Nonsolomamma

bel lavoro, il nostro

“Il gioco di fare da sola
è quello che più ti tenta
già non vuoi che ti tenga la mano
ogni giorno va più lontano
per questo sono così pronto
a dirti sempre di sì
per ripagarmi fin d’ora
dei no che mi dovrai dire
per essere giusta con te stessa”.

Lo scriveva Gianni Rodari. Parlava di sua figlia. Mi pare si chiamasse Paola e avesse anche illustrato qualcuno dei libri del papà con i disegni di bambina.
Dire di sì ai propri figli è un regalo a se stessi in effetti. Però mica si può fare sempre. Anche perché in realtà spesso i nostri no sono regali a loro, anche se al momento non se ne accorge nessuno.
Dire di no è terribilmente faticoso.
Abbiamo sgridato lo hobbit di mezzo. Le motivazioni rientrano nella grande categoria: l’adolescenza non è un alibi per sciatteria/indolenza/mutismo/anarchia/trasgressione etc etc.
Niente di nuovo, niente di straordinario quindi, se non la reciproca spiacevolezza della strigliata.
Alla fine ha chiesto il permesso per uscire. “…Per questo sono così pronto a dirti sempre di sì…” Ci teneva molto.
Gli abbiamo detto di no. Perché bisogna essere coerenti con le proprie parole.
Ma dire di no fa schifo.
E quando lui è andato via con il suo no in tasca, io mi sentivo una fallita e avrei voluto rincorrerlo e dirgli “scusa, mi sono sbagliata. vai, divertiti, fai quello che vuoi”. E mi sarei sentita ancora più fallita.
Bel lavoro, il nostro.

19 pensieri riguardo “bel lavoro, il nostro

  1. Già. Ma almeno hai superato la fase in cui dire di no costa una scenata di urla, lacrimoni e lancio di macchinine a 360 gradi

  2. Il nostro è il mestiere più difficile al mondo!
    In tutti i nostri no, e anche nei nostri si , sicuro c è sempre un margine di errore,
    Ma certamente è sempre in buona fede sperando di fare bene per loro.
    Magra consolazione lo sò, ma almeno così sopravvivo ai sensi di colpa

  3. Dire di no non fa schifo, ma fa soffrire però ti assicuro che ti tornerà indietro un po’ di rigore e autorevolezza quando saranno un po’ più grandi e si confronteranno con realtà che non possono capire neanche loro. Anche questo è amore

  4. Ma davvero si vive un no ai figli con tale e tanto senso di colpa ??? Parlando addirittura di sofferenza.. Credo,mi permetto di dire, che bisognerebbe pensare sempre che le cose gravi fra genitori e figli sono altre.
    La mancanza di affettività, di comprensione, di empatia, la mancanza di attenzione ai loro pensieri anche se non espressi, la complicità necessaria in alcuni momenti. Ecc ecc… talvolta no, tanto spesso sì e con amore

    1. Devo dire che anch’io sono molto colpita dal tono dolente di questo post e dei commenti. Non ho figli, non posso parlare per esperienza diretta e lungi da me giudicare quella degli altri. Ma quando leggo queste cose, o sento conoscenti fare discorsi simili, non posso non pensare a me figlia adolescente, ai miei genitori vent’anni fa, e davvero stento a credere che si struggessero così quando mi vietavano qualcosa – al limite si innervosivano perchè protestavo, si litigava, si negoziava, e finita lì. E col senno del poi mi pare fosse tutto molto “normale”, con le ovvie conflittualità che non solo possono, ma a mio avviso devono esserci tra genitori e figli adolescenti. Forse questo continuo mettersi in discussione/senso di colpa che vedo in molti genitori al giorno d’oggi avrà anche dei lati positivi, ma dall’esterno spiccano davvero tanto quelli negativi…

      1. Penso che influisca anche il periodo che stiamo vivendo. Mio figlio è ancora piccolo, ma per gli adolescenti sono stati due anni di vita persi; credo che per un genitore che li ha visti rinchiusi e soli per tanto tempo possa essere molto difficile proibire loro di uscire a riprendersi la loro vita, anche una singola volta.

  5. Francesca grazie,condivido ogni tua parola e mi ricordo esattamente così
    E poi questi toni gravi e pesanti proprio non si addicono .

  6. L’atteggiamento di chi si interroga sui no(e sui si’) ai figli è sempre positivo, oltre che giustificato. Il paragone con quello che eravamo noi quando eravamo figli e non ancora genitori, lo è meno. Sono cambiati i tempi, le condizioni e, di conseguenza, le parole che simboleggiano i pensieri e le azioni. Siamo in evoluzione ( possibilmente produttiva e MIGLIORANTE), non in retrocessione.

  7. Anche io ero una buona madre prima di avere figli! E anche io ieri ho detto un NO irrevocabile alla mia secondogenita 14enne. Sarebbe stato facile, molto più facile, dirle di si. Mi sarei risparmiata una discussione a cena, dopo una giornata pesante. Ma ero convinta, e lo sono ancora, che fosse corretto comportarmi così.
    Per quanto riguarda il confronto con situazioni analoghe vissute durante la mia adolescenza…. Alla mia epoca c’era poca pazienza per l’insoburdinazione. Se mancavi di rispetto volavano gli schiaffi. E credo che fosse un andazzo comune per tutti i miei coetanei.

  8. Lulù, certo che le cose cambiano; ho però molti dubbi che cambino sempre in meglio (questo in generale).
    Gianna: lo so che il confronto con la mia adolescenza (che per altro non è passato remotissimo; parlo di poco più di 20 anni fa, non degli anni Sessanta, giusto per chiarire le coordinate) vale fino ad un certo punto. Io non volevo fare il discorso “ai miei tempi era meglio” (anche se un po’ lo penso, in effetti: il che mi fa sentire vecchissima!!). E non metto assolutamente in dubbio che avere a che fare con figli adolescenti sia un lavoro duro: lo è ora, e lo era per i miei genitori. Io personalmente non ho mai preso uno schiaffo in vita mia, ho avuto un’adolescenza abbastanza “libera” – anche grazie ad una sorella un poco più grande che mi ha fatto da “apripista”. Anzi, molto più libera di quanto a prima vista non sia quella di molti adolescenti oggi – al netto del Covid: a 16, 17 anni ho potuto fare molte cose (viaggiare, andare a concerti…), e il tutto senza telefono cellulare e quindi senza la possibilità di essere continuamente monitorata. Ho avuto anche divieti, rimproveri, e appunto a questi mi riferivo: non credo – ma forse mi sbaglio, purtroppo alla mamma non posso più chiederlo – che i miei vivessero in modo così insicuro, così emotivo una lite con me. Mi volevano bene ma erano meno coinvolti nel mio mondo, non facevano un dramma se me la prendevo con loro. E questo, a mio avviso, era meglio: meglio per loro, meglio per le loro figlie.

    1. Mah. Compio 45 anni la prossima settimana, tanto per dare un’idea del periodo storico al quale mi riferisco, e so per certo che ogni no, ogni lite, ogni discussione è stata una sofferenza per i miei genitori.
      Ne abbiamo parlato tanto e con mia madre (è purtroppo rimasta solo lei) ancora ne parliamo. Ogni sì aveva un motivo che mi veniva spiegato e così ogni no, la qual cosa ha contribuito a formare la mia bussola morale, che come tutti ho messo pesantemente in discussione durante l’adolescenza e che ho ricostruito per diventare l’adulto che sono sono e voglio essere.
      Nessuno di quei no è passato senza lasciare segni in me ed in loro. Neanche uno.

  9. ne sono finalmente fuori e non mi pare vero…23 + 21 + 18 e tutta acciaccata e vecchina vedo la fine del tunnel avvicinarsi e anche il fiorrire di quei ‘no’ (pochi e necessari) che sono sati semi nel loro giardino
    ma che fatica!

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