuore grande. ❤