Nonsolomamma

tutto quel burro

“non serve che tu faccia la torta, mamma”.
“come non serve? avevo gia preso gli ingredienti. era già pronta nella mia testa”
“non saprei proprio come trasportarla in bicicletta e poi ci saranno già altri dolci fatti da altri. non sei contenta? non devi pensare a niente”
“no. sono tristissima. ma a me non importa, sai? perché io adesso la torta la faccio lo stesso! e la porto ai nostri amici stasera. ohh. così imparate, tu e quei puzzoni con cui ti esci”.
ieri mattina ho preso un treno alle 715 per vercelli. poi, in macchina, mi hanno accompagnata in un piccolo paese dove c’era il festival dell’eresia. lì in un teatro, per quasi tre ore abbiamo parlato di donne ed eresia e, alla fine, ho ripreso la macchina e il treno e alle 4 del pomeriggio ero a casa, contenta, con il pensiero bello della torta per lo hobbit di mezzo che però non ne aveva più bisogno.
fare le torte mi rimette in ordine. perché il tempo delle torte è un tempo sospeso, zuccherato, assorto, pulito. se sapessi meditare forse non avrei bisogno delle torte. se avessi i pensieri dritti e la situazione sotto controllo probabilmente mi basterei. se potessi disegnare non mi servirebbe cosi tanto pesare, mischiare, amalgamare, assaggiare, infornare. perché il mondo starebbe su un foglio e non in una tortiera. se suonassi il pianoforte come sneddu, non sarebbe necessario tutto quel burro.
fare le torte è la mia medicina, la mia camomilla, il mio parco giochi, la mia nevrosi. così sabato pomeriggio ho fatto una sacher e l’ho portata fuori a cena insieme a mister i.
e domenica mattina ho preparato una cheese cake e poi, non paga, l’ho coperta di uno strato di panna cotta che avevo precedentemente colorato di blu. ma la confezione diceva che era una polvere vegetale e non c’era da preoccuparsi. poi siamo andati da amici, con cui l’abbiamo mangiata. ora il lunedì mi fa meno paura.

6 pensieri riguardo “tutto quel burro

  1. Ho avuto il periodo torte. Donano calma. E nel mio caso chili di troppo. Ora devo trovare il modo di recuperare autocontrollo alimentare, che si sta rivelando difficilissimo.

  2. Anche i miei figli non vogliono mai portare niente quando si incontrano con gli amici. Ieri mio figlio mi ha stupito, prima ha detto di no poi ma si dai e alla fine gli ho dato un vassoio di pizzette (congelate) fatte da mia suocera da portare ad un aperitivo da un’amica!!

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