Nonsolomamma

la gita

Non siamo camminatori, non andiamo mai in montagna, non capiamo niente di sentieri, soffriamo di vertigini, non abbiamo nemmeno le scarpe adatte. Però quelle irlandesi non sono vere montagne, Mister I è vigoressico, io faccio yoga, i ragazzi sono giovani e forti. Perché non tentare la sorte in un anello per “moderate walkers” che include una salita impervia su vetta bassa ma battuta da venti atroci, una discesa da spaccarsi le ginocchia tra incomprensibili vestigia umane, un lungofiume tra le capre, una salita pietrosa e un lago infestato, per un totale di cinque indimenticabili ore?
Sneddu, guardando dal basso il sentiero che si inerpicava su e poi ancora su e sempre su, ha detto “Non ce la faremo mai”. Il medio si è scoperto stambecco e, colto da superomismo, ha preso il volo. Mentre arrancavamo dietro di lui che fingeva di non conoscerci, Mister I giungeva alla conclusione che gambe spropositatamente lunghe per gli standard familiari, oltre a essere fonte di quotidiani interrogativi sulla reale paternità, giovano in contesti montani.
Arrivati in cima, il vento era cosi forte che ci portava via a meno di non schiacciarci orizzontali dietro un muretto a secco con altri tre disperati con cui abbiamo condiviso un cestino di ciliegie.
Uno dei tre disperati ha domandato a Mister I dove suggerisse di trascorrere dieci giorni in vacanza in Italia. “Adesso gli risponde che l’unico posto che vale veramente la pena di visitare è Bari”. Sneddu tremava.
Il medio era rapito dalla prodigiosa gittata del suo sputo portato dal vento.
Abbiamo visto distese di minuscoli fiori bianchi di ovatta, capre colorate di rosso, una tomba di pietra, verticale, di un proprietario terriero quacchero che si è fatto seppellire in piedi per poter osservare le sue proprietà anche da morto.
Dopo aver sudato, inciampato, maledetto le alture, le intemperie e la lunghezza di un percorso senza fine, abbiamo sublimato il concetto di resistenza fisica trasformandolo in delirio di onnipotenza. Non c’erano più quadricipiti, polpacci, legamenti crociati, battito cardiaco, mal di piedi, ma solo una trance ebete ed estatica.
Ci siamo accasciati sulla riva di un lago che la leggenda narra abitato da una strega che ghermisce chiunque osi bagnarsi nelle sue acque. Mister I si è tolto le scarpe e ha messo i piedi dentro, sprezzante del pericolo. Accanto a noi quattro giovani locali in costume da bagno pensavano di essere su una vera spiaggia, in una vera estate. Noi intanto mangiavamo soda bread e hummus con molto aglio che di certo caccia i vampiri ma forse anche le streghe.
Al ritorno, Cliona, la padrona si casa, ci ha fatto trovare una torta al cioccolato che ho mangiato per metà da sola. Il resto l’ho tagliato a cubetti che ho riposto in contenitori ermetici che il medio e Sneddu hanno portato al campo estivo come comfort food per la settimana insieme ad alcune indicibili porcate che sopperiscono all’assenza di figure di riferimento affettive.
La riuscita di una domenica si misura dal desiderio che arrivi presto il lunedì.

10 pensieri riguardo “la gita

  1. Mi diverto troppo a leggerti! Non seguo serie TV, ma confesso che non vedo l’ora di leggere le puntate!!! Grazie dei bei momenti che mi regali. Un abbraccio dal Friuli Bruna di 66 anni… .per eventuali statistiche😉😉

  2. Perché tu non lo sai ma questa non è una vera estate, è l’estate con la E stra maiuscola. Non capita spesso da ste parti , siete davvero fortunati …. Ho ringraziato ogni giorno, tranne quando con meno egocentrismo ho pensato al global warming, e che questo è il motivo …. Comunque godetevela, e state attenti alle banshee ;).

  3. Ciao Claudia
    Ti consiglio di leggere Eureka street, ambientato in Irlanda racconta molto bene la realtà irlandese, inoltre è bellissimo.

  4. I tuoi racconti familiari divertenti o malinconici e molto “terreni” risollevano il morale, e non ho più comprato “la Repubblica” da quando è stata annullata la tua rubrica.
    Mia mamma leggeva avidamente la rubrica di Brunella Gasperini su “Annabella” e i suoi libri, e poi li commentavamo insieme con grande affetto.
    Grazie.

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