Nonsolomamma

fame chimica

domani elastigirl riprenderà a svegliarsi alle quattro e dieci del mattino. la prospettiva la atterrisce. non per il lavoro radiofonico che, giunto all’ottavo anno, continua a piacerle moltissimo, quanto per quel quotidiano, devastante trauma antelucano a cui no, non ci si abitua mai. e, ancor più della sveglia, la deprime il ritorno al fuso orario del kirghizistan, incompatibile con la vita degli altri che la sera escono, vanno al cinema, si incontrano, si addormentano come adulti e non come bebé o kirghizi.
per tutto questo e non solo, nell’ultima settimana lei ne ha approfittato per organizzare cene, aperitivi e uscite ludiche e sociali.
una sera, nel bel mezzo della settimana, ha incontrato i suoi amici storici, del liceo, che non vedeva tutti insieme da un anno e passa. si sono dati appuntamento alle sette e mezza, in quindici circa, intorno a un grande tavolo all’aperto. e la gioia e le cose da dirsi erano così tante che le ore sono passate velocissime e quando lei è risalita sulla bicicletta per tornare a casa era mezzanotte passata.
e mentre pedalava sulla circonvallazione è squillato il cellulare.
“madre, si può sapere dove sei?” era il grande, la voce cupa.
“sto arrivando. papà non c’è?”
“certo che c’è. sta dormendo. lui”.
quando lei ha aperto la porta di casa, lui era lì, all’ingresso, le braccia incrociate, le spalle larghe, lo sguardo accusatorio.
«be’?”
“be’ cosa?”
“è tardissimo. mezzanotte e mezza”
“infatti. perché non sei andato a dormire?”
“perché tu non arrivavi”
“ve lo avevo detto: sono andata a prendere un aperitivo con i miei amici. abbiamo chiacchierato… cosa fai? mi annusi?”
“hai fumato, madre?”
“no! non fumo!”
“chi c’era con te? hai delle foto da mostrarmi?”
“cosa sei? un poliziotto? guarda che sono un’adulta. posso fare quel che mi pare”
“questo è tutto da vedere”
“smettila di annusarmi. ho fame. vuoi farmi compagnia mentre mangio qualcosa?”
“cos’hai bevuto?”
“un succo di pomodoro. anzi due. sconditi”
lui ha sospirato. lei si è aperta due scatolette di tonno.
“fame chimica?”
“no. fame e basta”
“meno male che tra poco ricominci la radio. così finalmente saremo tutti più sereni”.

18 pensieri riguardo “fame chimica

  1. anche i figli delle mie amiche fanno storie del genere se le madri escono … non so ma mi mette a disagio. spero che mio figlio mi risparmi le ramanzine. io non reagirei compostamente diciamo

  2. Normale con figli maschi ! La storia si ripete .
    Prima i miei figli a quell’età …ora anche mio nipote con la propria madre !!! 😄

  3. No, credo proprio che non si debba permettere ai nostri figli maschi un controllo seppur burbero dei nostri movimenti . Su questo non si deve ironizzare, sono sempre gli stessi germi di maschilismo, di “patria potestà ” esercitata in famiglia . Anche nelle famiglie più liberali e aperte.
    Non devono permettersi, non devono sentirsi autorizzati.

    1. Grazie per questo commento che mette parole più precise su un disagio che provavo. Lo mettevo sul conto del controllo figlio- genitore, già fastidiosissimo da parte di giovani adulti che giustamente provano fastidio per ogni domanda riguardante i loro orari o attività.
      Ma è giusto, non possiamo più accettare questo tipo di comportamento, e dobbiamo spiegare perché.

  4. Ma di cosa parlate? Si tratta di un figlio preoccupato per la sua mamma. Un primogenito, per giunta. Serebbe più auspicabile uno che non si renda neanche conto della mancanza della mamma a cena?? Mah

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